Dopo il caso de Il conto delle minne ora riproposto nella collana Oscar, Mondadori ha pubblicato “Manna e miele, terra e fuoco” ultima prova di Giuseppina Torregrossa ambientata a Gangi nell’800 post unitario.
“Non mi definisco scrittrice, mi piace raccontare storie”, così Giuseppina Torregrossa in una recente intervista ha sinteticamente definito la sua produzione letteraria autentico omaggio alla terra di Sicilia e alle sue donne, alla loro forza e potere di seduzione.
“Agatì, falle bene quelle cassatelle nzà ma’ la Santuzza si offende”. Nel romanzo rivelazione Il conto delle minne la piccola Agata imparò a preparare le cassatelle, squisiti dolci voluttuoso piacere della gola e della vista che si assaporano il 5 febbraio giorno dedicato alla Santa. Nella cucina in penombra di nonna Agata, la vigilia della festa “si svolgeva il sacro rito della preparazione dei dolci”. Solo chi aveva una genuina fede nella Santuzza aveva diritto di cucinare le minne come nonna Agata catanese di nascita con la “sua fede religiosa e ingenua, sincera, appassionata”. La nipote prediletta ascoltava incantata lu cuntu della santa nata a Catania tra il III e il IV Secolo, vergine e martire alla quale fu strappato il seno perché si era rifiutata di sottomettersi alla prepotenza del console romano Quinziano. Mentre nonna e nipote maneggiavano pastafrolla e ricotta indispensabili ingredienti per far nascere un capolavoro di delizia simbolo del martirio e della vittoria di Sant’Agata, “il racconto lasciava nell’aria odore di santità e ricotta”. I dolci prelibati la cui ricetta nonna Agata lascerà in eredità alla nipote erano pronti tondi, vicino a due a due “con la ciliegia rossa al centro a imitare il provocante capezzolo”. Minne che dovevano sempre essere in numero pari per “ogni nostra parente che, grazie a loro, avrebbe potuto godere della protezione di Sant’Agata per tutto l’anno”.
Nelle pagine finali dei ringraziamenti l’autrice precisa che Il conto delle minne “non è un libro autobiografico, eppure nelle sue pagine c’è molto di me, delle donne della mia famiglia e di altre incontrate strada facendo”. Forse non è un caso che Agata da adulta diventò una brava ginecologa come lo è stata Giuseppina Torregrossa la quale ha amato scrivere fin da bambina. L’autrice possiede l’arte della maieutica conducendo fuori dalle pagine del romanzo una galleria di donne indimenticabili, forti, ironiche, sagge, fiere e timide. Luisa la madre di nonna Agata “ragazza graziosa e battagliera che veniva da una famiglia di zolfatari, poveri ma evoluti” andata sposa al panettiere Gaetano e che morirà molto giovane a causa di un tumore al seno, la nonna paterna di Agata, Margherita “tosta, alta, magra, gli occhi tondi da miope” che viveva a Malavacata tra Palermo e Agrigento “nel cuore della Sicilia” insieme al marito, il medico Alfonso incorreggibile sciupafimmine. Le zie gemelle Titina e Nellina figure drammatiche e comiche nello stesso tempo e la bisnonna paterna Assunta Guazzalora Santadriano che“aveva l’animo e la forza di un brigante”. Il romanzo è un omaggio alla femminilità esaltata dal seno che per l’autrice è “la sacra rappresentazione del potere che hanno le donne di salvare il mondo”. Pagina dopo pagina il lettore viene sedotto dai profumi, dai colori e dai sapori di “una terra esageratamente bella” e da una Palermo che era come “il corpo di una donna dalle minne lorde, perennemente eccitata, che nessuno vuole addingare”. Il libro parla con sensibilità e partecipazione di una lotta e di un dolore antico che purtroppo molte donne hanno dovuto vivere sulla propria pelle “colpendole in quella parte del corpo che rimane il simbolo della femminilità”.
“Ogni racconto nasce da un po’ di magia, e la manna è magica per eccellenza”. Nel novembre del 1857 mentre nevicava a “lassa e pigghia” a Gangi paesino immerso nei boschi delle Madonie, Romilda Gelardi nacque da Alfonso u mannaluoro e da Maricchia apicultrice. Pupa “di manna e miele”, capace di incantare le api e di instaurare un rapporto diretto e istintivo con la natura, Romilda incontrerà la violenza e la prepotenza “il ferro e il fuoco” di Don Francesco, Barone di Ventimiglia che la chiederà in sposa ancora bambina. Nel libro che Giuseppina Torregrossa ha dedicato al “mio primo amore ferro e fuoco della mia giovinezza, manna e miele della mia maturità”, l’autrice rende partecipe il lettore della magia della manna, linfa vitale sangue del frassino. Dai frassini chiamati in dialetto siciliano muddii, coltivati in Sicilia fin dai tempi della dominazione araba viene estratta la manna dalle proprietà nutritive e curative. Un mestiere quello del mannaluoro che non è alla portata di tutti, perché estrarre la magica linfa dai muddii è un’arte e Alfonso e Romilda la possiedono. Come la pianta del frassino da manna che fruttifica quando viene privata dal suo nutrimento, straordinaria prova di generosità e di fiducia nel futuro, allo stesso modo Romilda dovrà sopportare una lunga serie di dolori e privazioni in attesa del tempo delle foglie nuove. Nell’eterna commedia della vita in Sicilia, che l’autrice definisce nel romanzo come “una terra dove non si può né scegliere, né fuggire, ma solo sperare”, si muovono personaggi autentici eredi della migliore tradizione letteraria siciliana. Anche per questo resta memorabile la frase che nonna Agata rivolge come monito alla nipote: “Agatina, qui in Sicilia, isola di cruzzuni (testardi N.d.R.), i desideri delle donne non contano niente, mentre quello che vogliono gli uomini diventa destino… ”.
Giuseppina Torregrossa è nata a Palermo e vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo L’assaggiatrice (Rubettino) e con il monologo teatrale Adele ha vinto nel 2008 il premio opera prima Donne e teatro di Roma. Nel 2009 ha pubblicato Il conto delle minne (Mondadori).
Autore: Giuseppina Torregrossa
Titolo: Manna e miele, ferro e fuoco
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 19 euro
Pagine: 384
Autore: Giuseppina Torregrossa
Titolo: Il conto delle minne
Editore: Oscar Mondadori
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 9,50 euro
Pagine: 315