È un piroscafo che si getta nel blu dell’Oceano Atlantico il protagonista di “Un matrimonio inglese” (Astoria, 2010) di Frances Hodgson Burnett. Sono stati il Fato e la Vita che “pianificano la trama” e che conducono le navi avanti e indietro tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti a far incontrare Rosalie Vanderpoel e Sir Nigel Anstruthers. Alla fine del XIX Secolo è diventata consuetudine scambiare un titolo nobiliare con un grande patrimonio.
Nigel Anstruthers “un uomo che osservava con aria di consumata puntigliosità regole e cortesie sociali che considerasse opportuno praticare” sbarca a New York in cerca di una giovane americana provvista di ricca dote. Rosalie Vanderpoel “graziosa e ammirata e circondata da un lusso esagerato” è la figlia di un magnate statunitense. I Vanderpoel “il cui patrimonio faceva parte integrante della storia del paese” con il tempo hanno acquistato “l’onnipotenza del benessere”. Dopo la seconda generazione “apparvero le bellezze femminili e furono sfruttate al meglio”. Nigel e l’ingenua Rosalie si sposano e il piroscafo ancora non si è staccato dal porto di New York direzione il vecchio mondo che l’uomo già si è rivelato per quello che è veramente “uno squallido bruto”. Solo Bettina detta Betty, la sorellina di dieci anni di Rosalie, ha intuito cosa si cela dietro i modi ossequiosi del cognato. L’istinto di Betty è infallibile e la ragazzina ha odiato Nigel fin dalla prima volta che l’ha visto. Ma oramai è troppo tardi Rosalie si trova a Stornham Court nel Kent segregata nella dimora decadente degli Anstruthers in balia del marito e dell’odiosa suocera. L’esistenza per Rosalie assomiglia a una morte lenta, la giovane sposa si domanda perché non arrivi nessuna lettera da New York. Forse anche i genitori e la sorellina si sono dimenticati di lei. Dodici anni dopo questo infausto matrimonio Betty è diventata una donna bellissima dal temperamento ardente e volitivo. Nel frattempo “l’America scopriva l’Europa, quel continente scopriva l’America”. Bettina decide di scoprire che fine abbia fatto la sorella per capire la ragione del suo silenzio. Che cosa troverà Betty a Stornham Court?
In Shuttle Frances Hodgon Burnett, nata a Manchester ma diventata cittadina americana nel 1905, pone in rilievo le differenze culturali tra la vecchia Inghilterra e la giovane nazione americana. Betty l’eroina del romanzo, spirito indomito, dichiara orgogliosamente che “l’America non resta ferma. Va a prendersi ciò che vuole”. Molte sono le differenze tra le due nazioni, di mentalità, di gusti e stili di vita, del ruolo che la donna debba ricoprire in società. Betty rappresenta la donna moderna alla quale è stata concessa non solo una straordinaria bellezza, “possedeva un magnifico portamento” ma è anche “un genio per la vita, per l’esistenza stessa, per aiutare gli altri a vivere, per vivificare la vita in sé e per sé”. Rosalie è stata mandata a studiare in Francia e ha una mentalità aperta. La giovane donna nel treno preso alla stazione di Charing Cross a Londra diretto verso il Kent, ha modo di scoprire quell’Inghilterra che finora ha letto nei romanzi e ammirato nei dipinti. “Sì, era l’Inghilterra, proprio l’Inghilterra. L’Inghilterra di Constable e Morland, della Mitford e della Austen, delle sorelle Bronte e di George Eliot”.
Nell’epoca storica nella quale è ambientato il romanzo “molti inglesi avevano sposato bellezze americane”. Con il termine di Bucanieri erano definiti quegli americani i quali dotati di nuove ricchezze andavano all’arrembaggio dell’arte e della cultura del vecchio continente per agguantare tutte quelle tradizioni che loro non possedevano essendo un paese giovane e senza storia. Edith Wharton nel suo ultimo romanzo The Buccaneers descrisse con stile e ironia i pregiudizi e le convenzioni sociali che dividevano America e Inghilterra. L’autrice de Il piccolo Lord, dove questo tema era già stato posto in rilievo, è brava nel descrivere gli ambienti sofisticati americani, dove una traversata rappresentava un evento. I grandi piroscafi che solcano l’Atlantico contribuiscono ad avvicinare due mondi che finora erano rimasti distanti.
“L’Oceano Atlantico si frapponeva tra lei e le persone che l’avevano amata e protetta per tutta la sua breve vita, e la carrozza la sospingeva verso la casa dove avrebbe vissuto, sola, come compagna di quest’uomo fino alla fine della propria esistenza”.
Frances Hodgson Burnett nacque il 24 novembre 1849 a Manchester in Inghilterra e morì a Plandome vicino a New York il 29 ottobre 1924. Commediografa e scrittrice è nota soprattutto per le sue storie per ragazzi, Il Piccolo Lord (1886), La piccola principessa (1905), Il giardino segreto (1909). Iniziò a scrivere presto per aiutare la sua famiglia. La sua prima storia fu pubblicata in Godey’s Lady’s Book nel 1868. Nel 1888 vinse un processo in Inghilterra sui diritti d’autore de Il Piccolo Lord, stabilendo un precedente che fu inserito nella legge britannica sul copyright del 1908. La sua caratteristica di scrittrice era di abbinare dettagli realistici della classe lavoratrice con una trama romantica.
La Casa Editrice Astoria è nata recentemente a Milano e pubblica libri dedicati al pubblico femminile scritti da autrici spesso ingiustamente dimenticate. Dalla fine di ottobre sono tre i titoli disponibili oltre al romanzo della Burnett: Charlotte Perkins Gilman La governante e altri problemi, Marina Morpurgo Sono pazza di te (ma fino a un certo punto) e Stella Gibbons La fattoria delle magre consolazioni.
“Mi sono appassionata a donne spiritose e un po’ messe ai margini dall’industria editoriale” ha dichiarato Monica Randi Direttore Editoriale “che ci raccontano, con grande acutezza e altrettanta grazia, storie che ancora ci riguardano, ci toccano, ci fanno sorridere… ”. Marina Morpurgo promette: “certamente pubblicheremo anche uomini. Non amo i ghetti di nessun genere”.
Infine una curiosità: il nome della neonata Casa Editrice deriva da quello di un albergo di Francoforte nel quale un gruppo di amiche professioniste del settore editoriale di nazionalità ed età diverse si riunivano per scambiarsi informazioni sulla Fiera del libro.
Autore: Frances H. Burnett
Titolo: Un matrimonio inglese
Editore: Astoria
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 20 euro
Pagine: 507