“Luce del mondo. Il Papa la Chiesa e i segni dei tempi“ (Libreria Editrice Vaticana, 2010) è il terzo libro – intervista che il giornalista tedesco firma insieme a Papa Benedetto XVI.
Un colloquio che spazia dai grandi temi della fede “dal ’68 la fede cristiana è entrata in contrasto con un nuovo progetto di società e ha dovuto fronteggiare idee ostentate con prepotenza” e del mondo ma soprattutto un dialogo nel quale viene fuori un ritratto inedito dell’uomo Ratzinger.
Il Papa, infatti, si racconta parlando della Chiesa, della morale, di questioni scottanti, del destino dell’uomo e soprattutto di se stesso.
“Mi accorgo che le forze stanno diminuendo: bisogna risparmiare le energie e riservare tempo al riposo. Niente cyclette né sport”.
Il titolo di copertina è vergato di rosso con la scrittura autografa del Papa. Il volume è stato presentato il 23 novembre presso la Sala Stampa vaticana alla presenza di Benedetto XVI ma l’Osservatore Romano aveva già anticipato alcuni stralci del dialogo domenica 21. Immediatamente alcuni brani hanno suscitato polemiche e discussioni infinite come forse il più clamoroso quello che riguarda l’uso del profilattico. In materia il Vescovo di Roma dice “Vi possono essere singoli casi giustificati, ad esempio quando una prostituta utilizza un profilattico, e questo può essere il primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può far tutto ciò che si vuole”. Ricordiamo al tal proposito la posizione del Vaticano contraria ai preservativi come metodo di controllo delle nascite formalizzata da Paolo VI nel 1968 nell’enciclica Humanae Vitae.
Il volume (50 mila copie come tiratura iniziale) è già andato esaurito, ora in via di ristampa mentre stiamo scrivendo e del quale si stanno preparando traduzioni in più di venti lingue, ritrae un Pontefice dal volto umano, fine teologo che ammette che il Papa non è sempre infallibile “in determinate circostanze e a determinate condizioni, il Papa può prendere decisioni in ultimo vincolanti”. Sollecitato da Seewald, ricorda ciò che provò nella cosiddetta “Camera delle lacrime” pochi minuti dopo essere stato eletto Papa: “Signore, cosa mi stai facendo? Ora la responsabilità è tua. Tu mi devi condurre! Io non ne sono capace. Se tu mi hai voluto, ora devi anche aiutarmi!”.
Il 265esimo Papa della Chiesa assoluta racconta con semplicità la sua vita privata quando Seewald gli domanda “Che cosa fa un Papa nel tempo libero?”. Posto il fatto che Ratzinger ha a disposizione poco tempo libero il Pontefice, considera come un momento di distensione i pasti in comune consumati con la famiglia pontificia “quattro donne della comunità dei Memores Domini e i due segretari”. Anche il Santo Padre vede con interesse i notiziari e “qualche volta anche un dvd” come il film sulla santa africana Giuseppina Bakhita e le pellicole dedicate a Don Camillo e Peppone. Dopo un Papa giramondo, abilissimo a gestire i rapporti con i media, un Pontefice più riservato, più conservatore anche lui venuto da un paese lontano seduto sul soglio di Pietro. Ratzinger ricorda il suo predecessore, le ultime ore prima della morte di Wojtyla “era molto sofferente, eppure molto lucido… ci siamo lasciati stringendoci le mani con affetto, nella consapevolezza che sarebbe stato il nostro ultimo incontro”.
Non mancano riferimenti importanti riguardo due questioni spinose come la pedofilia nella Chiesa “alla Congregazione per la Dottrina della Fede mi ero occupato dei casi americani… ma le dimensioni furono comunque uno shock” e la figura controversa di Papa Pacelli “Pio XII ha fatto tutto il possibile per salvare delle persone… credo che abbia capito quali sarebbero state le conseguenze di una protesta pubblica”. Una sorta di mea culpa perché tedesco nei confronti dello sterminio nazista “quanto accaduto nel Terzo Reich ci ha colpito come tedeschi e tanto più ci ha spinto a guardare al popolo d’Israele con umiltà, vergogna e amore”. Un accenno anche all’Islam e al burqa “per quanto riguarda il burqa, non vedo ragione di una proibizione generalizzata. Se le donne islamiche lo indossano senza costrizioni, non vedo perché glielo si debba impedire”. Ratzinger ribadisce inoltre il suo no alle donne prete “non siamo stati noi a creare questa forma della Chiesa, bensì è costitutiva a partire da Lui. Seguirla è un atto di obbedienza”.
Nei diciotto capitoli dell’intervista fatta da Seewald al Pontefice in lingua tedesca la scorsa estate, durante il soggiorno estivo a Castel Gandolfo dal 26 al 31 luglio per un totale di sei ore, il lettore ha modo di capire il percorso umano del Santo Padre il quale con candore confessa che quando è stato eletto Papa ha avuto come “la sensazione di una ghigliottina che mi calava addosso, è stato per me un vero shock”. Non solo quindi un bilancio dei primi cinque anni di pontificato del Papa tedesco ma anche una sfida alla crisi che in questi ultimi anni ha attraversato la Chiesa di Roma. “Una visione profetica” quella di Benedetto XVI contenuta nel libro, come la definisce il vaticanista Giancarlo Zizola nel suo articolo su La Repubblica del 21 novembre scorso, nella quale Ratzinger riconosce “che la carica è divenuta insostenibile per un uomo solo e che va integrata con elementi di partecipazione collegiale molto più reali di quelli finora adottati”.
