Per Franca Valeri autrice di “Bugiarda no, reticente” (Einaudi, 2010) “La mente è una minuziosa macchina da presa che entra in tutte le stanze del passato, non sfugge uno sgabuzzino, né il balcone di una cucina”.
Con questa autobiografia dedicata “alla Signora Cecilia, la mia mamma”, volutamente stringata e sobria secondo lo stile dell’autrice, la grande Signora dello spettacolo italiano ricorda attraverso battute fulminanti e pensieri paradossali la propria vita professionale e privata. “Mi accorgo di essere diventata un cantastorie”. Un’esistenza straordinaria narrata però sottotono appunto con reticenza. Un modo per celebrare novant’anni di vita di Franca Norsa nome d’arte Valeri scelto nei primi anni Cinquanta dall’amica Silvana Ottieri che in quel periodo stava leggendo un libro del poeta Paul Valéry. “Sei sei in preda all’insonnia è una specie di verifica del ricordo”, ed ecco che i ricordi notturni arrivano a caso e non in ordine cronologico. Nata in una famiglia milanese alto borghese, padre ingegnere “molto ironico” che non era propriamente convinto delle aspirazioni artistiche della figlia, Franca Valeri conserva retaggio delle sue origini “un vistoso servizio da tè d’argento” che fa bella mostra di sé nel soggiorno dell’attrice. “La mamma non era una donna frivola… ” anzi, aveva organizzato per i figli, un maschio e una femmina, le lezioni di francese, aveva scelto per loro la scuola “rigorosamente pubblica” e conduceva Franca alla Scala. Dal padre “raffinato, esterofilo, antifascista e goloso” la Valeri ha ereditato la comune passione per la cioccolata.
“La Franca non è bugiarda, è reticente” da una delle tante storiche frasi della madre di Franca Valeri nasce il titolo dell’autobiografia, di poco più di cento pagine nelle quali è raccontata una lunga appassionante vicenda artistica divisa tra teatro, cinema e tanta tv di qualità.”Ho imparato da mia madre che degli uomini, specie quelli della tua vita, non si può sapere tutto”. Poiché “la mente è una minuziosa macchina da presa che entra dentro tutte le stanze del passato” l’autrice in questa personale veglia dei ricordi, mentre accanto a lei il suo cane russa dolcemente, rievoca il colore celeste della stanza del fratello e la sua camera “sul verdino veneziano”. La passione per il Teatro alla Scala è nata fin da piccolissima, quando “gli amici che mi ospitavano avevano un palco di proscenio a picco sull’orchestra”. Il profumo strano che proveniva dal palco, le toilette delle signore, quel “rigore affettuoso” e l’atmosfera magica della sala riempivano gli occhi e il cuore di una fanciullina borghese, che già sentiva dentro di sé il sacro fuoco della passione artistica. Le vacanze al mare a Riccione dove nel mare calmo e pulito all’improvviso i bagnini romagnoli creavano con i pattini un cerchio al cui interno “galleggiava un pallone o una zucca: era la testa del Duce”. “Nel ’38 un preciso capitolo delle leggi razziali vietava agli ebrei di avere domestici ariani… ” sono i ricordi legati al periodo oscuro del ventennio fascista, perché il padre dell’attrice era di religione ebraica. Lo sbarco a Roma avviene per entrare all’Accademia d’Arte Drammatica “ancora sulla ventina, con un paio di valigie da signorina di buona famiglia… ”. Il debutto parigino con la Compagnia dei Gobbi è del 1949 in un teatrino del Quartiere Latino con i Carnet de notes n.1 e poi nel ’50 con Carnet de notes n. 2 insieme a Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci “tre giovani italiani sconosciuti”. In seguito “anche il Teatro dei Gobbi è finito con la fulminante fatalità delle cose dei giovani. Prima Alberto, poi al suo posto entra Luciano Salce”.
