“La figura di Mildred spiccava in qualunque folla, in tutte le folle”. Così James M. Cain descrive la sua eroina in “Mildred Pierce” (Einaudi) ritratto di donna tenace, volitiva e intraprendente nella cupa America degli anni Trenta del XX Secolo.
Questa straordinaria protagonista, nata nel 1941 dalla penna dello scrittore, giornalista e sceneggiatore statunitense, che nel pantano della Grande depressione da sola lotta e vince per assicurare a se stessa e alle sue figlie un avvenire migliore, ha da sempre affascinato il mondo del cinema. Dopo la grande prova d’artista nel 1945 di una superba Joan Crawford diretta da Michael Curtiz nel film omonimo che le era valso il Premio Oscar come migliore attrice, lo scorso 2 settembre alla 68esima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia è stata presentata come evento speciale la miniserie Mildred Pierce che ha il volto espressivo di Kate Winslet. L’anteprima di questa accuratissima fiction al Festival della città lagunare ha rappresentato un omaggio degli organizzatori a Todd Haynes uno dei membri della giuria internazionale del premio che firma la regia di questa imperdibile prima visione televisiva candidata a 21 nomination agli Emmy Awards 2011 e prodotta dalla HBO. I telespettatori italiani potranno vedere la miniserie in cinque puntate su Sky Cinema a partire dal 14 ottobre.
Un’occasione dunque per riscoprire un libro che pone al centro della storia un personaggio femminile forte, battagliero, una vera e propria macchina da guerra sullo sfondo di una Los Angeles non solo vista come costa dorata ma soprattutto come luogo dove uomini e donne lavorano per vivere e sopravvivere a qualsiasi costo. Una di queste persone è la ventottenne Mildred che viveva insieme al marito Herbert e alle figlie Veda e Ray nel sobborgo di Glendale nella California del Sud in una casa in stile spagnolo allietata da un “rettangolo d’erba”. Abbandonata dal marito Mildred, dalle “gambe voluttuose”, “piccola con i capelli biondo cenere e gli occhi azzurri chiari”, non si diede per vinta anche se sapeva di appartenere “a quella grande istituzione americana che nessuno cita mai il 4 luglio: una vedova bianca con due bambine piccole da mantenere”.
La donna dallo sguardo calcolatore e fiducioso possedeva, infatti, un asso nella manica “sapeva cucinare come pochi ci riescono”. Poco tempo dopo essere stata assunta come cameriera in un ristorante Mildred diventò la più brava iniziando a vendere i suoi dolci “sono senz’altro un’ottima cuoca”. Quando l’orgogliosa e viziata Veda scoprì con ribrezzo in un cassetto l’uniforme da cameriera della madre, Mildred le promise che presto avrebbe aperto un locale tutto suo. Da qui nacque la fortuna di Mildred che partendo da un piccolo ristorante, dove offriva ai clienti solo pollo declinato in tutte le salse, sarebbe riuscita a creare una catena di locali diventando ricca. Ma il prezzo da pagare sarà altissimo. “Il ristorante era per lei una sorta di Santo Graal raggiunto attraverso grandi sforzi e sacrifici”.
James M. Cain descrive nel suo romanzo un tipo di donna moderna, attuale che si getta con determinazione e risolutezza nel mondo del lavoro, spinta non solo da una totale ambizione ma dal desiderio irrinunciabile di coronare l’American Dream. I temi sociali e del riscatto economico risultano fondamentali e sono tutti incentrati nel personaggio della protagonista tipica esponente della middle – class che si trova all’improvviso con pochissimo denaro in tasca. “Il suo locale era finalmente aperto e lei era padrona di un’azienda”. Mildred, madre coraggiosa, restava pur sempre una “femmina in tutto e per tutto” molto sensuale “più carina che bella, usava talvolta definirsi passabile nel mucchio” che scoprì la passione con Monty Beragor un ex giocatore di polo autentico parassita che sarebbe divenuto il suo secondo marito. “La sua vita sessuale era stata fino a quel momento limitata, convenzionale, tiepida… ”. Il tallone d’Achille di Mildred era Veda con la quale aveva sempre avuto un rapporto tempestoso e ciò era causa nella madre di profonda sofferenza. “Questa ragazza vive per due cose: primo, far soffrire sua madre, secondo, vendicarsi di tutta la gente ricca che conosceva a Pasadena”. Era impossibile domare Veda soprattutto quando la ragazza “a soli diciassette anni era una donna, una donna straordinariamente esperta”.
Todd Haynes il raffinato regista noto per la cura estrema che mette in ciascun dettaglio dei suoi film sia dal punto di vista della scenografia, dei costumi (magnifici quelli di Mildred Pierce) e della musica, in una recente intervista ha posto in risalto il realismo della vicenda. “La crisi finanziaria degli anni Trenta, molto simile a quella che viviamo oggi, è il motore che guida le scelte pratiche di Mildred, dettate dalla necessità e dalla voglia di riscatto sociale”. Rispetto al film del 1945 la miniserie affidata a Kate Winslet e a un cast di prim’ordine (Guy Pearce, Evan Rachel Wood, Melissa Leo) risulta più attinente al romanzo di Cain, non appare l’omicidio iniziale del film di Curtiz ma soprattutto sono molto esplicite le scene di sesso tra Kate Winslet e Guy Pierce per accentuare “il naturalismo del libro”. Melò, realismo, e dramma contemporaneo sono queste le caratteristiche che accomunano il libro e la miniserie, infatti, il regista ha dichiarato “volevo che Mildred Pierce fosse un film d’epoca, ma senza tracce d’antico, che fosse insomma un film sugli anni Trenta, ma con una luce contemporanea”.
“… ora lo sento, lo so, tutto andrà molto meglio per noi. Avremo quello che vogliamo… ”
James M. Cain nacque il 1° luglio 1892 ad Annapolis nel Maryland e morì il 27 ottobre 1977 a University Park. Divenne famoso nel 1934 con Il postino suona sempre due volte, a più riprese portato sullo schermo (ispirò Ossessione di Visconti). Fra i suoi romanzi: La fiamma del peccato (1936), Serenata (1937), Mildred Pierce (1941), La farfalla (1947).
Mildred Pierce è tradotto da Maria Napolitano.
Autore: James M. Cain
Titolo: Mildred Pierce
Editore: Einaudi Stile Libero
Anno di pubblicazione: 2001
Prezzo: 9,30 euro