David Grann, nel libro “Z – La città perduta“, ricerca di scoprire cosa è successo a l’esploratore britannico colonnello Percy Fawcett. Fawcett è stato un esploratore e cartografo dell’intrepido periodo vittoriano, una via di mezzo tra Indiana Jones e Sherlock Holmes. Senza paura e determinato, condusse una serie di viaggi, a partire dal 1906, in profondità verso l’interno dell’Amazzonia, con l’intento di tracciare le prime mappe di un territorio inesplorato su commissione della Royal Geographical Society.
A quel tempo, anche tra la comunità scientifica, l’Amazzonia era vista come una zona di impenetrabile mistero e di pericolo letale. Insieme con l’Antartide, rimaneva ancora fuori dalla mappe dell’epoca. Solo grazie ad un pugno di avventurieri, di cui Fawcett fu il più celebrato, si giunse nel XX secolo ad una conoscenza esatta di tali inaccessibili territori. Le gesta del colonnello crearono grande scalpore e furono riportate sui giornali di tutto il mondo, ispirando il successo di Arthur Conan Doyle The Lost World.
Fawcett, durante gli anni passati nella foresta vergine, si convinse che il Rio delle Amazzoni un tempo avesse sostenuto una grande civiltà sofisticata, dotata di città, strade e mura. Era inoltre venuto a conoscenza dei racconti dei primi conquistatori spagnoli, ovvero del mito di El Dorado, e aveva udito dagli Indios locali storie e tradizioni affini, ma tale leggenda aveva già condannato molti uomini a morte e non esisteva nessuna prova di ricchezze nascoste.
Nonostante le critiche e le opposizioni, Fawcett si dimostrò sempre più convinto, dopo ogni escursione, che una città perduta esistesse davvero ed indicandola con un nome in codice “Z”, decise che l’avrebbe trovata da qualche parte nella giungla inesplorata.
Infine (dopo vari fallimentari tentativi) nel 1925, ostacolato dalla Royal Geographical Society, abbandonato dagli amici, ma suscitando una grande attenzione dei media, Fawcett, con il suo giovane figlio, Jack, e un compagno di scuola di Jack, Raleigh Rimell, partì per l’ultima missione in cerca di Z, addentrandosi in una delle zone più inaccessibili del bacino amazzonico, tutt’oggi ancora inesplorata.
L’americano Grann amalgama abilmente la storia di Fawcett con i suoi tentativi di trovare Z, e stabilisce nei due racconti un interessantissimo dibattito geo-socio-antropologico sulla natura dell’Amazzonia come “Paradiso Illusorio” (ovvero un ambiente troppo ostile per permettere l’evoluzione di civiltà complesse) o, secondo l’idea di Fawcett, come “Paradiso Reale” (quindi come una zona che può permettere, o ha permesso, lo sviluppo di grandi società umane).
David Grann è un giornalista americano, collabora attivamente con il New York Times ed il suo primo libro Z – La città perduta ha venduto 500.000 copie negli soli USA.
Autore: David Grann
Titolo: Z – La città perduta
Editore: Corbaccio
Anno pubblicazione: 2009
Prezzo: 19,90 euro
Pagine: 384