“Natale non sarà Natale senza regali, – brontolò Jo, stesa sul tappeto”. È l’incipit di Piccole Donne il primo libro contenuto ne “I quattro libri delle Piccole Donne” di Louisa May Alcott (Einaudi), romanzo divenuto da subito un classico per l’infanzia amato da generazioni di bambini. Il volume comprende Little Women: or Meg, Jo, Beth and Amy pubblicato dalla Alcott nel 1868, Piccole Donne crescono (Good Wives) del 1869, Piccoli uomini (Little Men) uscito nel 1871 e I ragazzi di Jo (Jo’s boys) che completa la saga della famiglia March.
Per scrivere Little Women romanzo di formazione dal taglio sentimentale Louisa attinse alla storia della sua famiglia narrando con umorismo sottile e realismo gli avvenimenti domestici di quattro sorelle di Concord nel Massachusetts le quali mentre il padre cappellano militare si trova al fronte, siamo in piena Guerra di Secessione americana, aspettano il ritorno paterno insieme alla madre e alla fedele domestica Hannah. La sedicenne Margareth detta Meg è la maggiore “con la pelle chiara e i grandi occhi… la bocca sinuosa e manine candide” giudiziosa e assennata. Josephine, Jo per tutti, all’età di quindici anni è per sua stessa ammissione il classico ragazzaccio ed è molto orgogliosa di esserlo “alta, sottile e bruna, fa pensare a un puledro… ”. Jo alter ego di Louisa, adora scrivere e ha un carattere forte e ribelle, ma possiede una grande generosità d’animo. Elisabeth, o Beth come la chiamano tutti, “è una tredicenne dalle maniere schive, una carnagione delicata, capelli fini”. È molto timida e tutta la sua passione, la riversa sul pianoforte. Amy è la più piccola ma non per questo la meno importante anzi… la sua è una figura delicata, ha un portamento “da signorina sempre attenta alle buone maniere”. Il suo nasino all’insù non cela la grande considerazione che la ragazzina ha di se stessa. Mentre si avvicina la vigilia di Natale e le ragazze aspettano il ritorno della madre nel salottino del cottage sono molti i progetti e le chiacchiere che le sorelle fanno intorno al caminetto mentre fuori nevica.
Fu “il clima riformatore” e la forte sintonia con la madre Abigail, discendente dalla nobile famiglia dei Quincy e sorella di un abolizionista americano, che formò il carattere di Louisa May Alcott. Il padre Amos Bronson Alcott, educatore e filosofo, aveva aderito alla filosofia trascendentalista. I fallimentari esperimenti pedagogici paterni avevano fatto si che fu la moglie Abigail “a prendere in mano le redini della famiglia”, come scrive nella bella traduzione Daniela Daniele. Fin da piccola Louisa imparò “le alterne vicende del matrimonio” e comprese l’importanza dell’indipendenza economica femminile. Infatti, a soli dodici anni “l’invincibile Louisa” già “inseguiva ogni utile fonte di guadagno in qualità di cucitrice, insegnante e attrice”. Non è quindi un caso che in Piccole Donne siano le donne a lavorare. Vi è in ognuna delle sorelle un grande desiderio di realizzazione professionale: Jo scrive, Meg è un’attrice di talento, Beth suona il piano e Amy dipinge. La madre assume il ruolo predominante, osserva con orgoglio le sue piccole donne dando loro libertà di scelta e di decisione, consigliandole saggiamente.
Non è certo semplice la vita per le donne di casa March, a causa delle ristrettezze economiche causate dalla guerra spesso le ragazze sono costrette a fare il gioco del Pellegrino, perché “per questo tipo di gioco non si è mai troppo in là con gli anni… abbiamo sempre il nostro fardello sulle spalle… ”. La vita quindi scorre tra un ballo, una recita in soffitta, una visita di carità e i giochi con il vicino di casa Thedore Laurence detto Laurie “la nuova amicizia fiorì come una pianta in primavera”. I tamburi della guerra civile mantengono in ansia i piccoli cuori delle ragazze, il padre si ammala, la madre è costretta a partire, si ammala anche Beth, ma quello che rimane costante è il rapporto di amicizia e solidarietà che lega le sorelle. Non mancano alcune piccole disavventure come un litigio tra Jo e Amy ma è la madre che fa da trait d’union tra l’irruenza di Jo e il latente egoismo della piccola Amy “Mia cara, non permettere che la tua giornata si chiuda così tristemente. Perdona tua sorella, mettete entrambe una pietra su quel che è stato e domani cominciate la nuova giornata come se nulla sia accaduto”.
