Dopo la lettura di “Cosa tiene accese le stelle” di Mario Calabresi (Mondadori) comprendiamo perché il direttore de La Stampa abbia voluto scrivere come sottotitolo Storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro.
In un Paese come l’Italia nel quale “nichilismo, sconcerto e disillusione distruggono la volontà della gente”, dove ogni speranza nel futuro sembra essere spenta per sempre, una galleria di personaggi, volti noti e meno noti ci dimostrano il contrario, perché “bisogna credere nei propri sogni” come ci insegna l’astrofisico Giovanni Masera.
Calabresi racconta che ha deciso di scrivere il libro sollecitato dalle lettere scritte dai lettori del suo giornale, con i quali tiene una corrispondenza quotidiana. “Ho solo 52 anni, ma un periodo così triste e buio non me lo ricordo… non riesco a intravedere un futuro roseo”. Una studentessa liceale scrive “Non c’è lavoro, non c’è giustizia… a noi ragazzi tutto questo spaventa… il futuro è diventato una cosa indefinita, grigiastra e parecchio accidentata per tutti noi”. L’Italia che quest’anno festeggia il 150° di Stato unitario appare quindi disillusa, disincantata, rivolta al passato rimpiangendo “una mitica età dell’oro”. Mario Calabresi dal suo osservatorio particolare non accetta quest’atteggiamento mentale e si domanda se siano da rimpiangere “guerre, macerie, stermini, odio ideologico, giovani che si sprangano, terrorismo, stragi, iniquità, disoccupazione…”. L’elenco purtroppo è lungo. Sì, è inutile negarlo precisa l’autore “viviamo tempi cupi”, volgari dove la politica “è incapace di alzare lo sguardo, indicare un progetto”, però tutto ciò non ci deve impedire di scorgere che cosa gli italiani abbiano conquistato nel tempo, di annullare tutte le legittime aspirazioni. “Per riprendere coraggio, per trovare ossigeno, mi sono rimesso a viaggiare nella memoria”.
Il direttore Calabresi ha incontrato Umberto Veronesi “il più famoso oncologo italiano” che fa parte di quella generazione “che ha cambiato in meglio il Paese”, il quale sintetizza così il suo pensiero “abbiamo fatto tanta strada e non abbiamo nulla da rimpiangere”. Franca Valeri con stile e ironia stila l’elenco di cosa le manca, di quello che abbiamo perduto, Giuseppe De Rita fondatore e presidente del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) spiega a Calabresi che “oggi non sentiamo più lo spazio delle possibilità”. Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti crede “nella capacità degli individui di fare la differenza” mentre Loris Degioanni piemontese della provincia di Cuneo che vive a Davis in California ha fondato negli USA una società di consulenza informatica, che ha appena venduto per 25 milioni di dollari, incoraggia “a sperimentare, a non avere paura”. La testimonianza più intensa è quella di Amal Sadki 13 anni nata in Marocco “l’alunna più meritevole” scelta come rappresentante della Liguria alle celebrazioni del 150° in Parlamento. Illuminanti sono gli esempi di Federico Grom e Guido Martinetti i quali in otto anni sono diventati proprietari della più grande catena di gelaterie d’Europa grazie “alla qualità assoluta delle materie prime”.
In un Paese dove il domani appare come precario e cupo e dove il popolo italiano non guarda più in direzione delle stelle come accade a Roberta, ragazza siciliana che studia cinema, Mario Calabresi ci presenta una piccola donna dalle idee chiare che non è cittadina italiana, la quale “ha una fame di futuro che controlla a fatica”. Un viaggio nella memoria proiettato nel futuro, perché “se ce l’hanno fatta loro, possiamo farcela anche noi”.
In questo interessante volume scritto con autentica partecipazione l’autore ci dimostra che nei nostri cuori e nelle nostre menti un grande sogno è ancora possibile. Così come la fusione termonucleare dà energia e luminosità alle stelle, i nostri sogni e le nostre speranze possono darci se lo vogliamo la capacità di guardare verso il futuro per cercare ancora una volta “virtute e canoscenza”.
“… per me le stelle si sono accese per guidare il cammino degli uomini, la loro fantasia, i loro sogni, per insegnarci a non tenere la testa bassa, nemmeno quando è buio”.
Mario Calabresi è nato a Milano il 17 febbraio 1970. Giornalista e scrittore, direttore de La Stampa ha lavorato come cronista parlamentare all’Ansa. È stato caporedattore centrale de La Repubblica. Come inviato speciale de La Stampa ha raccontato gli attentati dell’11 settembre 2001. Per La Repubblica ha seguito tutta la campagna presidenziale americana e l’elezione di Barack Obama. Nel 2011 gli è stato assegnato il Premio È giornalismo. Ha recentemente condotto Hotel Patria programma in quattro puntate in prima serata su Rai 3. Ha pubblicato per Mondadori Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo (2007), La fortuna non esiste. Storia di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi (2009).
Autore: Mario Calabresi
Titolo: Cosa tiene accese le stelle
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 17 euro
Pagine: 130