Occorre rinnovare il linguaggio della politica. E’ questo lo scopo del libro “C’è un’Italia migliore” (Fandango, 2011) scritto dal governatore della Puglia Nichi Vendola.
Il testo è scritto in collaborazione con le “fabbriche di nichi“, associazioni impegnate in un lavoro collettivo di dialogo e scambio di idee, radicate nel territorio, ma intenzionate ad accogliere gli stimoli di culture diverse.
Con proposte e testimonianze di progetti in itinere, ogni capitolo affronta un tema, dall’economia alla scuola, dall’immigrazione al lavoro, e ancora giustizia, politica estera, cultura, pari opportunità, ambiente, per rispondere al”bisogno di creare un nuovo vocabolario, che ci restituisca il significato autentico delle parole, quel significato umano delle parole che arricchisce il vocabolario del cambiamento”.
Nell’ottica di una democrazia che “si rafforza dai margini“, punto di partenza e centro nevralgico del cambiamento deve essere la città, il tessuto urbano ripensato come luogo di condivisione, democrazia e sostenibilità. Contro la politica della paura, che vede nella presenza di migranti una minaccia costante, Vendola propone “una decisa politica dell’eguaglianza sociale ed una nuova intelligenza dei luoghi” in grado di rispondere alla complessità e alla ricchezza del panorama cittadino. Architettura della bellezza e sostenibilità sono le parole d’ordine per una visione della città “in cui essere cittadini significherà prima di tutto prendersi cura delle relazioni umane, della sostenibilità della vita, del benessere collettivo, della bellezza“.
Vendola rifiuta la retorica dei “bamboccioni“, sostenendo con forza quanto sia necessario e urgente oggi investire sui giovani e sulla cultura, unica possibilità di salvezza per il Paese “dallo sfarinamento morale e dalla deriva economica“. In questo contesto si colloca la proposta di istituire un ministero della produzione creativa, ma anche di affiancare al pil il “pns”: prodotto nazionale sapere. Secondo l’attuale governatore della Puglia, occorre valorizzare l’innovazione e la formazione, superando le condizioni attuali di mortificazione dei talenti, che spingono i giovani a cercare la propria realizzazione all’estero, impedendo di fatto qualsiasi possibilità di crescita del Paese.
Non solo i giovani, ma anche le donne sono una risorsa sottovalutata e svilita. Il libro affronta il tema della condizione femminile, con i drammatici dati sulla violenza sulle donne e sulla arretratezza italiana in materia di pari opportunità. È il risultato della predominanza di una cultura e di un potere maschili, che portano con sé anche la marginalizzazione dell’amore omosessuale.
Vendola invita alla riflessione: “pensiamo come sarebbe doloroso, per un figlio, ancora oggi, rivelare la sua vera identità sessuale a un genitore, a un datore di lavoro, persino a un amico“. La risposta a questa problematica è di abbracciare una cultura del rispetto contro il “tarlo” dell’egemonia culturale del machismo. Riappropriarsi della parola amore e della parola sessualità, che viene pensata come “diversa, gioiosa, partecipata, agita e non subita, dove ci sia spazio per il desiderio, l’ironia, l’invenzione e siano banditi la violenza, la sopraffazione il dominio“.
Appassionato e antiretorico, il libro di Vendola ha il pregio di illustrare con chiarezza tanto una visione del mondo quanto un progetto politico, senza i falsi pudori e le ambiguità della retorica da talk show. Se la diversità, ogni diversità, è ricchezza, “C’è un’Italia migliore” può contare sulle molteplici voci che hanno contribuito alla sua realizzazione, sulla forza di una collettività che non è “massa”, ma che semplicemente crede nel confronto, nel dialogo, e nella “naturale predisposizione dell’essere umano all’empatia“.
Nichi Vendola (1958) è portavoce nazionale del partito Sinistra Ecologia e Libertà; dal 2005 è Governatore della Regione Puglia.
Autore: Nichi Vendola
Titolo: C’è un’Italia migliore
Editore: Fandango
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 10 euro
Pagine: 189
* Diritti dell’articolo di Valentina Presti Danisi