Protagonista “in Un posto perfetto” (Guanda, 2010) di Penelope Lively, è Allersmead. Si tratta di “una solida casa in stile edoardiano” immersa nella campagna della provincia inglese. Qui da molti anni vive una grande famiglia composta da Charles “alto e curvo”, padre prolifico ma distratto e da Alison “donna di casa, casalinga, una figura ormai passata di moda”.
Nel giardino “ampio e digradante” rigoglioso di vegetazione spontanea con alberi massicci hanno giocato e si sono rincorsi i sei figli della coppia.
Vive da trent’anni insieme a loro Ingrid la ragazza alla pari di origine svedese. La cucina della villa è sempre stata il cuore pulsante di Allersmead “un tempio votato al culto della famiglia”. I nomi dei pargoli ora cresciuti sono scritti nelle tazze che sono ancora appese ai ganci del lavello: Paul, Gina, Sandra, Katie, Roger e Clare la più piccola. Dei sei figli tutti tranne Paul hanno spiccato il volo verso altri lidi, chi si trova in Italia come Sandra dove gestisce una boutique, chi lavora in un ospedale di Toronto come pediatra come Roger, chi si trova oltreoceano come Katie. Clare ballerina classica vive a Londra e Gina è diventata una famosa fotoreporter. L’unico che vive ancora con mamma e papà è il primogenito, lo scavezzacollo Paul, che lavora presso un vivaio della zona. Nessuno di loro ha avuto figli almeno finora, e tutti periodicamente ritornano nel luogo avito attratti da un posto che volenti o nolenti appartiene al DNA di ciascuno di loro. Un’ombra, un antico segreto sempre presente, anche se nascosto, ogni tanto fa capolino in una frase appena accennata, in un atteggiamento, nei meandri della casa un po’ trascurata e fatiscente…
Family Album è un libro dove la famiglia con ciò che rappresenta assume un ruolo centrale. “Una famiglia è una massa coesa, un insieme di persone, unite perché così va il mondo, che procede in questo modo di giorno in giorno… ” Con una madre chioccia come Alison è difficile staccarsi dalla casa che ha visto nascere i sei pulcini. Quindi Allersmead per i fratelli è diventata non solo il sito dei ricordi ma anche un’ossessione che impedisce loro di formarsi una famiglia propria, di assumersi delle responsabilità. E se diventassimo come i nostri genitori? Questa è la loro grande paura.
L’autrice si sofferma in modo particolare sulle figure dei genitori. Charles è il perfetto rappresentante del popolo britannico: aplomb, cinismo e sarcasmo sono i suoi tratti distintivi. Osserva da lontano la tribù che ha contribuito a creare confinato nel suo studio dove da fine ed erudito studioso scrive libri. Egli mantiene la famiglia grazie “a una modesta rendita personale” ottenuta da “un padrino che fece fortuna vendendo prodotti per la pulizia della casa agli inizi del ventesimo secolo”. Alison mentre indossa vestiti che sembrano tuniche, anche se firmati Laura Ashley, è un’infaticabile organizzatrice di feste di compleanno e di riunioni familiari. È lei la regina del castello. “La famiglia sbuca da ogni angolo della casa: volti felici e sorridenti conservati su caminetti e davanzali, sul pianoforte, incorniciati alle pareti”.
In tutta questa perfezione però vi sono delle crepe: che ruolo ha l’enigmatica Ingrid all’interno della famiglia? Marito e moglie sono una coppia felice? “Perché ci siamo sposati?”. “Mi sembra di ricordare che tu fossi incinta”. Corinna la sorella di Alison osserva con disprezzo il comportamento della sorella “le donne come Alison erano anacronistiche, arretrate, incastrate nello schema mentale di un’altra epoca… ”. Dunque Allersmead che conserva i segni tangibili della presenza passata dei bambini in un segno sul muro o nella cantina teatro dei loro antichi giochi, non è quel posto perfetto che può sembrare in apparenza.
Ancora una volta Penelope Lively con il suo stile scorrevole, preciso e delicato si conferma ottima narratrice d’interni e di ambienti inglesi. Partendo dalla descrizione di un semplice oggetto o di una grande villa come Allersmead l’autrice descrive i complessi legami di una famiglia che forse a causa di quell’antico segreto non è come tutte le altre. “La casa sente tutto. La casa sa. Sa ogni cosa detta, ogni cosa fatta. La casa conserva questo archivio inaccessibile, e le persone fanno lo stesso, perché non hanno scelta”.
Penelope Lively è nata al Cairo nel 1933 e vive in Inghilterra dal 1945. È membro della Royal Society of Literature. In Italia sono usciti i romanzi, tutti editi da Guanda: La fotografia, Incontro in Egitto (vincitore del Broker Prize), Un’ondata di caldo, La sorella di Cleopatra, Tre vite e Appunti per uno studio del cuore umano. Salani ha pubblicato i seguenti libri per ragazzi: Il fantasma di Thomas Kempe e Alieni a lieto fine.
Autore: Penelope Lively
Titolo: Un posto perfetto
Editore: Guanda
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 313