“Madame la reine”. Così Messer Nostradamus si rivolse alla regina Caterina di Francia nel prologo de “La regina maledetta” (Longanesi 2010) di Jeanne Kalogridis traduzione di Marina Visentin.
Nel 1556 nello Chateau reale di Blois Caterina aveva convocato l’indovino dallo “sguardo bonario” e dai “capelli lunghi e arruffati” perché desiderava conoscere il significato dei sogni di morte che lo assillavano fin dall’infanzia.
Una volta soli nella stanza, contravvenendo alla ferrea regola dell’etichetta della corte francese, la regina di origine italiana domandò a Michel de Nostredame una spiegazione riguardo alla trentacinquesima quartina in rima delle Profezie, raccolte in gruppi di cento nel libro Centuries et prophéties, scritte dall’indovino nel 1555. Secondo la regina “il giovane leone” che vincerà il vecchio e che morirà di “crudele morte” è suo marito Enrico II di Francia. “Ho scritto quello che dovevo. Non pretendo di comprenderne il significato” fu l’enigmatica risposta del profeta mentre nel cortile i piccoli figli di Caterina, Edoardo e Margherita, giocavano serenamente insieme al cuginetto Enrico di Navarra. Ma il destino di Caterina, del suo Enrico e dei suoi figli era insanguinato come la perla che la donna teneva appoggiata al suo cuore…
Jeanne Kalogridis in The Devil’s Queen ripercorre la vita e le gesta di una figura di donna controversa. Caterina era una regina attaccata al potere, dispotica, malvagia o solamente una donna innamorata del marito, la quale rimasta vedova dovette districarsi tra gli intrighi di corte? L’autrice propende per la seconda versione facendo parlare la sua eroina. Caterina de’ Medici racconta la sua infanzia a Firenze, pronipote di Lorenzo il Magnifico: “A otto anni ero una bambina scomoda”. Presto orfana di entrambi i genitori, Caterina Maria Romula Duchessa di Urbino, figlia di Lorenzo de’ Medici e di Madeleine de la Tour d’Auvergne era nata a Firenze il 15 aprile 1519. La Duchessina fu allevata dalla zia paterna Clarice “una donna bellissima” la quale aveva sposato Filippo Strozzi “potente banchiere”. Nel maggio del 1527 Caterina si rese conto che appartenere a una famiglia potente come quella dei Medici comportava onori e oneri. Nel giorno che portò a Palazzo Strozzi la notizia che a Roma Papa Clemente VII (Giulio de’ Medici) era fuggito dal Palazzo del Vaticano per rifugiarsi in Castel Sant’Angelo inseguito dalle truppe imperiali di Carlo V, la bambina conobbe Cosimo Ruggeri. Mentre il palazzo veniva circondato da una folla inferocita avversa alla casata dei Medici e Roma veniva orrendamente saccheggiata dai lanzichenecchi, il mago Ruggieri prediceva a Caterina un futuro di potere e gloria. Ruggieri regalò alla bambina un talismano “una lucida pietra nera accompagnata da un pezzetto di foglia verde”. Sarà l’inizio di un legame di fiducia e di amicizia tra la futura regina e il mago che durerà per tutta la vita. “È il cielo stesso a rivelare quello che dovete sapere del vostro destino. È il vostro dono e il vostro fardello”.
Caterina prosegue nel racconto e il romanzo diventa storia appassionante di una vita indimenticabile. Una delle più grandi regine francesi “dall’intelligenza rara in un uomo, straordinaria in una donna” svela le sue ansie, le sue paure, il desiderio di apprendere. Il suo grande interesse per l’astrologia, “fanciulla prodigio in matematica”. Il suo orgoglio di casta, l’appartenenza a una delle famiglie più potenti del periodo, orgoglio trasmessogli dalla zia Clarice “La casata dei Medici deve sopravvivere e tu, Caterina, sei la sua unica speranza”. Drammatici sono gli anni nei quali la piccola fu presa in ostaggio dai fiorentini ribellatisi dopo il Sacco di Roma alla famiglia Medici. Caterina, tenuta prigioniera nel monastero delle Murate e liberata in seguito alla fine dell’assedio di Firenze, fu una pedina politica per Clemente VII. Il Papa scelse per la nipote il figlio secondogenito del re di Francia Francesco I. Caterina mentre lasciava Firenze per l’ultima volta su di una sfarzosa carrozza, si volò per fissare “la cupola arancione della grande cattedrale e l’Arno, ventoso e grigioverde”, il quale lentamente arretrava dietro di lei. Nel romanzo è ben descritto il matrimonio tra la quattordicenne Caterina e il coetaneo Enrico di Valois Duca di Orléans celebrato a Marsiglia il 26 ottobre 1553. Enrico diventato l’erede al trono dopo la morte del fratello, il Dauphin Francesco, era invaghito della bella Diana di Poitiers sua tutrice di ben venti anni più anziana di lui. Quando Enrico morì nel 1559 in seguito a un incidente avvenuto mentre partecipava a una giostra cavalleresca, la regina decise di vestirsi da allora in poi sempre di nero e non di bianco come stabiliva allora il lutto regale.
Un affresco storico perfettamente ricostruito, uno stile avvincente, una trama scorrevole frutto di anni di ricerche da parte dell’autrice che getta una nuova luce su una delle figure più discusse del Rinascimento. Caterina prima di essere regina vuole essere donna, amare ed essere amata, ma gli intrighi di una corte che l’aveva sempre considerata come “la figlia di un mercante che si è sposata al di sopra del suo rango” e i doveri regali saranno ostacoli difficili da superare. Ritratto di una donna che è passata alla storia come la Regina Nera sia a causa della sua spregiudicatezza politica, sia a causa delle pratiche occulte alle quali faceva spesso ricorso. La storiografia la ritenne inoltre colpevole di aver organizzato il massacro della notte di San Bartolomeo nel quale venne assassinato il capo dei protestanti Gaspard de Coligny, ucciso insieme a circa tremila ugonotti. Madre della Regina Margot, suocera di Maria Stuarda Caterina ebbe dieci figli dal suo amato sposo ma il figlio Enrico III fu l’ultimo re della casata Valois a regnare in terra di Francia. La Regina Caterina morì il 5 gennaio 1589 a sessantanove anni. Venne sepolta a Sain – Denis accanto a Enrico II. Nel 1793 i rivoluzionari violarono i regali sepolcri gettando in una fossa comune i resti dei loro corpi.
“Uno striscione portava lo stemma dei Medici così orgogliosamente ostentato in tutta la città: sei palle rosse, disposte in fila su uni scudo dorato. Palle! Palle! Era il nostro grido di guerra… ”.
Jeanne Kalogridis è una studiosa di storia medievale e da essa trae ispirazione per i suoi romanzi. Dopo aver pubblicato con successo I diari della famiglia Dracula, in tre volumi tradotti in vari paesi, sono usciti Alla corte dei Borgia (Longanesi 2006) e L’enigma della Gioconda (Longanesi 2007).
Autore: Jeanne Kalogridis
Titolo: La Regina maledetta
Editore: Longanesi
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 19,60 euro
Pagine: 534