Non esiste un modo corretto e migliore per descrivere il genio e l’intelligenza di uno dei più grandi pensatori e artisti del Novecento italiano. “Contro il cinema” (Minimum Fax, 2011) è una raccolta di interviste fatte a Carmelo Bene che hanno come oggetto di discussione il cinema ed è un libro che è riuscito a fotografare esattamente la forza delle dichiarazioni di Bene, la sistematica eversione delle regole comuni e condivise dell’Arte, la rottura con quella cultura intellettual-borghese di sinistra.
Carmelo Bene è se stesso quando afferma che dovrebbe stare al Louvre, è se stesso quando dice di essere un dogma o la Madonna. Non sono affermazioni trasgressive o di un narcisista, Carmelo Bene sperimenta diversi livelli di linguaggio, catalizza l’attenzione del lettore, cerca la sensazione.
Nella sua breve esperienza cinematografica, la grandezza dell’artista salentino sta proprio nell’aver utilizzato il mezzo cinematografico nel modo più personale possibile e nell’averlo, successivamente, negato. Il cinema è stata solo una scheggia nella sua vita, una fase del suo Io, come spiega ad Oreste del Buono, poi sistematicamente superata. Nelle interviste, quest’aspetto viene costantemente rimarcato.
Inoltre il libro contiene tutti gli argomenti cari a Carmelo Bene: le dure critiche alla critica cinematografica italiana e ai giornalisti (definiti “gazzettieri”), la passione per la lirica, il discorso su “atto e azione” – ormai divenuto un must per gli appassionati di Bene – il cinema come surrogato delle altre forme artistiche, lo sport.
“Contro il cinema” verrà apprezzato moltissimo dai fan dell’attore salentino in quanto ritroveranno alcune interviste rare e potrebbe essere una lettura stimolante per il neofita. Come ogni scritto di Carmelo Bene, si presta a molte riletture, ed è un vero peccato che, a fine testo, non ci siano dei fogli bianchi per gli appunti e annotazioni perché, in questo caso, avrebbero fatto la felicità del lettore.
Al di là di questa piccola mancanza, Minimum Fax è riuscita a racchiudere in poco meno di duecento pagine la vera essenza di C.B. , inanellando sapientemente le interviste più significative – e meno conosciute – ed evitando di includere saggi critici che avrebbero sicuramente sminuito la forza di queste interviste.
Carmelo Bene non è stato soltanto la figura più straordinaria del teatro italiano. Nel suo eclettismo, e nella sua infaticabile ricerca di nuove forme d’espressione, ha anche attraversato come una meteora il nostro cinema. Cinque lungometraggi, tra il 1968 e il 1973, inclassificabili e geniali, una “parentesi” rinnegata che ha lasciato un segno sotterraneo fino a noi. In quegli anni, e subito dopo, Bene ha portato il cinema ai suoi limiti, liberandolo dalla tirannia del racconto e della comunicazione.
Autore: Carmelo Bene
Titolo: Contro il cinema
Editore: Minimum Fax
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 15 euro
Pagine: 196