Ne “La biblioteca dei libri proibiti“ di John Harding (Garzanti 2010), così esordisce la dodicenne Florence, l’orfana protagonista di questo romanzo che unisce amore per i libri, mistero e suspence.
“È una storia curiosa quella che ho da raccontarvi, non facile da assimilare e comprendere, ed è una bella fortuna che io abbia le parole adatte a questo compito”.
Nel 1891 nel New England Florence, un’intuitiva ragazzina, che se la cava bene con le parole, vive insieme al fratellino Giles più giovane di tre anni “più svelto di gamba che di cervello” a Blythe House “una magione in pietra scrostata con un sacco di stanze”. Il tutore dei bambini è uno zio misterioso che vive a New York e non sembra interessarsi al benessere dei nipotini. Florence e Giles sono allevati dai domestici, la governante la signora Grouse “appoltronata a cucire o attavolata davanti a una baraonda di scartoffie… ”, la grassa cuoca Meg “sorridente e nella farina fino ai gomiti” e John il domestico tuttofare.
Quando scende la notte e nell’enorme abitazione regnano silenzio e ombre, Florence si dirige sicura nella biblioteca leggendo quei libri che lo zio le ha impedito di leggere, quindi proibiti. Lo zio “era contrario all’istruzione femminile” in seguito a una delusione amorosa. L’intelligenza di Florence ha però del prodigioso, perché la bambina ha imparato a leggere da sola “un giorno in biblioteca mi imbattei in un sillabario per bambini… così cominciò la furtiveria della mia vita”. Sterminato è l’elenco dei romanzi che Flo divora nascosta in biblioteca, un luogo freddo e polveroso “ogni centimetro di parete è rivestito di scaffali di legno, da cima a fondo, tutti stipati di libri”. I volumi sono il rifugio della piccola orfana, fedeli amici che non deludono mai. Unico compagno di giochi e di avventure è l’allampanato Theodore Van Hooser figlio della “famiglia che abita nella proprietà confinante”. Theo scrive delle improbabile poesie d’amore a Florence ma quest’ultima le critica e le cestina con una crudeltà che non scalfisce minimamente la devozione ostinata di Theo “Non posso dire, non posso parlare, a New York mi tocca tornare, ci andrò solo con la testa. Qui con Florence il mio cuore resta”.
Il titolo originale de La biblioteca dei libri proibiti è Florence e Giles. Ricorda il titolo di un romanzo dedicato al modo dell’infanzia. Gli elementi ci sono tutti: due orfanelli, uno zio scontroso, una casa enorme piena di specchi pericolosi, un segreto legato alle origini della nascita dei fratelli. “Non ricordavo nulla dei miei genitori: mia madre era morta di parto e mio padre circa quattro anni dopo in un incidente nautico con la mia matrigna, madre di Giles”. Ciò che colpisce in questo volume è la straordinaria intelligenza di Florence, la sua determinazione, la sua curiosità stimolata dalla lettura di autori quali Charles Dickens, Walter Scott, George Eliot, Jane Austen. L’autore preferito di Florence è un certo William Shakespeare “aveva poetizzato il linguaggio”. Forse è per questo che la ragazzina dalla mente acuta e dal cervellino fino si diverte a scespirizzare qualche parola: romanzata d’amore, disannoiare, si peperonizzò…
Mentre Florence legge I misteri di Udolpho di Ann Radcliffe, romanzo gotico per eccellenza, intende assolutamente scoprire i misteri e le menzogne che si celano dietro la sua venuta al mondo. Perché la nuova istitutrice la signorina Taylor che ha gli occhi simili a quelli dei serpenti sembra determinata a odiarla? Florence intuisce che è una sinistra creatura che ha portato odio e distruzione nel mausoleo di Blythe House. Ora il suo compito è di contrastarla ad ogni costo. “Quella sera indugiai sveglia a letto ascoltando i rumori della vecchia dimora che si preparava per la notte, gli scricchiolii e i cigolii di assestamento dopo una dura giornata passata a ospitare tutti noi e le nostre speranze, le nostre paure e i nostri segreti”.
John Harding fa intenzionalmente perdere il lettore nei bui corridoi dell’antica magione. Ogni stanza nasconde un colpo di scena, un intrigo, un mistero. I personaggi sono ben caratterizzati ma su tutti c’è la voce narrante di Florence che indica il cammino verso la verità da svelare. Il romanzo, uno dei casi letterari più clamorosi nel panorama editoriale ha messo d’accordo critica e lettori “Per quanto riguarda i primi anni, la mia vita era tutta uno spazio vuoto, un campo bianco innevato, senza nemmeno la traccia di un corvo”.
John Harding è nato nel 1951 a Fenland un piccolo villaggio della regione di Ely, a est dell’Inghilterra. Si è trasferito per il college al St. Catherine di Oxford. Ha lavorato dapprima come giornalista, poi come editor, prima di diventare uno scrittore. Vive a Richmond con la moglie e i tre figli.
Autori: John Harding
Titolo: La biblioteca dei libri proibiti
Editore: Garzanti
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17,60 euro
Pagine: 253