È già parecchio difficile riprendere la vita reale al termine di un romanzo di Jean-Claude Izzo, figuriamoci dopo aver finito la “Trilogia di Fabio Montale” (E/O 2011) tutto d’un fiato. Lascia un enorme vuoto dentro, come quando si è alle soglie di un addio masticato a lungo. Jean-Claude Izzo non è un semplice scrittore di noir, pur essendo stato a più riprese definito dalla critica come l’inventore del noir mediterraneo, è piuttosto un intellettuale che ha vissuto la sua amata Marsiglia interiorizzandola, citando una cara amica giornalista.
Il mondo del commissario Montale, protagonista dei tre romanzi, coincide con quello di Izzo, una sorta di alter ego con vite differenti, come tiene a precisare Nadia Dhoukar nella biografia introduttiva.
Izzo è uno scrittore per malinconici, gente di mare animata dai ricordi dolci e rimpianti. Montale è così, si accontenta di piccole gioie quotidiane che ritrova uscendo in barca o attraversando la sua città. Quel che affascinerà il lettore mentre leggerà questa trilogia è l’idea di viaggio che vuole condividere lo scrittore. Un viaggio fatto di note, paesaggi, cibi, delusioni d’amore, rimpianti.
La Marsiglia di Izzo è un luogo nostro, che conosciamo benissimo pur se mai visitata. I tre romanzi della trilogia sono laceranti perché essenziali, sinceri, pieni di amore e dolore. È raro trovare nella narrativa del Novecento un autore che, più di altri, si avvicina alla pura concezione di letteratura, capace di raccogliere attorno ad un personaggio un microcosmo di visioni e sensazioni forti, che superano la codificazione del noir. Montale non è il classico commissario della televisione, si avvicina un po’ a Ricciardi, il collega uscito dalla penna di Maurizio De Giovanni, ma è più disperato. È un uomo che evade dal mondo che lo circonda, che nega la morte con le poesie di Brauquier, le donne, il jazz, il buon cibo, il Lagavulin “dal sapore di torba”, il mare.
Fabio Montale ha solo “assaporato, magari avidamente, qualche fugace sensazione di felicità”. Vive una solitudine interiore che gli comporta un distacco con il resto degli uomini. Lega con pochissime persone ma ciò non gli impedisce di combattere contro l’indifferenza che ha permesso alla mafia, ai cattivi politici, ai delinquenti di prendere in mano le redini del potere.
Un articolo, una recensione non bastano per raccontare tutto ciò che può suscitare la scrittura di Izzo ma è giusto quel che ha scritto Le Monde, cioè che “con i libri di Jean-Claude Izzo ogni volta succede la stessa cosa : c’è sempre un momento in cui non sappiamo perché stiamo piangendo. Izzo è innanzitutto questo : un’emozione fondamentale…un’insuperabile malinconia”.
Jean-Claude Izzo è nato nel 1945 a Marsiglia, dove è morto nel 2000, a soli 55 anni. Ha esercitato molti mestieri prima di conoscere un successo travolgente con la trilogia noir (Casino totale, Chourmo, Solea), con i romanzi Il sole dei morenti e Marinai perduti, la raccolta di racconti Vivere stanca e la raccolta di scritti inediti Aglio, menta e basilico, tutti pubblicati presso E/O.
Autore: Jean-Claude Izzo
Titolo: La trilogia di Fabio Montale
Editore: E/O
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 19,50 euro
Pagine: 689