Ti voglio credere: il labile confine tra verità e menzogna

ti-voglio-credereElisabetta Bucciarelli in “Ti voglio credere (Kowalski, 2010)  ci presenta nel giallo principale, cui se ne intrecciano altri, un’ispettrice di polizia agli arresti domiciliari perché accusata di omicidio.

La sua esigenza di verità e giustizia la induce a scandagliare se stessa e a mettere in dubbio la propria innocenza. Non sa se tacere la verità sia un altro modo di mentire.

Maria Dolores Vergani, un’ispettrice di polizia, è agli arresti domiciliari a Milano. In Valle d’Aosta si è trovata dinnanzi, durante una passeggiata serale, un cacciatore col fucile puntato e alle sue spalle ha avvertito una presenza. Istintivamente ha afferrato il coltello, che teneva nella tasca, e l’ha affondato dietro di sé. Una donna, colpevole di abusi sessuali, è morta sia perché il cacciatore le ha sparato sia perché la Vergani l’ha colpita col suo coltello. Un esasperato senso di colpa induce l’ispettrice a indagare sulle ultime ore della sera in cui si verificò il delitto, a mettere in dubbio le parole del cacciatore che dice di averla salvata dalla donna, la quale, alle sue spalle, cercava di strangolarla. Le ecchimosi sul collo della Vergani sarebbero una prova che si tratta della verità.

Ma le cose sono andate proprio così? L’ispettrice mette a dura prova la pazienza dell’avvocato difensore, che cerca in tutti i modi di dimostrare la sua innocenza. Intanto accadono fatti strani e misteriosi. Una ragazza anoressica si suicida gettandosi da un ponte. Nel giardino di una famiglia benestante vengono ritrovate tre grandi croci. E poi ne vengono rinvenute altre sparse un po’ in tutt’Italia fino a raggiungere complessivamente il numero di  quattordici, quante le stazioni della Via Crucis. Sotto una croce è sepolto il cadavere di un’altra ragazza anoressica. L’ispettrice, sollecitata da un suo ex-collega, aiuta a risolvere il caso Ma la verità a noi esterna è più facile da risolvere della verità che ci riguarda. La Vergani verrà assolta. Ma sarà vera giustizia?

Con uno stile particolare, franto, spezzettato Elisabetta Bucciarelli insinua dubbi e solleva problemi. Tacere la verità è come mentire?   E’ difficile conoscere i veri moventi delle nostre azioni e delle nostre scelte. Colpevoli o innocenti? Quale la verità? Come stabilire la giustizia? E la giustizia umana non si ferma solo all’apparenza delle cose?

Elisabetta Bucciarelli vive e lavora a Milano. Ha firmato molte sceneggiature tra cui Amanti Matti, menzione speciale della giuria alla 53ªBiennale del Cinema di Venezia. Tra i suoi romanzi: Happy Hour (Mursia), Dalla parte del torto (Mursia), Femmina de luxe (Perdisa Pop) e Io ti perdono, (Kowalski/Colorado Noir), menzione speciale della giuria al Premio Scerbanenco 2009 e vincitore del XIII Premio Franco Fedeli. Ha ideato e tiene da più di dieci anni il laboratorio Esprimersi con la scrittura, scrivere per stare bene. Conduce la rubrica Giallo Fuoco su Booksweb.tv. Ha scritto numerosi racconti noir, apparsi in quotidiani italiani e stranierei, antologie e nel Giallo Mondadori.

Autore: Elisabetta Bucciarelli
Titolo: Ti voglio credere
Editore: Kowalski
Anno: 2010
Prezzo: 15 euro
Pagine: 298