Il 6 maggio 2007 Nicolas Sarkozy per volontà dei francesi, diveniva il ventitreesimo Presidente della Repubblica. “Ensemble” (ed. italiana Treves Editore, 2009) è il titolo del libro in cui lo statista, nei mesi di sfida elettorale con la socialista Ségolène Royal, ha inciso nero su bianco la propria idea di politica e di governo. Ma non si tratta di un semplice manifesto elettorale.
Ensemble è al contempo un saggio di politica pura e una proposta di governo, articolata e concreta, per una “vera democrazia”, una democrazia che abbia come obiettivo il massimo e non “i minimi” .
Per dirla con le parole di Gianfranco Fini, autore dell’introduzione all’edizione italiana del volume, “Ensemble non è uno slogan, ma un’idea guida. E’ l’invito ad uscire dal pessimismo ritrovando la percezione di un destino comune”. E proprio il Presidente della Camera dei deputati suggerisce di leggere questo scritto come un invito al dibattito delle idee: perché in esso si ritrovano tutti i problemi, che sono poi anche i nostri, che riguardano il futuro della società occidentale.
Fiducia è la parola chiave del “Sarko-pensiero”. “Fiducia” che tuttavia va intesa in una duplice prospettiva dato che deve esserci fiducia dei cittadini per la politica, ma allo stesso tempo la politica deve abbandonare lo spirito rinunciatario ed avere fiducia in se stessa, nella possibilità attraverso le sue azioni di cambiare il presente per costruire un futuro migliore. E questo perché la politica non può chiedere fiducia se non crede innanzitutto in se stessa: “La politica non può tutto, ma di certo non può niente quando non vuole niente”.
Un Sarkozy che non usa mezzi termini nel definirsi di destra e nel riconoscersi in quei valori, -l’ordine, la dignità, la giustizia, il merito, il lavoro, la responsabilità- propri della destra repubblicana ma che è ben consapevole del fatto che una volta alla testa della repubblica, il Presidente non deve essere uomo di partito o espressione di una parte del Paese, ma deve agire e rappresentare tutti i francesi. Bisogna andare avanti “ensemble”, non cercando per forza il consenso di tutti, ma essendo ben consapevoli che la Repubblica deve essere un progetto di tutti.
Sarkozy ripensa così i concetti fondamentali di Stato, nazione e Repubblica e passa in rassegna tutti i problemi che affliggono (a dire il vero ancora oggi a tre anni dalle elezioni) il suo Paese, ma che sono all’ordine del giorno delle preoccupazioni non solo della Francia. Il problema dell’immigrazione, che deve essere controllata per poter raggiungere una reale integrazione fonte di ricchezza per il Paese, e che non deve essere considerata come mera assimilazione. Le necessità di rilanciare la creatività del Paese e di tutelarne la cultura e la lingua. La necessità di riportare il lavoro al centro della politica e della società. Lo statista si schiera contro la “logica delle 35 ore”, ed esprime una dura critica contro una sinistra “che si è allontanata dai lavoratori e che in fondo li tradisce perché non li capisce più“. Avverso la “società dei minimi” auspicata dalla sinistra, l’oggi Presidente delle Repubblica francese auspica esattamente l’opposto: una società del massimo. “Del massimo salario, del massimo potere d’acquisto, della massima cultura, della massima sicurezza, del massimo successo, del massimo dei proprietari, del massimo dei diritti e dei doveri, del massimo rispetto, del massimo sforzo e del massimo lavoro“.
Nelle pagine di “Ensemble” Sarkozy affronta uno ad uno i problemi che la Francia attraversa, la disoccupazione, il futuro incerto per i giovani, la crisi economica, la crisi culturale e morale; delinea un quadro per ricondurre a regole efficienti ed etiche quelle sfide planetarie quali la globalizzazione e lo sviluppo sostenibile; pone tre priorità nella politica estera francese: l’Europa, il Mediterraneo, e una cooperazione integrata per lottare insieme contro corruzione, criminalità organizzata, terrorismo.
Il motivo della candidatura alla carica più alta dello Stato ce lo dice lo stesso Sarkozy: “Voglio restituire a tutti i francesi la fierezza di essere francesi, riconciliarli con la Francia e con il mondo. Voglio riconciliarli con la politica, riallacciare un nuovo rapporto tra loro e la politica” perché “La nazione sarà la protagonista principale della politica nei decenni che verranno. Nel bene e nel male. Voglio fare in modo che sia nel bene”.
A soli tre anni da quella campagna elettorale che lo portò all’Eliseo è forse ancora presto per tracciare un bilancio dell’azione di Nicolas Sarkozy. Ma una cosa è certa: la via indicata nelle pagine di “Ensemble” dal Presidente della Repubblica francese – l’abbandono dello spirito rinunciatario e il ripristino della fiducia nella possibilità della politica di cambiare le cose che non vanno- dovremmo essere in molti, “insieme”, a percorrerla.
Nicolas Sarkozy nasce a Parigi il 28 gennaio 1955. Laureatosi in diritto privato nel 1978, si avvia contemporaneamente alla carriera da avvocato e a quella politica, venendo eletto per la prima volta come consigliere comunale di Neully-sur-Seine nel 1977. Scelta la via della politica, diviene deputato all’Assemblée nationale nel 1988, per essere poi rieletto nel 1993, 1997 e 2002. Ministro del bilancio nel governo di Edouard Balladour (1993-1995), Ministro dell’interno (maggio 2002-marzo 2004) e dell’economia, delle finanze e dell’industria con il rango di Ministro di Stato (marzo-novembre 2004) nei tre governi Raffarin, dal giugno 2005 è Ministro dell’interno e dell’organizzazione del territorio, con il rango di Ministro di Stato, nel governo di Dominique de . Villepin. Il 6 maggio 2007 è eletto Presidente della repubblica, il ventitreesimo della storia della Repubblica, e sia nella politica interna sia in quella estera tenta da subito di incarnare la “rottura”, la discontinuità promessa durante la campagna elettorale. Dal luglio al dicembre 2008 la Francia e Sarkozy esercitano la presidenza di turno dell’Unione Europea.
Autore: Nicolas Sarkozy
Titolo: Ensemble
Editore: Treves
Anno di pubblicazione: I ed. 2009
Prezzo: 20 euro
Pagine: 123
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