Mario Andrea Rigoni in “Vanità“ (Aragno, 2010) presenta riflessioni, aforismi, osservazioni e conclude con una vasta antologia, che inizia con Gilgamesh e finisce con Lévi-Strauss, sull’inconsistenza della vita, del mondo e della storia e sull’inutile reazione vanagloriosa degli uomini destinati a scomparire come ombre. Rigoni riprende le parole bibliche dell’Ecclesiaste “Vanitas vanitatum et omnia vanitas” (Vanità delle vanità e tutto è vano).
Dio ha creato il mondo, il mondo non è Dio, quindi è inconsistente, talvolta tragico e doloroso.
L’uomo è polvere e tornerà polvere. Le epoche passate scorrono e lasciano soltanto un’ombra, una labile eco di sé. Leopardi nelle sue opere ha ben espresso il senso della vanità, ad esempio nei Paralipomeni e nel Cantico del gallo silvestre che si chiude con l’affermazione “delle cose create, non rimarrà pure un vestigio, ma un silenzio nudo, e una quiete altissima, empieranno lo spazio immenso. Così questo arcano mirabile e spaventoso dell’esistenza universale, innanzi d’essere dichiarato né inteso, si dileguerà e perderassi.”
L’interesse di Rigoni si rivolge in seguito all’uomo e a come egli reagisce di fronte al nullificarsi di tutte le cose. Le persone si illudono di essere il centro del mondo, si vantano proprio perché non vogliono ammettere di passare inosservate nel silenzio cui è destinata la loro esistenza. Spesso reagiscono con lo snobismo o il desiderio di gloria, vogliono che si parli di loro, comunque sia in bene che in male. Vanità è anche confessare le proprie debolezze e i propri errori. Ma niente come la vanagloria dimostra l’inconsistenza dell’uomo, costretto a passare come un’ombra o come scrive Shakespeare, quale “un povero commediante che si agita, si pavoneggia per un’ora sul palcoscenico e di lui non si sa più nulla“
Rigoni dedica il suo volumetto al tema della vanità, forse il primo libro esplicitamente incentrato su tale argomento. La sua filosofia non è astrusa, ma facilmente comprensibile, perché si accosta ad opere a tutti note come la Bibbia e i testi fondamentali del Leopardi. Ad approfondire la tematica chiude il volume una significativa antologia tratta dagli scritti dei più svariati autori. Non sfugge all’autore che la reazione all’inconsistenza del mondo e della vita induce l’uomo a cadere nella vanità, intesa come la superficialità dell’ambizione. Se ne deduce che i valori etici non solo non possono sparire, ma danno un minimo di consistenza a ciò che appare inconsistente.
Mario Andrea Rigoni (1948), docente universitario, saggista e scrittore, ha pubblicato recentemente da Aragno: Dall’Altra parte (raccolta di racconti, premio Settembrini 2009) e Il pensiero di Leopardi (2010).
Autore: Mario Andrea Rigoni
Titolo: Vanità
Editore: Aragno
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 10 euro
Pagine: 107