Come gran parte delle sue opere precedenti, anche “Gli ultimi” di Pino Petruzzelli (Chiarelettere, 2011), prefazione di Don Andrea Gallo, nasce dalle sue esperienze di viaggio.
Questa volta l’autore dà voce ai pensieri di dodici “ultimi”, ovvero di coloro che, negli intendimenti dell’autore, ” riescono, in situazioni di difficoltà, a capovolgere le sorti di una vita in apparenza compromessa, o almeno a tenere accesa, attraverso l’azione, la speranza di un possibile cambiamento”.
Sono alcune delle persone che Petruzzelli ha conosciuto nel suo continuo vagabondare dell’ultimo decennio: un campione straordinario, ricco di genuina umanità, tutte persone “capaci di tenere la testa alta anche quando la sorte avversa le sommerge”. Sono: il marocchino Mohamed Choukri, passato dall’analfabetismo alla fama letteraria internazionale; il professore albanese dell’Università di Valona, Parraq, fermo oppositore della mafia del suo paese; lo psichiatra israeliano Nimrod che, “in una nazione in cui la realtà schiaccia i sogni, continua a credere nel valore della pace”; Atef, uno degli ultimi beduini a vivere in una tenda nel deserto del Negev; il muratore palestinese Zeidan, esperto in intifada, che, per mantenere la sua famiglia, lavora alla costruzione di quel muro della vergogna israeliano, che chiuderà lui ed il suo popolo al mondo; la dottoressa palestinese Nua, che, con scarsissimi mezzi, si prodiga nella cura dei bambini poveri, “schiacciati e bombardati da una guerra assurda, dimenticata dall’Europa cristiana”.
E ci sono anche alcuni “ultimi” incontrati nel nostro Paese: Antonio, il contadino napoletano che a Ponticelli “costituisce punto di riferimento per i più poveri” e che da anni aiuta i rom a difendersi dalle discriminazioni sempre più violente; don Luciano, un prete che si batte con tenacia per far rinascere un paese di montagna abbandonato; Pasquale, il maestro d’ascia di Lampedusa, che vive “una vita particolarissima” in una casa fatta di bottiglie e cemento; Bepi, il guardaboschi amico dello scrittore Mario Rigoni Stern, “vigilante sentinella della natura in pericolo“.
Sono tutte persone senza potere, portatori di pensieri controcorrente, talora irritanti, perché provocatori, e in reale contrapposizione con quelli della maggioranza.
Sono gli “ultimi” che, se fossero ascoltati, avrebbero molto da insegnarci.
Pino Petruzzelli, nato a Brindisi, dopo aver completato gli studi a Roma, inizia, alla fine degli anni ottanta, la sua attività di scrittore e di regista ed attore teatrale. Fonda a Genova, dove oggi vive e lavora, il “Centro Teatrale Ipotesi”, che si propone l’approfondimento e la diffusione dei temi legati al rispetto ed alla conoscenza delle varie culture. Le sue opere, che raccontano la profonda umanità di chi è costretto a vivere in situazioni difficili, nascono soprattutto dai suoi viaggi. Come nel caso di “Periplo mediterraneo”, scritto in collaborazione con Predrag Matvejevic e Massimo Calandri, che racconta “la vita di chi, in un Mediterraneo tutt’altro che pacificato, vive sulla propria pelle gli errori della grande Storia”. Nel 2006 con “L’olocausto di Yuri” affronta il tema della responsabilità della scienza e della medicina durante il nazismo. L’anno successivo, dagli appunti di un suo lungo viaggio nell’Italia contadina, nasce lo spettacolo di successo “Di uomini e di vini”. Nel 2008 racchiude la sua lunga esperienza di studi e contatti con la cultura dei rom e dei sint in “Non chiamarmi zingaro”, testo che ha portato con successo in tournée in tutta Italia. Il suo ultimo lavoro per il teatro è un monologo dedicato alla figura di Dietrich Bonhoeffer, teologo luterano tedesco tra i protagonisti della resistenza al nazismo.
Autore: Pino Petruzzelli
Titolo: Gli ultimi
Editore: Chiarelettere
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 14 euro
Pagine: 201