“Pertini“ (Fandango, 2010) è una raccolta delle splendide strisce di Andrea Pazienza dedicate ad uno dei più amati presidenti della nostra tanto bistrattata repubblica. Irriverenza e amore (l’artista stimava molto quell’uomo la cui immagine con la pipa alla finale di Spagna ’82, terzo mondiale vinto dall’Italia, fece il giro del pianeta) si mescolano in continui ed ossessivi passaggi che ripercorrono il periodo della Resistenza al nazifascismo e della prima fase repubblicana.
Il dileggio simpatico e colto si affianca ad un impeto di “affetto e ammirazione” che rendono uniche le tavole del fumettista (a breve a Roma una mostra dedicata a questa ed a altre raccolte con lo stesso personaggio “Pertini”); Pazienza procede per collegamenti, astuti giochi di parole, smorfie, cambi repentini di passo.
L’alter-ego Paz – il personaggio irriverente, disobbediente e volutamente sciocchino – cammina a braccetto con il “suo” Pertini saggio, severo ma in fin dei conti paterno (una sorta di “nonno degli italiani”) e ripercorre l’Italia padana e appenninica, dal profondo Nord alla bassa Toscana passando per la dorsale mediana (a Pavana, in un divertente cammeo, anche l’incontro con il maestrone Guccini, qui “Guccino”, qui disegnato come un gigante ombroso “porta iella”).
Pertini diventa l’emblema di una classe dirigente italiana che cerca una morale e un’etica ma si scontra con una realtà tutt’altro che sana e onesta, il simbolo di una Resistenza intesa come un valore condiviso e condivisibile e lontana da ogni propaganda di parte; una luce nella notte profonda della repubblica con troppi scheletri nell’armadio, piduista e corrotta, e oggi, ancora di più, non all’altezza della storia del nostro paese.
Pazienza è bravissimo ma questo si sapeva già. Il suo lascito è un’eredità inestimabile perché la sua storia racconta di un artista capace di unire studio e passione, capacità e genio, antico e moderno (risultando ancora oggi uno dei più amati disegnatori, anche dalle nuove generazioni, della nostra panorama artistico. Il volumetto della Fandango – che non è il primo e non sarà l’ultimo – è tra l’altro impreziosito da una breve prefazione di Dario Fo. Ma le parole del premio Nobel non servono ad arricchire un libro che già di suo è forse il più bello, sicuramente il più politico, di Andrea Pazienza.
Autore: Andrea Pazienza
Titolo: Pertini
Editore: Fandango
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 18 euro
Pagine: 143
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