In “L’Africa verso l’Unità (1945-2000). Dagli Stati indipendenti all’Atto di Unione di Lomè” (Edizioni Nuova Cultura, 2010), il Prof. Gianluigi Rossi ricostruisce, partendo dalla fine del secondo conflitto mondiale, le tappe salienti che hanno caratterizzato il complesso processo storico che ha consentito il passaggio dell’Africa da continente diviso e assoggettato ai colonizzatori, a continente composto da un insieme di Stati indipendenti animati concretamente e sempre più da ideali di Unità e cooperazione.
Ad un decennio dal Vertice di Lomè in cui venne adottato l’Atto costitutivo dell’Unione Africana e a distanza di cinquant’anni da quel 1960 passato alla storia come “Anno dell’Africa” quello del Prof. Rossi è sicuramente un utile saggio per ripercorrere storicamente il cammino verso l’unità in atto nel Continente Africano.
Punto di partenza di questa indagine storica è la decolonizzazione, che non è da considerarsi un fenomeno improvviso ma piuttosto “un complesso processo storico che, se giunge a compimento nella seconda metà del ‘900, ha la sua genesi proprio nel periodo tra le due guerre, che per altro verso, segna l’apogeo del colonialismo” Tuttavia la decolonizzazione per i popoli africani ha finito “per acquistare una portata ben più vasta della mera emancipazione politica” traducendosi “in uno sforzo poderoso diretto a recuperare e a sviluppare in modo autonomo i propri valori originari“. Vengono così analizzati dall’Autore tutti quei fattori che hanno contribuito a determinare la crisi del colonialismo e la conseguente formazione degli Stati nazionali in Africa, l’atteggiamento assunto in merito dalle Nazioni Unite sino all’adozione della celebre dichiarazione sulla concessione dell’indipendenza ai paesi e popoli coloniali dell’Assemblea Generale del 14 dicembre 1960 che oltre a porsi “come punto di riferimento costante di tutta la successiva azione svolta dall’Onu in questa materia” supera per la prima volta il concetto di gradualità in materia di decolonizzazione.
Ma “L’Anno dell’Africa”, non ha registrato solo un repentino aumento numerico degli Stati Africani dopo le poche indipendenze che si erano avute negli anni cinquanta. Il 1960 ha costituito infatti anche una sorta di spartiacque fra una prima e una seconda ondata di indipendenze diverse non solo da un punto di vista cronologico, ma anche e soprattutto differenti per le modalità in cui queste si sono espletate. Nel caso delle “prime indipendenze” uno spazio particolare è dedicato dall’Autore alle vicende delle ex colonie italiane a cui vengono consacrati diversi paragrafi di approfondimento. Di fatto in tutto il saggio si può evincere una peculiare attenzione rivolta alla politica italiana in talune questioni specifiche e questo proprio al fine di sottolineare che “dopo il 1945 il ruolo dell’Italia nella storia dell’Africa e dell’Africa nella storia e nell’azione diplomatica dell’Italia, è stato meno marginale di quanto potrebbe a prima vista apparire”.
Se il primo macrotema del volume è costituito dunque dal movimento degli Stati africani verso l’indipendenza, il secondo macrotema è da individuarsi senza dubbio nel movimento degli stessi verso un’Unità organizzativa e cooperativa. L’Autore ne ricostruisce meticolosamente i passaggi fondamentali partendo dai lavori della Conferenza al vertice di Addis Abeba -la quale nonostante le opposte tendenze emerse, vide alla fine “prevalere la tesi secondo la quale all’unità poteva arrivarsi solo con la gradualità“- che portò all’approvazione della Carta istitutiva dell’Organizzazione dell’Unità Africana entrata in vigore il 3 settembre 1963, giungendo ad analizzare quel bilancio di fine millennio che, in un contesto radicalmente mutato, ha portato gli Stati africani ad una ridefinizione dei propri obiettivi. Risultato di questa ridefinizione l’adozione, il 12 luglio 2000, al vertice OUA di Lomé , dell’Atto Costitutivo dell’Unione Africana chiamato a sostituire, una volta completate le procedure di ratifica, la Carta del 1963 per “consentire all’Africa di affrontare meglio e con maggior efficacia le sfide poste dal nuovo millennio“
Completano il volume alcuni documenti allegati di fondamentale importanza: la Carta africana dei diritti dell’Uomo e dei Popoli (1981), la Carta istitutiva dell’Organizzazione dell’Unità Africana Addis Abeba, 25 maggio 1963) e l’Atto Costitutivo dell’Unione Africana (Lomè, 12 luglio 2000).
Gianluigi Rossi, ordinario di Storia dei Trattati e Politica Internazionale presso la facoltà di Scienze Politiche della Sapienza Università di Roma; è inoltre docente di Storia e Istituzioni dei Paesi afro-asiatici e Preside della medesima Facoltà. Tra i suoi lavori più importanti si segnalano: “L’Africa italiana verso l’indipendenza, 1941-1949” (1980) e “Storia delle relazioni internazionali, testi e documenti” (2004), in cui ha esaminato criticamente, insieme ad altri autori, le fonti per la storia delle relazioni internazionali. Dirige la rivista “Africa” dell’Istituto Italiana per l’Africa e l’Oriente -ISIAO (Roma) ed è membro della Commissione del Ministero degli Affari Esteri per il riordinamento e la pubblicazione dei Documenti Diplomatici Italiani. Ha svolto diverse missioni di studio in vari Paesi africani e asiatici.
Autore: Gianluigi Rossi
Titolo : L’Africa verso l’Unità (1945-2000). Dagli Stati indipendenti all’Atto di Unione di Lomè
Editore: Edizioni Nuova Cultura (Collana Interpolis)
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 15 euro
Pagine: 185