“Sei donne e un libro“ di Augusto De Angelis e “Il re dei giochi“ di Marco Malvaldi. Piccoli libri blu editi da Sellerio. Un marchio di stile e qualità. Sono le caratteristiche dei volumi della casa editrice palermitana nata nel 1969 dallo spirito pionieristico di Elvira Giorgianni e di suo marito il fotografo Enzo Sellerio. Su ispirazione di un grande siciliano come Leonardo Sciascia e dell’antropologo Antonino Buttitta in via Siracusa al civico 50 una bottega editoriale di lì a poco tempo si sarebbe fatta conoscere in tutto il mondo.
L’idea di base era editare volumetti dalla grafica raffinata e particolare, i quali secondo il desiderio dei loro fondatori dovevano unire impegno civile, gusto e amore per il bello. Niente male per questa coppia di coniugi che non aveva avuto finora nessuna esperienza in campo editoriale. Elvira Giorgianni, dall’intelligenza fervida e dalla bellezza elegante e discreta è scomparsa un mese fa il 3 agosto 2010 dopo una lunga malattia. Figlia di un alto funzionario dello Stato, il padre era Prefetto, l’editrice era nata nella capitale siciliana il 18 maggio 1936, primogenita di sei fratelli. La madre era mancata troppo presto ed Elvira aveva iniziato a lavorare durante gli anni d’università. Dopo la laurea in Giurisprudenza aveva lavorato per vari anni all’Eras (Ente per la Riforma Agraria in Sicilia) ma si licenziò investendo la liquidazione nell’impresa editoriale che stava per nascere.
Leonardo Sciascia riferendosi alla futura produzione letteraria della casa editrice auspicava un ritorno a una cultura amena cioè un abile intreccio di raffinatezza, eleganza, amore per il sapere e levità intesa nel senso più nobile del termine. Fu proprio con un volume dello scrittore di Recalmuto L’affaire Moro pubblicato nel ’78 nella collana il cui nome era già tutto un programma La civiltà perfezionata, che la Sellerio ottenne quella visibilità nazionale e internazionale che meritava. Il pamphlet scritto di getto dall’autore due mesi dopo il ritrovamento del corpo dello statista democristiano Aldo Moro in via Caetani, suscitò com’era prevedibile molte polemiche. Questo saggio di denuncia pubblicato prima in Francia e poi in Italia, vendette in poco tempo più di centomila copie. Con L‘affaire Moro primo lucido e coraggioso tentativo di venire a capo delle molte ombre che circondarono e ancora circondano uno dei casi più inquietanti della nostra storia recente, nacque lo stile Sellerio diviso tra impegno e passione.
Nel 1983 le strade dei coniugi Sellerio si divisero anche dal punto di vista professionale: Elvira continuò a occuparsi di narrativa e saggistica, Enzo curava volumi di fotografia e di arte. Ora la Sellerio Editore presenta nel proprio catalogo oltre tremila titoli. Se lo sfogliamo, notiamo nomi di autori che sono stati scoperti proprio dall’intuito di una donna che amava i libri come figli e che spesso conosceva i suoi scrittori solo dopo averli pubblicati e resi famosi. Antonio Tabucchi, Luisa Adorno, Carlo Lucarelli, Adriano Sofri, Vincenzo Consolo, Gianrico Carofiglio con il suo avvocato Guido Guerrieri campione d’incassi. Gli scrittori stranieri: Manuel Vazquez Montalban, Alicia Giménez – Bartlett, Margaret Doody, Antony Trollope, e più recentemente Colin Dexter per fare qualche esempio.
Ma su tutti quanti oltre al già citato Leonardo Sciascia svettano altri due nomi di autori siciliani come un certo insegnante di Comiso Gesualdo Bufalino, il professore dallo stile ricercato e dotato di una vasta cultura che esordì nel 1981 con Diceria dell’untore, spronato da Sciascia e da Donna Elvira, ottenendo il Premio Campiello nello stesso anno e Andrea Camilleri con Salvo Montalbano, un binomio imprescindibile di assoluto successo che ha contribuito alla vasta notorietà della casa editrice, insieme ai romanzi a sfondo storico di Camilleri. Un rapporto di reciproca stima e di affetto legava Evira Sellerio all’autore. “Ho già consegnato a Elvira il libro che chiuderà la serie del commissario di Vigata”.
