Nella biografia “Virginia Agnelli. Madre e farfalla“ (Minerva Edizioni, 2010) di Marina Ripa di Meana e Gabriella Mecucci, la protagonista è descritta come “un po’ Zelda, farfalla fitzgeraldiana, un po’ personaggio uscito dai libri di Henry James”. Questa novella Isabel Archer dalla bellezza preraffaellita, futura madre di una nidiata di figli tra i quali l’Avvocato Gianni Agnelli, è “una creatura dalle grandi aspirazioni che preferisce scegliere da sola il proprio destino”.
Virginia come l’eroina di The Portrait of the Lady incarna nel suo DNA, il tema di fondo di tutta l’opera jamesiana cioè “il conflitto culturale dell’innocenza del nuovo mondo a contatto con il virus europeo, con la corruzione bigotta e moralistica del vecchio continente”.
La bambina “per metà americana e per metà aristocratica italiana” nacque a Roma il 24 maggio 1899, figlia primogenita di Carlo Bourbon del Monte “alto, occhi azzurri, timido ed elegante” e di Jane Campbell donna brillante e intelligente, piena di joie de vivre. I nipoti affettuosamente la chiamavano Princess Jane. Il padre Carlo, Principe di San Faustino, era “di antica aristocrazia, legato alla curia papale”. Nel piano nobile di Palazzo Barberini, la madre di Carlo è una Principessa Massimo, la piccola Virginia mosse i primi passi. Proprio in questo palazzo la giovane dalla capigliatura rossa e riccia, anticonformista “non portava mai il cappello” e volitiva, conobbe Edoardo Agnelli. L’erede del fondatore della Fiat Giovanni, era un uomo “raffinato ed elegante: un dandy amante della mondanità”. La madre Jane intuì che Virginia, vissuta nella Roma dei primi anni del XX secolo in “un clima piuttosto libertino”, non si sarebbe accontentata di una vita simile a quella delle altre donne. E, infatti, così fu, perché “a una giovinezza felice sarebbe seguita una maturità durissima”. Il matrimonio tra Edoardo e Virginia fu celebrato il 5 giugno 1919 nella basilica di Santa Maria degli Angeli a Roma. Dalla loro unione nacquero sette figli. A Torino nella splendida casa di Corso Oporto “la giovane coppia metteva le basi perché gli Agnelli diventassero l’unica monarchia di fatto accettata dal paese, dopo l’esilio dei Savoia”. Il 14 luglio 1935, però, Edoardo Agnelli morì in un incidente aereo all’idroscalo di Genova.
“Un libro di storia, d’amore e di avventura” così Carlo Ripa di Meana nell’introduzione al volume definisce questa biografia che ha il merito di riportare alla luce la storia di Virginia Agnelli una splendida figura di donna dimenticata per molti anni. Le autrici hanno consultato due preziosi documenti messi loro a disposizione da Piero Tosi, le memorie di Jane di San Faustino, apparse a puntate nel 1938 sulla rivista Omnibus e la sceneggiatura del libro di Susanna Agnelli Vestivamo alla marinara che “Bolognini aveva praticamente ultimato e che nessuno ha mai potuto vedere perché Gianni ne aveva acquistato i diritti cinematografici e televisivi, per chiuderla in un cassetto”. Sono andate davanti al cancello di Bosco Parrasio a Trastevere sulle pendici del Gianicolo di fronte alla villa sede della residenza romana di Donna Virginia. Inoltre Marina Ripa di Meana e Gabriella Mecucci hanno consultato l’Archivio Centrale di Stato per ricostruire la battaglia legale che si svolse tra Virginia Agnelli e il Senatore Agnelli dopo la morte del figlio Edoardo per l’affidamento dei figli. Pochi mesi dopo la scomparsa del marito Virginia ebbe una relazione con Curzio Malaparte e per questo fu prima pedinata dalla polizia fascista, per essere poi citata presso il tribunale dei minori di Torino che in breve tempo emise una sentenza che la privava della patria potestà, affidando i figli al nonno paterno. Dopo una battaglia durissima, la madre riuscì a riprendersi la prole. Drammatica è la ricostruzione della scena del sequestro dei figli a cura della polizia, mentre insieme a loro Virginia viaggiava in treno verso Roma. Pochi sanno che Virginia, donna fuori dal comune e combattiva, nel 1944 si prodigò in favore dell’Operazione Farnese, cioè l’udienza segreta avvenuta alle otto di mattina del 10 maggio tra Papa Pio XII e il generale Karl Wolff, capo delle SS in Italia. Grazie a quest’incontro Roma con i suoi tesori di valore incalcolabile era salva. I tedeschi lasciarono la città senza “lasciarsi alle spalle la solita terra bruciata”.
