L’Hudson River, “il vecchio fiume del Nord” come lo chiamano i portuali, è teatro del dramma vissuto dai protagonisti di Fronte del porto scritto da Budd Schulberg (Sellerio 2010), traduzione di Alfonso Geraci. Negli anni Cinquanta del XX secolo presso il molo 80 della cittadina portuale di Bohegan “la giornata di lavoro lungo il fiume non finiva mai”. Mentre i passeggeri che stavano per salpare salutavano parenti e amici, una nave portoghese veniva svuotata del suo carico.
Sotto la luce dei potenti riflettori, gli scaricatori irlandesi e italiani anziani e più giovani alacremente “lavoravano in squadre di ventidue”. Sempre più in fretta per non perdere un minuto di tempo caricare e scaricare, perché se si riusciva a fare in un giorno il lavoro di due “lì, c’era il profitto”. Un profitto legale, perché a questo onesto se ne aggiungeva un altro “quello che spettava alla malavita che aveva in tasca il sindacato e i moli di Bohegan”.
Waterfront, una grande tragedia greca di amore, morte e redenzione vissuta sulla pelle del protagonista Terry Malloy ex pugile fallito e lavoratore portuale che porta scritto sul volto i segni del suo destino “col naso schiacciato e gli occhi un pochino infossati per il troppo cuoio assaggiato”. Terry aveva un debole, amava non solo osservare “gli uccelli che aleggiavano fino al fiume e poi viravano in un arco di un quarto di miglio per gettare le loro ombre a cinquanta all’ora sui caseggiati… ” ma allenava i colombi rinchiusi in una stia sul tetto di un’abitazione. “I colombi costituivano la parte tranquilla e gratificante della vita di Terry”. Dopo aver toccato il fondo della propria esistenza nella quale lavorare rappresentava per Terry “la cosa meno faticosa possibile” e dopo essere stato coinvolto insieme al fratello Charley in traffici poco puliti legati a un’organizzazione sindacale che gestiva i lavoratori del porto, egli deciderà di denunciare questi metodi illeciti diventando leader del movimento.
La deposizione in tribunale di Terry, il suo coraggio, importante in questo l’appoggio di Padre Barry e l’amore di Katie Doyle “ragazza tranquilla” non può non far ripensare a un trascorso importante nella vita di Budd Schulberg. Lo sceneggiatore da Oscar negli anni Cinquanta aveva rivelato i nomi degli iscritti all’Associazione giovanile comunista di cui lui stesso aveva fatto parte in gioventù davanti alla Commissione per le attività anti – americane del senatore MacCarthy. L’esperienza della delazione e del conseguente tradimento, certamente non vissuta a cuor leggero, lo accomunava con il suo amico il regista Elia Kazan. L’aver messo all’indice tanti compagni di lavoro allora definiti “rossi” non venne perdonato a entrambi che vennero ostracizzati dall’establishment hollywoodiano e mai assolti del tutto.
Fronte del porto venne pubblicato negli Stati Uniti nel 1955 e in Italia da Garzanti nel 1958. Come poi ci ricorda il manifesto pubblicitario raffigurante Marlon Brando che fa da copertina al romanzo ripubblicato da Sellerio, nel ’54 era uscito il film omonimo diretto da Elia Kazan. La sceneggiatura originale venne scritta dallo stesso Schulberg eccelso autore capace di porre l’accento sugli aspetti più duri della giungla metropolitana americana “Mi trovavo a mio agio con Kazan non avrebbe mai cambiato una riga delle mie sceneggiature”. Kazan fondatore dell’Actors Studios e Schulberg, appartenenti al periodo dorato della Mecca del cinema di Hollywood, confezionarono un film capolavoro. La “storia della presa di coscienza” di Terry Malloy venne girata in inverno nel porto di Hoboken nello Stato del New Jersey. Furono utilizzate come comparse veri lavoratori portuali, tutto ciò ridusse la recitazione dei singoli attori all’essenziale proprio come desiderava il regista. Tra i tanti attori presenti citiamo Karl Malden un Padre Barry in stato di grazia. Fronte del porto ottenne nel ’55 otto Premi Oscar, miglior film, migliore regia, miglior attore (Marlon Brando), migliore attrice non protagonista (Eve Marie Saint), migliore sceneggiatura originale, migliore fotografia, miglior montaggio, migliore scenografia. Nel 1989 è stato inserito fra i film preservati dal National Film Registry presso la Biblioteca del congresso degli Stati Uniti. Fronte del porto “è l’opera più famosa, più importante di Schulberg” scrive Goffredo Fofi nella nota che precede il romanzo.
Con uno stile ruvido e asciutto per rendere al meglio le atmosfere che permeano i luoghi dell’azione quali il molo 80, River Street e il Friendly Bar, Schulberg fa comprendere al lettore l’american way of life, il quale spesso dietro l’aspetto scintillante e superficiale nasconde capitalismo, “successo personale e famigliare e di clan e di etnia”. Non c’è spazio per la speranza nei vicoli di una cittadina portuale dell’east coast statunitense e il finale del libro diverso da quello consolatorio del film divenuto un classico del cinema mondiale di tutti i tempi sta a dimostrarlo. “Caricare e scaricare è un’arte che ha qualcosa di febbrile. Il caposquadra ti sta sempre addosso”.
Budd Schulberg vero nome Seymour Wilson Schulberg è nato a New York il 27 marzo 1914 ed è morto novantacinquenne, il 5 agosto 2009. Sceneggiatore, romanziere, saggista, giornalista sportivo e documentarista di guerra, ha scritto la sceneggiatura di Fronte del porto (1954) e Un volto nella folla (1957) entrambi diretti da Elia Kazan, de Il paradiso dei barbari (1958) regista Nicholas Ray. Ha scritto Il colosso d’argilla che venne portato sullo schermo da Mark Robson nel 1956. Sellerio ha pubblicato Perché corre Sammy (2005) e I disincantati (2007).
Autore: Budd Schulberg
Titolo: Fronte del porto
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 14 euro
Pagine: 463