“Gesù di Nazareth” è il nuovo libro di Papa Benedetto XVI pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Il volume rappresenta il seguito di “Gesù di Nazareth” (Rizzoli, 2007), opera dedicata alla figura e alla storia di Gesù.
Il libro del teologo Ratzinger appena uscito ha riscosso uno straordinario successo di vendite, prenotate le prime trecentomila copie del testo su 400mila stampate per i lettori italiani e già in ristampa altre 400mila copie. Un successo annunciato quello del volume che è stato presentato ieri in Vaticano alla Stampa dal cardinale Marc Ouellet prefetto della Congregazione dei vescovi alla presenza del Santo Padre, del portavoce vaticano Padre Lombardi, dei rappresentanti dei sette editori che finora hanno pubblicato il libro in Europa e negli USA, del direttore della casa editrice LEV don Giuseppe Costa e dello scrittore e germanista Claudio Magris. Grandi cifre e numeri da record per l’opera del Papa annuncia don Costa: oltre un milione e duecentomila copie di tiratura per le prime sette edizioni, tradotto in sette lingue, in corso le traduzioni in venti lingue del libro tra le quali il catalano, il ceco, l’ucraino. Non mancherà la versione e-book di un testo che il Pontefice ha scritto a matita e che poi è stato trasferito sul computer da Birgit Wansing. Il Santo Padre ha rivelato che “se ne avrà la forza” in futuro scriverà un terzo libro sull’infanzia di Gesù. Nel volume uscito il secondo giorno del periodo quaresimale Benedetto XVI esamina dal punto di vista storico, teologico e analitico in nove capitoli gli ultimi giorni dell’esperienza terrena di Gesù: la passione, la morte e la Resurrezione di Cristo. “Il Signore è veramente risorto. Egli è il Vivente”.
Il colto esegeta Ratzinger in un capitolo del volume definisce “Santo tutto il popolo d’Israele” rifacendosi alla dichiarazione Nostra aetate (Nel nostro tempo), uno dei documenti del Concilio Vaticano II, pubblicata il 28 ottobre 1965. La dichiarazione che stabiliva il vincolo che lega il Cristianesimo all’Ebraismo cancellava da parte della Chiesa di Roma l’ignobile accusa di deicidio contro “tutto il popolo ebraico”. Nel testo dove resta centrale il tema della Passione cioè i momenti culminanti della vita di Gesù, il Papa mette in relazione i racconti del popolo ebraico dell’Antico Testamento con l’esistenza dell’ebreo Gesù illustrata nei testi evangelici posteriori. “La realtà storica è quella dei Vangeli di Marco e Giovanni” a chiedere la morte di Gesù non fu “tutto il popolo” come dice Matteo ma i seguaci di Barabba e “l’aristocrazia del tempio” senza nessun “carattere razzista”.
L’aver ribadito il concetto dell’infondatezza dell’accusa di deicidio che per secoli ha reso difficile i rapporti tra ebrei e cristiani è stata una sottolineatura apprezzata dalle comunità ebraiche italiane e internazionali quando nei giorni scorsi sono uscite alcune anticipazioni riguardo a questo capitolo del volume di Benedetto XVI. È il Cristo uomo che interessa al Papa, sicuramente uno dei maggiori teologi del XX secolo, un Cristo non visto come un rivoluzionario come aveva erroneamente dipinto negli anni Sessanta “un’onda di teologie politiche e della rivoluzione”.
Un Gesù certamente umano raccontato con tono profondo e colloquiale e che è rivolto a tutti i lettori, credenti o meno, ma Benedetto XVI non può non tralasciare la verità di fede. Tutto questo avviene soprattutto quando il Papa parla della Resurrezione. Nell’orto degli Ulivi dopo l’Ultima Cena prima di essere tradito e arrestato l’Uomo “sperimenta l’ultima solitudine di essere uomo”. Egli morendo sulla Croce invoca il Padre e il suo è un “grido di abbandono” visto come “grido di tutti i giusti che soffrono”. Il terzo giorno il Santo Sepolcro viene trovato vuoto, un uomo che è dunque più di un uomo. A volte, concede Benedetto XVI, il pensiero moderno, razionale può far fatica ad accettare la Resurrezione “come fatto realmente avvenuto”. Del resto “le testimonianze sulla Resurrezione non rientrano nel mondo della nostra conoscenza. Non contestano la realtà esistente, ma si aprono a una nuova dimensione”. Cristo risorto è “vita nuova” e il credente è tale solo “se crede che Cristo è veramente risorto dai morti”. Un capitolo estremamente avvincente da leggere in questi giorni che ci stanno conducendo verso la Pasqua di Resurrezione del Signore. “Una nuova possibilità di essere uomo, una possibilità che interessa tutti. Se si fosse trattato soltanto di un miracolo di un cadavere rianimato, essa ultimamente non ci interesserebbe affatto”.
Un Papa che si conferma Pontefice teologo, a tratti quasi contemplativo che considera il messaggio del Nazareno non dal punto di vista politico “Con il suo annuncio Gesù ha realizzato un distacco tra la dimensione religiosa da quella politica, un distacco che ha cambiato il mondo e che appartiene all’essenza della nuova vita”. In un momento storico come quello attuale, lacerato da forti tensioni, il successore di Pietro ricorda a tutti noi che “il sangue di Cristo non viene versato contro qualcuno, ma è versato per tutti. E significa che tutti abbiamo bisogno della forza purificatrice dell’amore”. Un testo che è già un best seller, che costituisce “la ricerca personale del volto di Gesù” da parte di Benedetto XVI, nel quale il Pontefice non nasconde che “anche oggi la barca della Chiesa, col vento contrario della storia, naviga attraverso l’oceano agitato del tempo. Ma il Signore è presente e viene nel momento opportuno”.
Joseph Alois Ratzinger è nato a Marktl am Inn in Baviera il 16 aprile 1927. È stato eletto Papa il 19 aprile 2005. Ha compiuto inizialmente i suoi studi in filosofia all’Università di Monaco di Baviera e in seguito alla scuola superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga, dove discusse la tesi di teologia dal titolo Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di sant’Agostino. Il 29 giugno 1951 all’età di ventiquattro anni è stato ordinato sacerdote insieme a suo fratello Georg. Nel ‘56 Ratzinger superò l’esame di abilitazione alla libera docenza. Per il giovane professore fu un’esperienza fondamentale, la partecipazione dal 1962 alle sessioni del Concilio Vaticano II, dove acquisì notorietà internazionale. Per dieci anni dal ’59 al ’69 fu insegnante a Bonn, Munster e Tubinga. Nel 1969 divenne professore ordinario di Teologia Dogmatica e storia dei dogmi all’Università di Ratisbona. Nel 1977 fu nominato Arcivescovo di Monaco e Frisinga da Paolo VI e nel giugno dello stesso anno Paolo VI lo creò Cardinale. Nel ’78 prese parte ai conclavi che elessero Papa Giovanni Paolo I e Papa Giovanni Paolo II. Nel 1981 Giovanni Paolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Nel 1993 fu elevato alla dignità di cardinale vescovo e gli fu affidata la sede suburbicaria di Velletri – Segni, che mantenne fino alla sua elezione a Papa. Nel 2002 divenne decano del collegio cardinalizio.
Autore: Benedetto XVI (Joseph Ratzinger)
Titolo: Gesù di Nazareth – Dall’ingresso in Gerusalemme alla risurrezione
Editore: Libreria Editrice Vaticana
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 20 euro
Pagine: 380