Il nuovo libro di Isabella Bossi Fedrigotti, nota penna del Corriere della sera, affronta, attraverso una serie di racconti ed esperienze personali, il tema delicato dell’abbandono adolescenziale. “Se la casa è vuota” (Longanesi, 2010) è un romanzo verità nel quale l’autrice mescola insieme episodi realmente accaduti e vicende legate al proprio vissuto ad elementi immaginati, inseriti per evitare che qualcuno potesse riconoscersi nelle sue parole.
Le storie narrate dalla Fedrigotti sono quelle di famiglie normali, fragili, stanche e stressate; sono le storie di Lorenzo, Annalisa, Paolina, Francesco, Carlo, Pietro, storie che si assomigliano tra loro pur nella loro diversità, storie di bambini accomunati dalla solitudine, da una casa perennemente vuota perché priva dell’attenzione, del calore e dell’affetto dei propri genitori. Non mancano i racconti legati alla vita dell’autrice, quelli sulla sua adolescenza e sulle liti dei genitori vissute in prima persona; un viaggio il suo tra ricordi belli e meno belli, felici e non.
Tema centrale del suo libro è la famiglia, quella di ieri e quella di oggi, la famiglia vista come focolaio domestico, un cliché che purtroppo oggi non corrisponde più alla realtà; ciò che è cambiato infatti in modo evidente e quasi radicale non è tanto il numero dei suoi componenti quanto i rapporti reciproci che si instaurano al suo interno. La famiglia moderna è senza alcun dubbio un nucleo all’interno del quale ognuno segue le proprie strade secondo le proprie inclinazioni, senza più mete comuni e vicinanza di sentimenti.
La realtà raccontata nelle pagine di questo romanzo è purtroppo una realtà triste che lascia molto amaro in bocca e alla domanda conclusiva riguardante una possibile soluzione alla solitudine cui sono sottoposti oggi i bambini, la Fedrigotti risponde che con la sua scrittura e il suo pensiero ha solo tentato e cercato di dare una possibile risposta al problema senza però risolvere nulla in modo definitivo, anche perché sarebbe quasi impossibile farlo.
Nonostante il titolo duro e provocatorio, secondo l’autrice questi bambini sono in grado, sempre e comunque, di sopravvivere bene all’interno di questa nostra società “malata” e di conseguenza di crescere nel giusto modo, perché il dolore e le difficoltà che questi ragazzini affrontano quotidianamente li rendono sempre più forti.
Scrive l’autrice: “Pur nelle fragorose tempeste siamo stati fortunati perché i nostri genitori hanno avuto la generosità di lasciare decidere a noi del nostro e del loro futuro”.
Isabella Bossi Fedrigotti: nasce a Rovereto di Trento e vive e lavora a Milano, scrivendo per il Corriere della sera numerosi articoli di cultura e costume. Dal 1993 al 1997 ha vissuto a Madrid, una città che ama in modo particolare. Il suo esordio nella narrativa è con il romanzo “Amore mio, uccidi Garibaldi” (1980) e successivamente scrive: “Casa di Guerra” (1983), “Di buona famiglia” (1991) con cui ha vinto il premio Campiello, “Magazzino vita” (1996), “Diario di una Dama di corte” (1996), “Il catalogo delle amiche” (1998) e “Cari saluti” (2001), tutti tradotti in varie lingue.
Autore: Isabella Bossi Fedrigotti
Titolo: Se la casa è vuota
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 15 euro
Pagine: 137