“Edith Wharton Nellie Bly Da fronti opposti. Diari di guerra, 1914 – 1915” (Viella Libreria Editrice 2010) a cura di Luisa Cetti. Due donne coraggiose, curiose, intraprendenti, entrambe statunitensi scrivono dalla linea del fronte di quell’immane tragedia che fu la Prima Guerra Mondiale. I loro sono reportage visti da un’ottica femminile d’intensa partecipazione e drammaticità. Le testimonianze delle due donne provengono da fronti opposti, Edith da quello francese, Nellie dalla linea russa e serba.
Quando il 28 luglio del 1914 il conflitto era esploso le autrici si trovavano in Europa, la Wharton in Francia a Parigi che era diventata la sua città d’adozione e la Bly in Austria. Edith Wharton tra il febbraio e l’agosto 1915 visitò le zone di guerra dalla costa atlantica spingendosi fino all’Alsazia lungo il fronte occidentale. I suoi articoli pubblicati negli USA vennero “poi raccolti nel volume Fighting France: From Dunquerke to Belfort, qui proposto con il titolo Viaggi al fronte” come spiega nella bella introduzione Luisa Cerri. La giornalista Nellie Bly, autentica cronista d’assalto, un’antesignana per quei tempi, scrisse le sue cronache di guerra tra l’ottobre e il novembre 1914 per il New York Evening Journal “qui raccolte sotto il titolo In prima linea sul fronte russo e serbo”.
Luisa Cetti ha ritenuto opportuno pubblicare insieme i diari delle donne, quasi coetanee non solo perché finora la grande guerra era stata osservata dal punto di vista maschile, ma anche per mettere in evidenza elementi in comune e differenze tra i due scritti. Edith e Nellie scrivono per sensibilizzare l’opinione pubblica americana, ricordiamo che fino al ’17 la nazione statunitense aveva assunto un atteggiamento di neutralità nei confronti del conflitto. Il grande romanziere Henry James amico di Edith era un fervente interventista, desiderava che il governo americano entrasse in guerra a fianco delle truppe alleate. Edith parteggiava per la causa francese, la voce isolata di Nellie invece era tutta a favore dell’Austria. Come rileva la Cerri, Edith e Nellie “scelgono di impegnarsi attivamente a favore del paese che le ospita, raccogliendo aiuti e sollecitando la solidarietà dei loro compatrioti d’oltreoceano”.
La colta viaggiatrice Edith Warthon amica dei più noti e affermati artisti del suo tempo viveva stabilmente a Parigi in rue de Varenne dal 1907. Era un’autrice affermata e stimata anche in terra francese. Lei aveva abbandonato la hight society newyorchese ipocrita e conservatrice dalla quale proveniva e che aveva meravigliosamente descritto nel suo romanzo capolavoro The age of Innocence, con il quale aveva ottenuto il Premio Pulitzer nel 1921. La storia del mancato rapporto amoroso tra il titubante avvocato Newland Archer ed Ellen Ollenska, moglie separata di un corrotto conte polacco osteggiato dall’esclusiva società di New York, era redatta proprio in quegli anni. Con spirito d’avventura e passione Edith con la sua tipica prosa raffinata descrisse i primi giorni di guerra vissuti dai parigini che lei aveva avuto modo di osservare dalle finestre di un ristorante di rue Royale “la strada era inondata da un torrente di persone che passavano veloci davanti a noi, diretti alle varie stazioni ferroviarie”. Tutti a piedi anche i soldati coscritti mobilisables consapevoli della posta in gioco.
Nella stessa mattina nel muro del Ministero della Marina i passanti si erano fermati per leggere un foglio di carta bianco nel quale vi era scritto Mobilitazione generale. La guerra era arrivata ne La Ville Lumière. Nei volti della folla composta di mogli e famiglie che accompagnavano i coscritti, trascinando borse e improvvisati fagotti c’era “un’allegra fermezza d’animo” anche se ognuno nel proprio cuore aveva capito che la vita non sarebbe più stata quella di prima, andava completamente riorganizzata. Infatti, passati sei mesi l’esistenza in Francia era cambiata “tutto l’impeto iniziale e il brivido dell’avventura sono svaniti…“. Alla fine del febbraio del ’15 la Wharton ebbe il permesso di visitare alcuni ospedali militari vicino al fronte occidentale “per verificare le condizioni in cui operano e quali sono i loro bisogni“. L’avanzata tedesca verso Parigi era stata bloccata, era iniziata la logorante guerra di posizione estesa da Dunquerke fino all’Alsazia. Edith Wharton, con indosso una camicetta bianca, cappellino e guanti come la ritraeva una foto di quel periodo, nei suoi articoli scritti per lo Scribner’s Magazine e per il Saturday Evening Post raccontò la guerra, la Belva come la chiamava nell’Argonne, a Verdun, in Lorena e nei Vosgi. Ovunque desolazione e case massacrate. Ypres “bombardata a morte“. Gloriose apparvero le rovine dell’antica cittadina alla scrittrice americana. Distrutta ma non umiliata, questa era Ypres agli occhi di Edith. “Le mura della cattedrale e il lungo e imponente mercato dei tessuti si elevano ancora sulla piazza del mercato con una maestosità che sembra mettere a tacere la compassione”.