Nel romanzo Vestivamo alla marinara (1975) Susanna Agnelli ricorda la madre “era bella, fragile, aveva trentacinque anni: era la madre, praticamente squattrinata di sette figli che avrebbero un giorno ereditato un’immensa fortuna. Di mia madre amavo tutto”. Adorata dai figli, li chiamava i suoi “topi d’oro”.
In questa biografia come nell’autobiografia dell’Agnelli, le pagine più belle sono quelle riservate alle vacanze a Forte dei Marmi nella villa di viale Morin che Virginia aveva curato e ispirato, la casa dell’anima di tutto il clan. Così ricorda Suni Agnelli “la casa aveva un giardino; sul davanti c’era una pineta che finiva sulla spiaggia…”. Allora il Forte era un luogo incontaminato “di una bellezza particolarissima”. La Versilia sembrava più aperta al mondo frequentata da una ristretta comunità aristocratica – intellettuale. Nel volume corredato da molte foto, il lettore ritroverà le stesse atmosfere e suggestioni evocate in Vestivamo alla marinara.
La vita breve ma intensa vissuta fino all’ultimo respiro di Virginia Bourbon del Monte Agnelli rivive in queste pagine che hanno il merito di evidenziare una donna dalla grande personalità, apparentemente fragile, al di fuori delle convenzioni e delle regole dell’epoca nella quale visse. Virginia Agnelli, madre e farfalla morì il 30 novembre 1945 in un incidente automobilistico vicino a Pisa nei pressi della pineta di San Rossore – Migliarino.
“Vestivamo sempre alla marinara: blu d’inverno, bianco e blu a mezza stagione e bianca in estate. Per pranzo ci mettevamo il vestito elegante e le calze di seta corte”.
Marina Punturieri è nata a Roma. Dal suo primo matrimonio con Alessandro Lante della Rovere è nata la figlia Lucrezia. Dal 1964 per vent’anni ha diretto un atelier di alta moda sito in piazza di Spagna. Nel 1982 ha sposato Carlo Ripa di Meana e nel 1984 ha pubblicato il suo primo libro, un’autobiografia, I miei primi quarant’anni. Ha pubblicato altri libri, da cui sono stati ricavati due film sulla sua vita. Collabora a molte trasmissioni televisive e radiofoniche. Svolge intensa attività a favore della protezione degli animali. Dal 2001 è testimonial della campagna per la promozione contro il cancro.
Gabriella Mecucci è stata caporedattore alla cultura e poi inviato de L’Unità. È stata direttore del quotidiano Il Giornale dell’Umbria. Ha collaborato con Il Foglio, Storia Contemporanea e Liberal. Per Liberal Edizioni ha pubblicato con Carlo Ripa di Meana L’ordine di Mosca. Fermate la Biennale del dissenso. In questo periodo collabora con Liberal quotidiano e dirige Diomede, rivista di società, politica e cultura.
Autori: Marina Ripa di Meana e Gabriella Mecucci
Titolo: Virginia Agnelli Madre e farfalla
Editore: Minerva
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 19 euro
Pagine: 287