“Mia madre è un fiume” (Elliot) è la storia di un rapporto madre-figlia, che viene scandito lentamente, come i ritmi della vita contadina, tra ricordi di un passato che si sgretolano e la necessità di un presente che tenta di recuperarli.
È un romanzo profondo, lirico e sentito quello dell’esordiente Donatella Di Pietrantonio.
Tutto parte da uno dei mali del nostro tempo, l’atrofia celebrale, con la memoria che vacilla e la mente che va in confusione. La malattia colpisce la madre della protagonista, che lentamente va sempre più perdendo non solo i ricordi, ma anche il suo attaccamento alla vita. La figlia cerca così di recuperare un rapporto, che sembra lacerato dal tempo, attraverso il racconto del passato.
Inizia così a rimembrare alla madre la loro storia: partendo da quella dei nonni e delle piccole e grandi avventure che hanno vissuto tra le montagne dell’Abruzzo. Dalla nascita di Esperina e delle sue sorelle, al passare delle stagioni, dal momento della semina a quello della raccolta, dal pascolo degli animali al trasferimento verso la città. La figlia ricostruisce nella mente della madre i volti, i personaggi e le vicende che l’hanno accompagnata durante la vita, le piccole tragedie, gli amori e i dissapori familiari, sperando che i ricordi possano tenerla attaccata a quella vita che si sta seccando, proprio come un fiume, durante la torrida calura estiva.
Ma il raccontare non è solo un rimedio per la malattia materna: per la figlia è anche un modo per guarire le ferite di un distacco e di un senso di abbandono provato fin dalla nascita, con una madre votata più alla praticità del lavoro nei campi, piuttosto che all’ascolto dei desideri della figlia.
Donatella Di Pietrantonio riesce a raccontare con uno stile limpido e poetico una saga familiare, che scorre attraverso la storia, dalla Grande Guerra ai giorni nostri. Oltre ad una buona caratterizzazione dei personaggi, che con pochi tratti, prendono vita attraverso le pagine, sono da apprezzare particolarmente le descrizioni delle alte terre d’Abruzzo, un luogo quasi mitico e incontaminato. Le montagne diventano le testimoni millenarie e mute del trascorrere dell’esistenza contadina, regolata solo dal passaggio delle stagioni e dalle leggi della natura, fino all’avvento della modernità, che pian piano arriva a distruggere le antiche tradizioni e abitudini, per una vita sicuramente più comoda, ma non per forza diversa o migliore.
Donatella Di Pietrantonio è nata e ha trascorso l’infanzia ad Arsita, un paesino della provincia di Teramo, e vive a Penne. Scrive dall’età di nove anni racconti, fiabe, poesie e un romanzo, questo. Nella vita fa la dentista per bambini.
Autore: Donatella Di Pietrantonio
Titolo: Mia madre è un fiume
Editore: Elliot
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo: 16 euro
Pagine: 179