Di musica e precisamente della musica di un compositore russo del novecento, Rafail Dvoinikov, tratta il libro “Rapsodia su un solo tema” (Manni, 2010) di Carlo Morandini. L’argomento, però, non è così specifico e il romanzo viene sostanzialmente a considerare il rapporto esistente tra l’opera musicale e il potere.
Il musicista russo, infatti, è vissuto e ha composto molte sue sinfonie durante il periodo staliniano: è dovuto venire a patti con la sorveglianza del regime. Ma la musica, sostiene Morandini, è creativa e libera, nonostante i compromessi cui deve sottostare.
Ethan Prescott, un compositore americano di Philadelphia, stima profondamente l’opera musicale di Rafail Dvoinikov, scopre che vive in una dacia, semicieco e assistito da una giovane donna che conosce l’inglese. Decide così di mettersi in viaggio per andarlo a intervistare a più riprese. Il vecchio musicista racconta della sua infanzia, del suo ascolto dei suoni della natura, dei suoi amori e della sua carriera musicale. Molte sono state le umiliazioni e le minacce cui è dovuto sottostare sotto il regime staliniano.
Una Commissione apposita per la musica sottoponeva tutti i compositori a critiche, a giudizi perentori e persino in alcuni casi alla prigionia. L’idea del suicidio sfiorò Dvoinikov, ma egli non cedette perché contemporaneamente nasceva in lui un motivo musicale dolcissimo che sentiva di dover elaborare. Gli anni cinquanta e sessanta compensarono il musicista russo, gli furono riconosciuti onori e una fama di maestro.
Il libro si presenta variegato, composto di diversi strati. Vi è il diario del giovane compositore americano, gay e compagno di Carl, un jazzista; accostato alla storia della vita del compositore russo e agli interrogatori cui egli è stato sottoposto. Vi è inoltre un saggio di Mayer, autore del settecento, che immagina come sarà la musica del ventesimo secolo. Il finale rappresenta una sorpresa e le ultime pagine risultano scritte da Carl, il compagno di Ethan.
In Rapsodia su un solo tema Claudio Morandini denota una profonda conoscenza della musica e non solo di quella dodecafonica. La composizione musicale, fin dai suoi esordi è dovuta venire a patti con i committenti, ma non ha mai subito tanti condizionamenti come sotto il regime staliniano. La realtà tuttavia è che la musica, in quanto opera creativa e libera, riesce a sfuggire a tutte le forzature.
Claudio Morandini è nato ad Aosta dove vive e insegna Lettere nel liceo scientifico. Ha scritto commedie per la radio e monologhi per il teatro. Ha pubblicato i romanzi Nora e le ombre (Palomar, 2006) e Le Larve (Pendragon, 2008), e racconti su varie riviste. Le dita fredde compare nell’antologia Santi. Lives of Modern Saints, pubblicata a Baltimora (Balck Arrow Press, 2007).
Autore: Claudio Morandini
Titolo: Rapsodia su un solo tema
Editore: Manni
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 18 euro
Pagine: 268