I grandi nomi della letteratura italiana ma anche di quella internazionale, la memoria dei classici e il lancio delle promesse, reading e presentazioni, dibattiti e laboratori. Il tutto, in una città che fa festa insieme ad autori, editori ma soprattutto lettori, per ricordare all’Italia che leggere è una continua scoperta. Festivaletteratura di Mantova, il padre dei festival letterari italiani, torna quest’anno, da mercoledì 8 a domenica 12 settembre, con un programma che ha al centro il tema del confronto culturale.
Dall’amore per la lettura e dal desiderio di scoprire ancora appassionate rappresentazioni del mondo. I premi Nobel Vidiadhar S. Naipaul e Séamus Heaney sono tra gli ospiti più attesi, insieme all’autore di spy-story Frederic Forsyth, al poeta e narratore statunitense Edmund White, allo scrittore e illustratore per ragazzi Tony Ross; a John Berger, Joseph O’Connor, Azar Nafisi, Hanif Kureishi che tornano a Mantova dopo alcuni anni.
Ad Amos Oz, anch’egli gradito ritorno a Festivaletteratura, è dedicata la retrospettiva di quest’anno. Con questa formula verrà ripercorsa in tre incontri l’intera opera dello scrittore israeliano, divisa per l’occasione in “storie di sé”, “storie di coppia”, “storie del villaggio”. Dagli Stati Uniti – oltre a Joshua Ferris e Thomas McGuane – vengono il nigeriano Chris Abani, uno dei più talentuosi esponenti della letteratura nera, Said Sayrafiezadeh, drammaturgo e scrittore di origine iraniana, e la stessa Azar Nafisi; dalla Gran Bretagna i pakistani Kamila Shamsie e Rasheed Araeen, la scrittrice anglo-giamaicana Zadie Smith; e così Kader Abdolah iraniano che ha scelto l’olandese come lingua d’espressione, la giallista turco-tedesca Esmahan Aykol e il senegalese-italiano Cheikh Tidiane Gaye.
La riflessione sui trascorsi coloniali, sulle nuove migrazioni, sul portato dei paesi emergenti, sarà il centro della lezione del filosofo François Jullien, a Mantova con un intervento dedicato all’influsso della sapienza orientale sul mutamento del pensiero occidentale contemporaneo. Ma sono soprattutto scrittrici come l’indiana Tishani Doshi o la giapponese Natsuo Kirino, o, da tutt’altri orizzonti, artisti africani poliedrici come Stacy M. Hardy e Fatima Tuggar a portare al festival il nuovo clima creativo di continenti a noi sempre più vicini. La Kabul cosmopolita dalla fine degli anni ’20 fino all’invasione sovietica viene ricordata da May Schinasi attraverso le foto raccolte durante tutta la vita, mentre il lungo calvario afghano degli ultimi trent’anni viene testimoniato da una militante dei diritti civili come Zoya. Padre Richard Frechette, da oltre trent’anni ad Haiti, racconta un paese già sull’orlo del disastro prima del terremoto, lo scrittore libanese Jabbour Douahiy il complesso quadro della realtà mediorientale. Storie di coraggio, dolore e speranza sono quelle dei ragazzi che abbandonano terre come queste come raccontano, tra narrazione e documento, Fabio Geda e Laura Boldrini, o, per i più giovani, Anne-Laure Bondoux.
Tornando all’Europa, particolarmente significativa è la presenza di autori britannici – Simon Mawer, David Peace, Ann Perry, Ian Rankin, Ali Smith, Paul Torday insieme agli scrittori per ragazzi Jonathan Stroud e Kaye Umansky – e irlandesi – insieme ai già citati Heaney e O’Connor ricordiamo Hugo Hamilton e Colum McCann. In particolare, la presenza di Ann Perry si collega a un percorso dedicato al “giallo al femminile”, che coinvolge anche la turca Aykol, la spagnola Teresa Solana e le italiane Diana Lama e Annalucia Lomunno. Tra gli autori italiani, rinnovano inoltre il loro dialogo con il pubblico del Festival Niccolò Ammaniti, Mauro Corona, Marcello Fois, Antonio Franchini, Margherita Hack, Valerio Magrelli, Bianca Pitzorno, Giusi Quarenghi, Paolo Rumiz, Domenico Starnone, Federico Taddia, Andrea Valente, mentre per la prima volta arrivano a Mantova Francesco Abate, Stefano Levi Della Torre, Michela Murgia, Francesco Recami, Mario Sala Gallini, Gustavo Zagrebelsky.
Si conferma anche in questa edizione il progetto Scritture Giovani, che ha già avuto tra i suoi protagonisti scrittori come Valeria Parrella, Davide Longo, Flavio Soriga, prima della loro consacrazione editoriale. Saranno protagonisti quest’anno Dora Albanese, Catrin Dafydd, Stefania Mihalache e Clemens Setz. Questa quattordicesima edizione segna anche la nascita dell’archivio di Festivaletteratura (reso possibile grazie al progetto “Rete dei Festival aperti ai giovani”, promosso dal Ministro per la Gioventù e dall’ANCI). A un anno di distanza dall’inizio dei lavori l’archivio inizia a farsi conoscere al pubblico grazie all’impegno del gruppo di giovani che, dopo un periodo di formazione, si è dedicato alla definizione del progetto e alla catalogazione dei materiali. La presenza dell’archivio permette da oggi di non disperdere il patrimonio di conversazioni, stimoli, suggestioni nate – anche in modo informale e imprevisto – nei giorni del Festival e di farne materiale di riflessione e di nuove creazioni per il domani.
In occasione del centenario della nascita, Festivaletteratura dedica poi un particolare omaggio a Ennio Flaiano. Grazie alla collaborazione della Biblioteca Cantonale di Lugano e dei sistemi bibliotecari della provincia di Mantova, il Festival ricostruirà la biblioteca di studio dello scrittore pescarese. Festivaletteratura offre un ampio spazio anche a due importanti fondi documentari di materiali sonori: quello dell’Archivio Storico Olivetti e quello della Biblioteca Riccardo e Ferdinanda Pivano.
Ritroviamo infine alcuni appuntamenti ormai tradizionali per Festivaletteratura: gli incontri dedicati al vocabolario europeo, proposti per costruire un ideale patrimonio linguistico condiviso, la serie degli annali di storia, le pagine della cultura ad apertura di giornata, gli appuntamenti di blurandevù condotti dai giovani volontari di Festivaletteratura e le scintille, il variegato susseguirsi di incontri rapidi per durata e illuminanti per contenuti che ormai da qualche anno accende la tenda di Piazza Sordello.
Per info: www.festivaletteratura.it