La manager editoriale con la provincia nell’anima oltre ad essere cavaliere del lavoro, nel 1991 era stata insignita di una laurea Honoris Causa in Lettere dalla facoltà di Magistero di Palermo. Elvira Sellerio è stata inoltre consigliere d’amministrazione della Rai nel 1993/94.
Ora la scrivania della Signora come la chiamavano in via Siracusa, è rimasta vuota ma la memoria resta intatta. La memoria, così una delle ultime significative esponenti dell’editoria italiana aveva voluto chiamare una collana ora fiore all’occhiello della sua casa editrice. Quell’intuizione di quarant’anni fa e una scommessa cioè l’ambizione di far nascere a Palermo una casa editrice che diventasse nazionale e non restasse periferica, si sono rivelati vincenti. Da alcuni anni le redini della vecchia bottega editoriale sono passate al figlio Antonio, ma le librerie ottocentesche restano sempre un saldo punto di riferimento nella sede di via Siracusa come i tanti bozzetti dei volumi appesi alle pareti.
“Dimensione familiare e indipendenza” questi sono i segreti del successo della Sellerio come ha dichiarato lo stesso Antonio durante le celebrazioni del quarantennale della casa editrice.
Libri che durante il corso degli anni sono diventati dei classici dalla caratteristica copertina blu con sempre un dipinto di un artista al centro. Volumi pieni di fascino ma dalla linea rigorosa e semplice i quali fin dall’inizio hanno rispecchiato il carattere e la personalità di Elvira Sellerio. I romanzi di Augusto De Angelis e di Marco Malvaldi riflettono lo spirito dei tipici volumi Sellerio cioè tradizione e innovazione.
Nel giallo Sei donne e un libro scritto dal giornalista/scrittore De Angelis nel 1936, un medico di successo e senatore “un fortunato dalla vita” è stato ucciso in una piccola libreria antiquaria. Il cinquantenne commissario Carlo De Vincenzi indaga in una Milano già moderna divisa tra borghesia rampante che vive in delle abitazioni lussuose e un’umanità che si affaccia sulle tipiche case di ringhiera meneghine. “Egli sempre procedeva soprattutto per intuizione… Nessun delinquente firma il suo delitto. Il caso lo firma”. È il credo del commissario che apprezza Oscar Wilde e Sigmund Freud. Umanità e arguzia sono le caratteristiche principali di quest’antieroe negli anni Trenta del Novecento, presente in circa venti romanzi dello scrittore romano interpretato sullo schermo televisivo nel 1974 e nel 1977 da Paolo Stoppa in una serie televisiva che fece epoca.
Quattro amici attempati ma vispi come grilli Ampelio, Aldo, il Rimeldotti e il Del Tacca si ritrovano in un piccolo paese della Toscana al BarLume di Massimo, detective suo malgrado, ne Il re dei giochi di Marco Malvaldi. Tra una partita a carte e pettegolezzi locali in puro vernacolo toscano la trama classica e divertente scorre veloce senza un attimo di pausa. Il chimico/romanziere pisano è stato una delle ultime scoperte di Elvira Sellerio.
Augusto De Angelis nacque il 28 giugno del 1888 a Roma e morì a Bellagio il 18 luglio1944 in seguito alle percosse subite per l’aggressione di un fascista. Il commissario De Vincenzi è il protagonista di quindici romanzi scritti tra il 1935 e il 1942 di cui Sellerio ha già pubblicato: Il mistero delle tre orchidee (2002), L’Albergo delle Tre Rose (2002), Il mistero di Cinecittà (2003), La barchetta di cristallo (2004), Il candeliere a sette fiamme (2005), L’impronta del gatto (2007), Giobbe Tuama & C. (2008), Il banchiere assassinato (2009). Tre romanzi della serie sono stati anche riuniti nella collana «Galleria» col titolo Il commissario De Vincenzi.
Marco Malvaldi è nato a Pisa nel 1974 ha pubblicato presso Sellerio gli altri due romanzi della serie dei vecchietti del BarLume: La briscola in cinque (2007) e Il gioco delle tre carte (2008).
Autore: Augusto De Angelis
Titolo: Sei donne e un libro
Editore: Sellerio
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 13,30 euro
Pagine: 330
Autore: Marco Malvaldi
Titolo: Il re dei giochi
Editore: Sellerio
Prezzo: 13 euro
Pagine: 192