È certamente Jo l’eroina del volume con il suo innato desiderio d’indipendenza, con la sua lotta quotidiana contro quelle stupide regole che confinavano la donna in secondo piano. Quella stessa indipendenza specchio della libertà ottenuta da pochi anni dagli Stati Uniti nella Guerra d’Indipendenza americana nel 1783, una nazione giovane pronta “ad affermare un proprio linguaggio artistico e letterario”. Ricordiamo che la Alcott fu una abolizionista e femminista, sostenitrice del suffragio universale esteso alle donne e fu inoltre la prima donna a iscriversi alla lista dei votanti a Concord in un’elezione scolastica.
Molte sono state le riduzioni cinematografiche tratte da Piccole donne, da quella del 1933 diretta da George Cukor con Katherine Hepburn nella parte della volitiva Jo, fino all’ultima del 1994 diretta dalla regista australiana Gillian Armstrong, nella quale Susan Sarandon presta il suo volto a Marmee March dandole un’impronta di donna forte ed efficiente.
Un libro indimenticabile, evergreen, letto da piccoli e riscoperto da adulti, conservato gelosamente nello scaffale della biblioteca. Un romanzo capace di aprire il cuore alla speranza che parla di tematiche importanti. Le vicende di Meg, Jo, Beth e Amy sono ora disponibili in versione e-book.
“Fu Jo la prima a svegliarsi nell’alba grigia del mattino di Natale. Non c’erano calze appese al caminetto e inizialmente provò la stessa delusione di quando una volta aveva trovato la sua piccola calza sul pavimento, caduta per il troppo peso dei regali”.
Louisa May Alcott nacque a Germantown il 29 novembre 1832, figlia del noto filosofo trascendentalista Amos Bronson Alcott e di Abigail May Quincy, lo stesso giorno del compleanno del padre, seconda di quattro sorelle: Anna Bronson, Elizabeth Sewall e Abigail May. Nel 1834 la famiglia si spostò a Boston per poi trasferirsi nel Massachusetts, dove il padre fondò una scuola sperimentale ed entrò a far parte di un club trascendentale con Ralph Waldo Emerson e Henry David Thoreau. Nel 1840 la famiglia Alcott si trasferì in un cottage a Concord Massachusetts. Per un breve periodo gli Alcott vissero in una comunità chiamata Utopian Fruitlands, che però fallì. Louisa ricevette un’educazione privata (i suoi insegnanti furono Nathaniel Hawthorne, Ralph Waldo Emerson e Margareth Fuller) e a causa delle condizioni economiche in cui gravava la famiglia, fu costretta a lavorare fin da giovane come insegnante occasionale, sarta, governante, aiutante e, in seguito, scrittrice. Nel 1860 iniziò a scrivere per l’Atlantic Mounthly. Allo scoppio della Guerra Civile Americana lavorò come infermiera presso l’Union Hospital a Germantown. Nel 1864 pubblicò il romanzo Mood (Mutevoli amori) storia di una crisi coniugale. Il romanzo suscitò sia ammirazione per il talento della scrittrice ma anche “indignazione per la sua pretesa di trattare questioni scabrose come il ménage a trois e l’amore libero”.
Determinata a fare della sua professione un mestiere redditizio e incoraggiata dal padre, Louisa “scrisse con la mano sinistra e senza grande convinzione l’opera che le avrebbe dato molta fama e denaro”. Il successo letterario arrivò, infatti, nel 1868 con la pubblicazione della prima parte di Piccole Donne (Little Women: or Meg, Jo, Beth and Amy), un racconto semi-autobiografico. Seguirono gli altri tre libri che compongono la saga della famiglia March: Piccole Donne crescono, Piccoli uomini e I ragazzi di Jo. La gran parte dei volumi furono pubblicati nel periodo 1870/79 An Old Fashioned Girl (1870), Aunt Jo’s Scrap Bag (sei volumi, 1871-1879), Eight Cousins e il suo sequel Rose in Bloom (1876), seguono la linea di Piccole Donne. In contrasto con l’idealismo paterno, il senso pratico della Alcott la fece diventare “nota agli editori per la strenua difesa dei diritti d’autore e per sapere negoziare di persona e a proprio vantaggio i suoi compensi”. Dopo la fine della Guerra di Secessione era emersa una generazione di autrici “domestiche” desiderose come la Alcott “di fare della scrittura una professione dignitosa e redditizia”. L’infaticabile autrice aveva composto a ritmi serrati talmente tanti racconti che aveva compromesso l’uso della mano destra. Louisa May Alcott morì a Boston il 6 marzo 1888 due giorni dopo aver visitato il padre sul letto di morte. La morte fu attribuita a un avvelenamento da mercurio contratto durante la Guerra Civile Americana quando era stata curata con un composto a base di mercurio.
Autore: Louisa May Alcott
Titolo: I quattro libri delle Piccole Donne
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2006
Prezzo: 18,80 euro
e-book: 3,99 euro
Pagine: 1144