Una luce attraversa tutto questo moderno faccia a faccia, dove Benedetto XVI fa sue le parole del Piccolo Principe di Antoine de Saint – Exupéry quando Seewald gli chiede se crede ancora a quello che credeva da bambino “Direi che il semplice è vero, e il vero è semplice. Il nostro problema consiste nel fatto che, per i troppi alberi, non riusciamo più a vedere la foresta; che con tutto questo sapere, non troviamo più la sapienza. In questo senso anche Saint – Exupéry nel Piccolo Principe ha ironizzato sull’intelligenza del nostro tempo, mostrando come essa trascuri l’essenziale e che invece il Piccolo Principe, che di tutte quelle cose intelligenti nulla capisce, in fin dei conti vede di più e meglio”.
Joseph Alois Ratzinger è nato a Marktl am Inn in Baviera il 16 aprile 1927. È stato eletto Papa il 19 aprile 2005. Ha compiuto inizialmente i suoi studi in filosofia all’Università di Monaco di Baviera e in seguito alla scuola superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga, dove discusse la tesi di teologia dal titolo Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di sant’Agostino. Il 29 giugno 1951 all’età di ventiquattro anni è stato ordinato sacerdote insieme a suo fratello Georg. Nel ‘56 Ratzinger superò l’esame di abilitazione alla libera docenza. Per il giovane professore fu un’esperienza fondamentale, la partecipazione dal 1962 alle sessioni del Concilio Vaticano II, dove acquisì notorietà internazionale. Per dieci anni dal ’59 al ’69 fu insegnante a Bonn, Munster e Tubinga. Nel ’69 divenne professore ordinario di Teologia Dogmatica e storia dei dogmi all’Università di Ratisbona. Nel 1977 fu nominato Arcivescovo di Monaco e Frisinga da Paolo VI e nel giugno dello stesso anno Paolo VI lo creò Cardinale. Nel ’78 prese parte ai conclavi che elessero Papa Giovanni Paolo I e Papa Giovanni Paolo II. Nel 1981 Giovanni Paolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Nel 1993 fu elevato alla dignità di cardinale vescovo e gli fu affidata la sede suburbicaria di Velletri – Segni, che mantenne fino alla sua elezione a Papa. Nel 2002 divenne decano del collegio cardinalizio.
Peter Seewald è nato il 10 luglio 1954 a Bochum in Germania. Giornalista freelance e scrittore. È stato direttore del Mirror e redattore di Stern. Ha pubblicato Joseph Ratzinger, Il sale della terra: il cristianesimo e la Chiesa cattolica nel XXI secolo – Una conversazione con Peter Seewald (1996), Dio e il mondo – la fede e la vita nel nostro tempo (2000), Quando ho cominciato di nuovo a pensare a Dio (2004), Il Papa tedesco – Da Joseph Ratzinger a Benedetto XVI (2005), Benedetto XVI. Un ritratto della zona (2005), Benedetto XVI. Leben und Auftrag. Vita e missione (2006), Gesù Cristo: La biografia (2009). Sei giorni di fila, un’ora al giorno per intervistare Benedetto XVI “E lì ho fatto un errore madornale”, ha raccontato Seewald in una recente intervista “Per paura che qualcosa potesse incepparsi, di registratori ne avevo portati quattro. Tre digitali, uno vecchio, di quelli con la cassetta. Io avevo sperato di poter aggiungere a ogni incontro almeno dieci minuti, così alla fine, mi sarei ritrovato con sette ore di registrazione. Peccato che quando la cassetta da un’ora finiva, il registratore faceva un inconfondibile clac. E il Papa, uomo assai disponibile ma anche preciso, mi dava appuntamento al giorno dopo”.
Autore: Benedetto XVI
Titolo: Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi. Una conversazione con Peter Seewald
Editore: Libreria Editrice Vaticana
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 19,50 euro
Pagine: 284
Uno dei maggiori teologi cattolici, Hans Kung, scomunicato da Ratzinger scrive, senza mezzi termini: «Joseph Ratzinger ha paura. E come il Grande Inquisitore di Dostoevskij, niente egli teme più della libertà. Ritorna la vecchia musica di Roma: a Ratzinger il potere curiale appare di nuovo un privilegio divino; la critica e l’opposizione non sono previste. (…) Il “Prefetto della fede” difende la necessità della scomunica che, mai pronunciata contro delinquenti “cattolici” ben noti come Adolf Hitler e i dittatori latino-americani, qui viene chiaramente minacciata nei confronti dei teologi cattolici critici (…)
Non si brucia più nessuno; ma, se è necessario, si è pronti ad annientare psichicamente e professionalmente. (…)
I metodi sono i soliti: la demonizzazione dell’avversario come causa di confusione, che si permetterebbe di turbare il sacro ordine. (…) Non di rado il ricorso ad ambigue contrapposizioni e a falsi fronti, che avvertono ovunque odore di eresia. Si riflette qui l’arroganza del potere: ora l’ex professore nega dall’alto qualsiasi autorità teologica alle conferenze episcopali (scomode): (…) crede di potersi presentare al mondo come la norma incarnata dell’ortodossia cattolica: “La vèritè catholique c’est moi [La verità cattolica sono io]. (…)
da: LA RELIGIONE CHE UCCIDE
COME LA CHIESA DEVIA IL DESTINO DELL’UMANITÀ
(Nexus Edizioni), giugno, 2010.
517 pagine, 130 immagini, € 25
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