“Ubik” (Fanucci, 2010) è uno dei testi più conosciuti di Dick ed è improprio definire come fantascienza un libro che ha in sé la potenza del grande romanzo classico, che supera le strutture e rovista nel fondo dell’Io.
Non è facile amare subito un romanzo di Philip Dick per la molteplicità di significati in esso contenuti.
Complesso e ricco di dettagli, il libro comincia ad assumere velocità solamente dopo le prime cento pagine e a rapire il lettore districando a poco a poco i nodi con cura sparsi nelle prime pagine.
Dick è un filosofo della narrativa, un umanista, visionario ed eccentrico, che contrappone la realtà degli uomini a quella delle macchine profetizzando una vittoria di queste ultime sulla volontà d’agire dell’Uomo. Videofonini, porte ostinate che s’aprono solo dietro pagamento, macchine che sospendono l’uomo in una semivita provvisoria dopo la morte, un mondo agghiacciante ma futuribile che il lettore si trova a dover vivere improvvisamente senza alcuna introduzione.
Un mondo fatto di spie che rubano informazioni a grosse multinazionali, di agenzie che neutralizzano questi ladri di informazioni riservate, vite non-vite vissute sotto l’effetto di allucinogeni, confuse, angoscianti, scenari apocalittici.
Ubik è un germe che viene inoculato pian piano, si insedia sotto pelle e tormenta e, a distanza di anni, rimane ancora un romanzo fresco, geniale, profetico, un trip che si esaurisce nelle ultime devastanti pagine, manifesto di una scrittura unica, ancora oggi insuperata in questo filone.
Non abbandonate Joe Chip, il protagonista, non lasciatelo solo nei momenti di difficoltà, abbandonatevi al fascino di Ubik, romanzo-moussaka fatto a strati, fatevi contagiare. Dopo aver terminato il libro, s’agiterà per giorni nel sangue il mondo psichedelico costruito ad arte da Dick, un’esperienza che non ha eguali nella letteratura del novecento, un non-luogo.
Ma parte del merito va anche alla casa editrice Fanucci che ha riproposto questo classico ad un prezzo competitivo per far conoscere anche alle nuove generazioni uno degli autori più geniali della seconda parte del Novecento.
Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928. Nel 1955 esce il suo primo romanzo “Lotteria dello spazio”. Durante un’esistenza segnata dalle difficoltà economiche, scrive capolavori come “La svastica sul sole”, “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” da cui è tratto “Blade Runner” di Ridley Scott, e “Ubik”. Negli anni settanta pubblica l’ultima opera, la Trilogia di Valis. Muore il 2 marzo 1982 in seguito a una serie di attacchi cardiaci. La notorietà di Philip K. Dick deve molto agli adattamenti cinematografici, tra cui “Atto di forza” (1990), “Screamers – Urla dallo spazio” (1995), “Impostor” (2002), “Minority report” (2002), “Paycheck” (2003), “Un oscuro scrutare” (2006). Nel 2008 è uscito il film “Next” con Nicholas Cage, tratto dal racconto “The Golden Man”.
Autore: Philip K. Dick
Titolo: Ubik
Editore: Fanucci
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 12,90 euro
Pagine: 223