E’ Shelly, la giovanissima protagonista di “Topi” (Giunti, 2011) a raccontare la sua storia, dalla lunga e dettagliata cronaca delle violenze subite, all’abbandono da parte del padre, all’indifferenza della scuola e delle istituzioni, a quell’ultima, terribile aggressione che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
Dopo l’ultimo atto della persecuzione perpetrata da quelle che una volta erano le sue amiche, Shelly ha abbandonato la scuola, si è trasferita in una casa isolata: un rifugio, un nascondiglio per sè e per la madre. Entrambe sono “topi”, rifuggono il confronto, schivano lo scontro, subiscono le decisioni prese da altri.
Ora che quella vecchia grande casa circondata da un enorme giardino e da un bosco la isola dal mondo che la circonda, ora che trascorre le sue giornate in una piacevole routine tra le mura domestiche, con le lezioni private del mattino, lo studio del pomerigio e le serate al pianoforte con la mamma, Shelly è finalmente serena, sente che la sua vita potrà finalmente ricominciare.
Finché una notte, una nuova violenta aggressione di un ladro non la precipita nel panico e nell’angoscia più assoute: legata, imbavagliata, ostaggio del criminale nella sua stessa casa, Shelly riesce a liberarsi e fa una cosa che non aveva mai fatto fino a quel momento: si difende, anzi, attacca l’uomo che aveva reso lei e la madre ancora una volta vittime di quell’ennesima, intollerabile umiliazione. E’ allora che Shelly, seguita dalla madre, si trasforma da vittima in carnefice, da preda in predatore.
Un romanzo attuale (gli atti di bullismo subiti da Shelly; l’umiliazione subita dalla madre, abbandonata dal marito per una donna più giovane sono eventi tutt’altro che inusuali) che si legge tutto d’un fiato. Le figure delle due protagoniste si stagliano sulla trama semplice e lineare con realismo e prepotenza, cosa che rende il lettore solidale con le vittime scatenando un senso di rabbia e, a tratti, un desiderio di vendetta.
La icastica rappresentazione delle scene mescolata ad una notevole introspezione psicologica, rende Topi un romanzo interessante, un’ottima prova, un più che promettente esordio.
Gordon Reece (Gran Bretagna, 1963) scrittore e illustratore, prima di dedicarsi interamente alla scrittura e all’illustrazione nel 1999, ha insegnato e svolto la professione di avvocato. Ha scritto molti libri per bambini e giovani adulti pubblicati in Spagna, dove ha vissuto per 6 anni, e in Australia, dove vive attualmente. Il suo primo romanzo Mice-Topi (Allen and Unwin, 2010), edito in Italia da Giunti nel 2011, è stato pubblicato in 12 paesi. La prima avventura di Count Oblonsky e Petrov (The Curse of Red Skull) è edita da Macmillan (2010).
Gordon scrive anche graphic novels ed è da sempre appassionato lettore di comics.
Autore: Gordon Reece
Titolo: Topi
Editore: Giunti
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 16 euro
Pagine: 320