Franca Valeri non aveva ancora dieci anni e già imitava. La sua prima vittima era stata la signorina Gisella De Amicis la professoressa del ginnasio. “La Signorina Snob è il primo personaggio che è nato nella mia già carriera, vestito di parole scritte”. La mitica Signorina Snob nasce imitando il linguaggio e gli atteggiamenti delle signore “bene” di Milano, sbeffeggiate con grazia da Franca e dalle sue storiche amiche Billa e Silvana. “Lo snobismo è un atteggiamento troppo importante e troppo antico della società per essere preso alla leggera”. Alla fine degli anni quaranta in radio la Signorina Cesira, che in seguito negli anni sessanta diventerà la Signorina Snob, in televisione spopola. È un’imperdibile parodia dei comportamenti ipocriti della borghesia milanese, portati in luce da una donna dalla verve elegante, ironica, unica, la quale considera il proprio lavoro come “quel meraviglioso individuo che ci accompagna. È stato per me generoso, ma pretende”. Come dimenticare la Sora Cecioni “personaggio invasivo”, romana popolare sempre al telefono con mammà, autentico fenomeno di costume? Dei tanti film interpretati da Franca Valeri, ricordiamo Il segno di Venere (1955) di Dino Risi, nel quale la stessa Valeri ha scritto il soggetto insieme a Edoard Anton e Luigi Comencini e la sceneggiatura insieme a Edoardo Anton, Ennio Flaiano, Dino Risi (con la collaborazione di Cesare Zavattini). La pellicola è un divertente e sagace ritratto di due cugine, una milanese Cesira/Franca Valeri e l’altra meridionale, una statuaria Agnese/Sophia Loren. Ne Il vedovo (1959) Franca Valeri è una donna d’affari milanese di successo che ha sposato un industriale romano, Alberto Sordi, dalle scarse capacità imprenditoriali definito dalla moglie “cretinetti”.
Il lettori scopriranno che Franca Valeri scrive come recita, con una prosa fulminante e scabra, senza fronzoli. Il suo del resto è sempre stato un fine umorismo assolutamente inimitabile, perché “la comicità è un lavoro del cervello”.
“Quando si dorme soli, come mi capita ormai da molto tempo, la memoria nel buio è fatale raccontarsela; così si scopre che i luoghi hanno contato più delle persone”.
Franca Valeri pseudonimo di Franca Norsa è nata a Milano il 31 luglio 1920 ed è stata attrice, conduttrice televisiva e scrittrice di teatro e cinema. Nel 1942 in seguito al fidanzamento con il futuro consorte Vittorio Caprioli, dal quale divorzierà nel ’74, al rientro in Italia dopo il successo ottenuto con il fortunato esordio a Parigi, entra nella compagnia del Teatro dei gobbi. Nel ’46 entra nella rivista iniziando una brillante carriera lavorando accanto a Totò, Alberto Sordi e Sofia Loren. Al teatro di prosa si accosta nel ’48 in Caterina da Siena di Giovanni Testori. Grazie anche alla radio, crea alcuni dei suoi personaggi più famosi: la signorina Cesira, diventata la signorina snob per la televisione e la Signora Cecioni, una romana popolana, sempre al telefono con mammà. Tra il ’50 e il ’60 gira vari film tra i quali Luci del varietà di Lattuada e Fellini e molte commedie spesso al fianco di Alberto Sordi citiamo Il vedovo (1959). È una delle protagoniste del varietà televisivo degli anni Sessanta spesso diretta da Antonello Falqui: Studio Uno (1966), Le divine (1969), Sabato sera (1967) condotto da Mina. Negli anni Novanta ha partecipato a fiction e sit-com. È una grande appassionata di opera lirica e si è dedicata anche alla regia operistica. Nel 2006 ha recitato in Les bonnes di Jean Genet. Recentemente le è stata conferita dall’Università degli Studi di Milano la laurea ad honorem in Lettere.
Info: video “La sora Cecioni”
Autore: Franca Valeri
Titolo: Bugiarda no, reticente
Editore: Einaudi
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17 euro
Pagine: 198
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