Chi scrive crede che sia veramente difficile poter recensire in maniera oggettiva l’ultimo libro di Maurizio De Giovanni dal titolo “Il giorno dei morti” (Fandango, 2010) perché quando entrano in gioco i sentimenti e ci si affeziona ai protagonisti di una storia, il criterio di valutazione ne risulta alterato. Intanto si può dire con una certa sicurezza che “Il giorno dei morti” è il romanzo italiano più interessante del 2010, al di là dei vari Strega e Campiello che certamente non sono indicativi della qualità letteraria in Italia.
Il protagonista è ancora una volta l’abile commissario Ricciardi che si trova a dover affrontare un caso apparentemente banale ma che, invece, possiede risvolti orribili.
La vicenda si svolge a Napoli, pieno autunno, e ai piedi dello scalone di Capodimonte viene trovato il cadavere di uno scugnizzo senza segni di violenza sul proprio corpo. È morto di morte naturale, probabilmente a causa delle cattive condizioni in cui versava. Ricciardi, dotato del dono – il “Fatto” – di vedere i morti nel momento prima di morire, non riesce a percepire però il bambino e il suo ultimo pensiero accanto al corpo e comincia, contro tutto e tutti, una personale indagine per accertare i retroscena di una morte che possiede tanti punti interrogativi.
Ricciardi vede in quel corpicino indifeso il sé bambino, si spinge oltre il limite della razionalità per scoprire la verità, avvalendosi del fidato Maione e del dottor Modo, e attraversando una Napoli ipnotica, suggestiva, violenta, che Mussolini vuole perfetta in occasione della sua visita.
La bravura di De Giovanni, che ci consegna il suo capolavoro, sta nel riuscire a bilanciare tutti gli elementi della vicenda senza rinunciare ad un tocco poetico e a quell’attitudine cinematografica che i suoi romanzi hanno sempre avuto.
A differenza degli altri episodi, il lettore difficilmente riuscirà ad entrare subito nel vivo della vicenda, De Giovanni dapprima delinea e approfondisce i vari personaggi, bagna la scena con una pioggia incessante, rende liquida un’atmosfera omertosa, e poi ci catapulta improvvisamente nel cuore dell’indagine, piena di colpi di scena sul finale.
Ma si farebbe un torto a De Giovanni se si etichettasse questo straordinario romanzo come “giallo” o “noir”, “Il giorno dei morti” elude ed elide ogni genere letterario, non cede il passo al romanzo di genere ma nemmeno ad un tipo di scrittura intellettual-baricchesco pesante e pedante.
Lo scrittore ha il pregio di far appassionare, ridere, commuovere ed emozionare i suoi lettori sapendo usare con abilità tutti i colori di una tavolozza e, alla fine, si esce frastornati, con le lacrime agli occhi, orfani di un mondo che conserveremo gelosamente nel nostro cuore.
Maurizio De Giovanni è nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Ha pubblicato le precedenti stagioni del commissario Ricciardi : Il senso del dolore, La condanna del sangue, Il posto di ognuno (finalista premio Scerbanenco 2009), tutte con Fandango Libri. È tradotto in Francia e in Germania.
Autore: Maurizio De Giovanni
Titolo: Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi
Editore: Fandango
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 15 euro
Pagine: 400