In “Tutta la vita” (Longanesi, 2011) di Romana Petri, è stato un bacio a portare Alcina la protagonista del romanzo in Argentina. Quel bacio “lungo che Spaltero le aveva dato sul cancello prima di partire… ”.
Bacio che Spaltero uomo di azione e di pensiero di undici anni più giovane, che la amava fin da bambino, aveva lasciato Alcina in sospensione.“La mano destra la teneva in tasca, ad accarezzare una lettera che si stava consumando, e la sinistra appoggiata alla ringhiera, mentre all’alba respirava l’odore forte dell’oceano”.
Alle Case Venie vicino a Città della Pieve la donna finora aveva vissuto sola con Vinciguerra, un cane inselvatichito con occhi di brace che assomigliavano a quelli del Caronte dantesco. In una casa abitata solo dai ricordi dei genitori scomparsi e del giovane fratello Aliseo, fucilato dai fascisti gli ultimi giorni della II Guerra Mondiale, Alcina comprese che doveva trovare il coraggio di cambiare “ne va di tutta la mia vita”. Non è certo semplice lasciare la propria terra natale per giungere dall’altra parte del mondo, abbandonarsi ai sentimenti e seguire il proprio cuore. Il 3 maggio del 1948 era arrivata la lettera di Spaltero “m’auguro che quasi due anni di ragionamenti t’abbiano condotta ad accettarmi”.
Il padre di Alcina, Astorre, ripeteva spesso alla figlia “la vita è un lampo” ma “poteva essere cosa realistica che uno così giovane e bello come Spaltero volesse sposare proprio lei che giovane non era e tanto meno bella?”. Alcina, la quale aveva combattuto la guerra partigiana alla Malagronda “eravamo lì per volontà nostra” con questo magnifico eroe che l’aveva travolta con un bacio, ora si trovava insieme a Vinciguerra sulla nave che faceva rotta verso Buenos Aires. “Non aveva visto il mare per una vita intera e ora non vedeva altro che quello”.
Alcina con il suo universo fatto solo di passato e Spaltero il giovane partigiano che vive proiettato nel futuro saranno capaci di amarsi per tutta la vita. Con uno stile originale e incisivo Romana Petri scrive un libro emozionante e autentico che intreccia tradizione e modernità. “Ho cercato di scrivere un romanzo sul senso dell’esemplarità, è la storia di un amore esemplare durato 30 anni, inossidabile, sempre felice e che non ha mai avuto un momento di crisi” ha dichiarato l’autrice in una recente intervista.
Una storia dove non mancano traversie e drammi vissuti durante i giorni di sangue della giunta militare argentina del dittatore Videla, che non potrà non incidere nell’esistenza dei personaggi del romanzo. Saga corale dove sono descritti uomini e donne indimenticabili come Jole, il Bitto, Adelmo e il Grinzetta, Toni il cugino scrittore di Spaltero “un uomo molto silenzioso”, perché come recita Lev Tolstoj nella pagina prima dell’inizio del volume “non si è mai onesti abbastanza”. Astorre e Amarantina i genitori di Alcina, Aliseo andato disarmato a cercare inconsapevolmente la morte, il cane Arduino sono rimasti in Umbria tra i mattoni rossastri di Città della Pieve silenziosi lari, numi tutelari di un passato mai dimenticato. Forse è anche per questo che Alcina alle Case Venie ha lasciato a far compagnia ai suoi morti un doppio di sé, perché la donna prima di partire per l’Argentina non credeva nell’amore ma nella morte in un continuo dialogo mentale con i suoi defunti. “Mi sono accorta che ho inconsapevolmente raccontato la storia dei miei genitori i quali hanno vissuto un amore forte, perché gli scrittori scrivono di quello che conoscono e io ho visto dentro casa un amore che non si è mai dissolto”.
Il romanzo rappresenta lo specchio della Storia del Novecento appena trascorso fatto di guerre, rivoluzioni, repressioni, emigrazioni e dittatura, ma è soprattutto la cronaca di un grande amore suggellato da un bacio, da una promessa, dalle parole e dalla musica di una canzone “che io ti fischiavo sempre: Parlami d’amore Mariù. Ma io ho fatto sempre affidamento su quel bacio, quasi un suggello. Era quello il significato. Quel bacio che a momenti mi portava via il fiato… ”.
Romana Petri ha pubblicato vari romanzi e raccolte di racconti con i quali ha vinto i Premi Mondello, Rapallo Carige e Grinzane Cavour ed è stata finalista al Premio Strega. Le sue opere sono state tradotte in Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Germania, Olanda e Portogallo. È editrice (Cavallo di Ferro) e traduttrice oltre a collaborare con il Messaggero. Vive tra Roma e Lisbona. Le figure di Alcina e Spaltero protagonisti di Tutta la vita sono state già incontrate in Alle case venie (Marsilio), opera con la quale la Petri è stata finalista al Premio Strega 1998.
Autore: Romana Petri
Titolo: Tutta la vita
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 18,60 euro
Pagine: 425