«Trovo che sia una grande fortuna poter associare i primi ricordi di un mondiale di calcio a quello del 1996; ricordi sfocati ma tali da rimanere nella memoria favorendo, paradossalmente, una corazzatura che può durare tutta una vita». Si legge in “Messi a 90” (Manni editori, 2010) di Cosimo Argentina e Fiorenzo Baini. La nostra nazionale a questi mondiali la figuraccia ce l’ha fatta fare, e non ci sono “se” e non ci sono “ma”. E un malumore non tanto latente, che si annida tra il cuore e la pancia, ci sta tutto.
Ed è un sentimento condiviso da molta, molta gente! Ad ogni modo per non essere “old style“, ovvero uno che per tanto mugugnare potrebbe risultare vecchiaccio e obliquo, mi dedico ad alcune considerazioni letterario/calcistiche. La prima: Italia e calcio sono un corpo e un’anima sola, da qualunque punto di vista si voglia girare la “frittata”. Ed è una questione di osmosi, un sentimento cento volte più forte per il calcio di tutto quello provato dal Brasile e da tutta l’America Latina messi insieme.
La seconda: esiste una letteratura fortissima che unisce calcio e libri che va da un grado zero, ovvero soglia minima di letterarietà sportiva come quella che si può spulciare tra le righe de”La Gazzetta dello Sport” o il “Corriere dello Sport”, sino a picchi di orgasmici sfavillii narratologici come nel caso di illustri personaggi del calibro di Gianrico Carofiglio, Gian Paolo Serino, Dario Voltolini, e un’altra folta schiera di uomini di cultura e d’onore che hanno fatto parlare campi di calcio, stadi, tifosi e i loro bacini di utenza esistenziali.
E non posso non citare negli ultimi tempi, nonostante sia uno a cui il calcio non è che lo faccia impazzire più di tanto, alcune cose preziose, in altri termini succulente pubblicazioni di spessore e qualità dal titolo “Ho parato un rigore a Pelè” edito da Giulio Perrone editore, un’antologia di tredici racconti di differenti generazioni di scrittori che si cimentano nello scrivere del cosmo/calcio da tifosi, da giornalisti. E ancora non può passare sotto silenzio, un altro libro non solo ben scritto, ma che qualche soddisfazione la può dare anche ai palati più difficili: Faccio riferimento a “Messi a 90” per i tipi di Manni editori scritto a quattro mani da due autori come Cosimo Argentina e Fiorenzo Baini.
E non si tratta di un libro per “pornomani”, ve lo assicuro. Cominciamo dagli autori: Argentina, tarantino, classe 1963. Vive in Brianza dal 1990 dove insegna Diritto ed Economia politica. Ha esordito con il romanzo “Il cadetto” (Marsilio 1999) e l’ultimo, pubblicato con Manni nel 2008, è “Maschio adulto solitario” che ho veramente adorato; Baini, milanese, classe 1959, insegna Lettere in un istituto superiore della Brianza ed ha pubblicato saggi di Storia dell’Arte, collabora al sito www.ilrestodelpallone.com.
“Messi a 90” racconta le partite dell’Italia ai mondiali che hanno fatto incazzare di più i tifosi e un vero e proprio bestiario di aneddotica da psicopatologia calcistica very hot. I due autori pur gestendo diversi registri e diverse prospettive scritturali, si sono ben divisi i compiti creando un prodotto editoriale degno di essere acquistato e letto: Baini è la voce dal taglio più giornalistico; “l’itinerarium mentis in deum” nel pallone lo compie Argentina. E devo dire che il ruolo dell’asceta del calcio gli compete e anche nel migliore dei modi. E allora pagina dopo pagina il lettore scopre la sfiga del 1966 con Italia-Corea 0-1, sino alla stratosferica vittoria del 2006. Parliamo di racconti che entrano nell’Olimpo del calcio, vero e proprio repertorio di scarti dai mondiali di tutti i tempi, strizzando un po’ l’occhio a certa seriosità di parecchia informazione sportiva che stenta a diventare pop!
Libro consigliato con la consapevolezza che per ogni numero 10, ci sono migliaia di mediani e stopper dai piedi di legno. Per gli “aficionados” dello sport più amato dagli italiani che vogliono entrare nel mito del calcio a gamba tesa
«Hanno imparato tutti che bisogna diffidare della nazionale quando ottiene risultati notevoli ma, all’indomani di Mexico 70, anche gli addetti ai lavori erano più ingenui.»
Cosimo Argentina è nato a Taranto nel 1963 e vive in Brianza dal 1990 dove insegna Diritto ed Economia politica. Ha esordito con il romanzo Il cadetto (Marsilio 1999) e l’ultimo, pubblicato con Manni nel 2008, è Maschio adulto solitario.
Fiorenzo Baini è nato a Milano nel 1959 e insegna Lettere in un istituto superiore della Brianza. Ha pubblicato saggi di Storia dell’Arte, collabora al sito www.ilrestodelpallone.com.
Autore: Cosimo Argentina e Fiorenzo Baini
Titolo: Messi a 90
Editore: Manni
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 14 euro
Pagine: 164
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