“Il mio battesimo del fuoco non è stato immediato. È arrivato più tardi, inaspettato”. Quando Nellie Bly accettò di scrivere articoli dalle zone di guerra dell’Europa Orientale si era già allontanata tempo prima dalla professione di cronista. L’editore del New York Evening Journal Randolph Hearst per il quale la Bly scriveva, si opponeva all’entrata in guerra degli USA. L’opinione pubblica americana non conosceva la guerra vista dal fronte serbo russo e quindi gli articoli della Bly conseguirono molto successo. Le sue simpatie andavano agli Imperi Centrali e Nellie non aveva paura di andare in prima linea e di visitare le trincee “fangose e sporche“, con indosso il suo cappotto da ufficiale, una gonna militare grigia e un golf blu. Venne a contatto diretto con il dolore, i massacri, la morte. Parlò con il comandante in capo dell’esercito e con i soldati, assistette alla Messa mattutina nella roccaforte austriaca di Przemysl, visitò gli ospedali di Budapest. Nellie era felice se per lavarsi riusciva a trovare un sapone “dal profumo delizioso“.
I suoi resoconti bellici sono giornalistici, crudi, a volte paurosi, pragmatici adatti a un vasto e popolare pubblico di lettori. Nellie era una cronista d’assalto che sarebbe sicuramente piaciuta a Oriana Fallaci. La guerra della Wharton invece è vista attraverso gli occhi della popolazione smarrita e rimasta senza casa, la sua è una visione “più pudica e disarmata“. Anche se una differente ideologia divide i due diari scritti senza retorica, è evidente lo stesso sentimento di ripugnanza e di dolore partecipe nei confronti della grande sofferenza vista e raccontata. Edith Wharton e Nellie Bly nelle loro cronache di guerra giunsero alla medesima conclusione: da qualsiasi fronte si osservi la guerra è uno degli avvenimenti più devastanti che l’uomo abbia mai prodotto. “Ma l’umanità sopporta dolori e orrori… Quando qualcuno portò un violino nel reparto, uno di loro lo afferrò come se fosse il paradiso. Suonò dolci arie sfrenate… E tutti i visi che non erano nascosti dalle bende si illuminarono. Per un momento la voce del violino cancellò il dolore”.
Edith Wharton nacque a New York il 24 gennaio 1862 e morì a Saint Brice sous Foret l’11 ottobre 1937. Discendente di un’antica e ricca famiglia newyorchese, i Newbold-Jones, non frequentò alcuna scuola pubblica, studiando privatamente. Nel 1885 sposò il banchiere Edward Wharton dal quale divorziò nel 1913. Nel 1902 pubblicò il suo primo romanzo The valley of decision ambientato in Italia cui fecero seguito molti altri romanzi The house of mirth (1905) Ethan Frome (1911) e molti racconti. Con L’età dell’innocenza (1920) fu la prima donna a ricevere nel ’21 il prestigioso Premio Pulitzer. Nel 1935 pubblicò la sua biografia Uno sguardo all’indietro. Il suo ultimo romanzo I Bucanieri (1937) è rimasto incompiuto. Nel 1916 la scrittrice aveva ricevuto la Legion d’onore dal governo francese per la sua attività umanitaria. Un gruppo di veterani francesi il giorno dei funerali della scrittrice accompagnarono la sua bara alla sepoltura.
Nellie Bly, vero nome Elisabeth Jane Cochran, nacque il 5 maggio 1864 a Cochran ‘s Mills in Pennsylvania e morì il 27 gennaio 1922. “Dopo un’infanzia agiata, alla morte del padre si ritrovò ad affrontare una situazione economica precaria“. La famiglia di Nellie era originaria dell’Irlanda e quindi la giornalista provava un’istintiva avversione per la Gran Bretagna. Iniziò a collaborare a soli vent’anni con il Pittsburgh Dispatch, per il quale scrisse molti articoli investigativi. Quando fu relegata alle pagine femminili la giornalista sbarcò a New York e fu assunta presso il New York World giornale di Joseph Pulitzer. Nellie diventò una giornalista di punta del quotidiano il quale aveva allora uno straordinario successo. Le sue erano “inchieste dalle tinte forti, sempre rigorosamente basate su informazioni raccolte sul campo. Si finge pazza per farsi ricoverare in manicomio e poter così descrivere le condizioni di vita delle donne ricoverate oppure simula un furto per finire in carcere e raccontare i disagi e le violenze che subiscono le recluse“. Il suo agire in incognito per raccontare storie diventò il suo marchio distintivo. Nellie era la classica cronista investigativa. Nel 1889 inviata del Word imitando il libro di Verne Il giro del mondo in ottanta giorni partì da New York per il suo viaggio di 40.000 chilometri viaggiando intorno al mondo in settantadue giorni, sei ore, undici minuti e quattordici secondi senza accompagnamento maschile, diventando così un modello da imitare per le altre donne. Sposò nel 1895 il milionario Robert Seaman. Morì di polmonite all’età di cinquantasette anni.
Luisa Cetti si è dedicata in particolare alla storia delle donne americane e dei movimenti utopistici di metà Ottocento. Ha pubblicato Un falansterio a New York (Sellerio 1993) e ha curato l’edizione delle Lettere dall’America di Pietro Maroncelli (Il Risorgimento 1995), del diario di viaggio di Francesco Arese Da New York al selvaggio West nel 1837 (Sellerio 2001) e de Il giro del mondo in 72 giorni di Nellie Bly (Mursia 2007).
Autrici: Edith Wharton e Nellie Bly
Titolo: Dai fronti opposti. Diari di guerra, 1914 – 1915. A cura di Luisa Cetti
Editore: Viella Libreria Editrice
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 19 euro
Pagine: 173