Esce, finalmente, a distanza di un anno, “I diari della bicicletta” (Bompiani, 2010) che racconta persone, popoli e paesaggi di diverse città del mondo. La bicicletta non viene visto come un semplice mezzo di trasporto ma è uno stile di vita, il veicolo più adatto per esplorare gli angoli più nascosti di un paese.David Byrne è un artista nel vero senso del termine. L’abbiamo apprezzato con i Talking Heads, adoriamo i suoi progetti solisti e l’attendevamo al varco con la penna in mano e una storia da raccontare. Altri suoi colleghi illustri e apprezzati si sono cimentati con foglio e carta, tra cui Nick Cave e Caetano Veloso, ma, a partire dalla dichiarazione sulla stampa in cui annunciò di essere al lavoro su di un libro dedicato alle sue esperienze in bicicletta, l’attesa dei fan dell’ex Testa Parlante s’è fatta via via più intensa.
L’autore, attraverso un racconto diviso per luoghi, racconta che le città potrebbero essere organizzate diversamente, cambiando il sistema di trasporti e dando più spazio alla bicicletta con piste ciclabili. La sua due ruote pieghevole è compagno di viaggio in tournée, una filosofia di vita che diviene anche lo spunto per avviare riflessioni politiche e sociali di spessore che non appesantiscono affatto una narrazione ragionata di avvenimenti e persone, leggera, fruibile, veloce.
Il libro è un’accurata fotografia sul mondo, non un libro di viaggi (o sui viaggi) né una guida turistica ma un vero e proprio diario, assemblato seguendo un percorso preciso. Il pedalare diviene un atto meditativo e di libertà, “più veloce del camminare, più lento del treno”, affascinante e ancora controcorrente.
Il racconto è corredato di tante fotografie e lo stile ironico e informale di Byrne rende la prosa piacevole, snella. “I diari della bicicletta”, che ricalca il titolo del classico di Che Guevara, è una finestra aperta sulla nostra società “civile”. Non un libro sulla bicicletta ma sulle città, non un romanzo ma un diario sincero e geniale come il suo autore.
David Byrne è un musicista, un artista visuale, un regista, ed è stato il cofondatore dei Talking Heads. Ha lavorato con Bernardo Bertolucci alla realizzazione dell “Ultimo Imperatore”, per il quale ha vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora. Negli ultimi dieci anni, ha realizzato varie opere di fotografia e installazioni. Recentemente ha collaborato con Fat Boy Slim a un progetto musicale sulla vita di Imelda Marcos, ex First Lady delle Filippine, e a un evento all’interno del New Yorker Festival, sul tema della crescita dell’uso della bicicletta a New York.
Autore: David Byrne
Titolo: I diari della bicicletta
Editore: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 19 euro
Pagine: 384