“Nel nome dell’Italia” (Laterza, 2010 a cura di Alberto Mario Banti) vuole farci riscoprire senza mediazioni il Risorgimento attraverso una selezione di “Testimonianze, documenti e immagini“.
Nell’ambito delle celebrazioni ufficiali per i 150 anni dell’Unità d’Italia, dove tanti si sono appropriati di ideologie, simboli e miti risorgimentali, un volume per avvicinarsi in maniera “diretta” al lungo processo storico che ha portato alla costruzione del nostro Stato Nazione.
Un’Antologia risorgimentale, quella curata dallo storico Alberto Mario Banti in cui sono raccolte fonti dirette di diversa natura di quell’epoca lontana, ma che mai come in questi giorni, guardando e stringendoci attorno ai tricolori che hanno inondato le nostre strade, abbiamo sentito così vicina. “Nel nome dell’Italia” raccoglie infatti in sei capitoli fonti che risalgono al periodo che va dal “Primo Risorgimento” sino al “Dopo l’Unità” e che comprendono sia documenti più istituzionali che fonti valorizzate più di recente come quelle letterarie, ad esempio le poesie, o come quelle “private” dalle testimonianze alle lettere di personaggi noti ma anche meno noti, ma anche immagini, ossia fonti iconografiche come dipinti che ritraggono uomini o momenti topici del processo culminato in quel lontano 17 marzo 1861. Scopo dunque di questa selezione fatta volume: “trovare senza mediazioni qualcosa che ci faccia battere per davvero il cuore“, riconoscervi “qualche leader i cui valori vorremmo seguire per davvero“.
Una raccolta di documenti, testimonianze, immagini dunque “che serva ad introdurre chi legge dentro il mondo culturale, sociale e politico di chi ha vissuto l’esperienza risorgimentale” per avere un approccio autonomo al Risorgimento: entrando in contatto diretto con quelle fonti, il lettore potrà verificare “la validità o la fragilità” dei discorsi che hanno circondato queste lunghe giornate di celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Perché forse per comprendere meno superficialmente il valore di ciò che abbiamo oggi, bisognerebbe cercare di capire cosa significava per chi “lottava” anche solo con “l’arma della cultura” sentirsi nazione pur non essendo ancora Stato, sentirsi cioè per dirla con Manzoni “Una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor“.
“Cara Italia! dovunque il dolente
Grido uscì del tuo lungo servaggio;
Dove ancor dell’umano lignaggio,
Ogni speme deserta non è;
Dove già libertade è fiorita,
Dove ancor nel segreto matura,
Dove ha lacrima un’alta sventura
Non c’è cor che non batta per te” (da “Marzo 1821” di Alessandro Manzoni)
Ecco, questo mi fa battere il cuore.
Alberto Mario Banti è tra i più originali e autorevoli interpreti della Storiografia sul Risorgimento. Insegna Storia contemporanea all’Università di Pisa. Tra le sue pubblicazioni più recenti “La Nazione del Risorgimento. Parentela, santità e onore alle origini dell’Italia unita” (Torino 2000), “L’onore della nazione. Identità sessuali e violenza nel nazionalismo europeo dal XVIII secolo alla Grande Guerra” (Torino 2005), “Le questioni dell’età contemporanea” (2010), “L’età contemporanea. Dalle rivoluzioni settecentesche all’imperialismo (2010²) “L’età contemporanea. Dalla Grande Guerra ad oggi” (2010²), “il Risorgimento Italiano” (2010 8° edizione).
Autore: Alberto Mario Banti (a cura di)
Titolo : Nel nome dell’Italia
Editore: Laterza
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 24 euro
Pagine: 424