Mai piangere sul latte versato. Gli amari ricordi di Buarque

latte_versatoUn uomo centenario legato al letto di un lurido ospedale di Rio de Janeiro ricorda la sua vita. Potrebbe essere questa la trama di “Latte versato (Feltrinelli, 2010), ultima fatica letteraria di Chico Buarque.

Anche se non si renderebbe giustizia ad un libro più sfaccettato.

Latte versato è un libro sul concetto di ricordo, “imitazioni di ricordi precedenti” ma anche ferite che si aprono, eredità di una vita vissuta tra alti e bassi.

Eulalio de Assumpçao sa che sta per morire e scava nella memoria, ormai, non più affidabile come un tempo per raccontare all’infermiera e a sua figlia la storia di una famiglia prestigiosa e la sua conseguente decadenza, la passione per la moglie Matilde, sensuale mulatta, spirito libero che lo abbandona con una figlia a carico, le mille disavventure di una famiglia allo sbando.

Ma la forza di questo soliloquio è nel riuscire a tracciare la storia del Brasile secondo grosse linee, la discendenza degli Assumpçao attraversa varie epoche della storia sociale brasiliana a partire dal commercio degli schiavi per giungere alla dittatura di Vargas e il racconto di Eulalio riflette inevitabilmente un razzismo di fondo mai completamente risolto, sinonimo di un conflitto razziale di tradizione schiavista.

Si confonde pubblico e privato nel nuovo romanzo di Chico Buarque in un racconto vorticoso, frammentato e il narratore, avvertendo l’incombenza della fine, a tratti sembra accelerare la narrazione rendendola inquieta, rievocando magari lo stesso frammento di vita in maniera diversa, aggiungendo o togliendo particolari o, addirittura, confutando l’aneddoto precedente.

Un racconto amaro venato di rimpianti, collera ma anche di un’irrefrenabile ironia, privo di interlocutori, tranne un’infermiera e sua figlia, probabilmente fantasmi della sua memoria. La prosa di Chico Buarque, già apprezzatissimo cantautore della scena musicale brasiliana post-bossanovistica, è elegante, intensa, sopraffina e il lessico è volutamente arricchito, impregnato di espressioni francesi, lascito del passato aristocratico di Eulalio.

Quindi il romanzo risulta puntellato da un registro datato, figlio di un’epoca lontana, che morirà inesorabilmente con Eulalio e unica vera testimonianza di un passato che non è più. L’intelligenza di Buarque sta proprio nell’aver utilizzato una lingua non più attuale per raccontare un passato che sopravvive solo nella memoria di Eulalio e di aver preso a pretesto il racconto di un vecchio centenario moribondo per disegnare un ritratto sulla memoria e la famiglia poetico e commovente.

Chico Buarque de Hollanda , nato a Rio de Janeiro nel 1944, è uno dei più grandi cantautori brasiliani. Figlio del grande pensatore, storico e critico letterario Sergio Buarque de Hollanda, si dedica alla forma canzone pur appassionandosi alla scrittura. Solo nel 1992 comincia ad imporsi anche come scrittore cominciando un percorso definito che parte da Disturbo, vincitore in Brasile del prestigioso premio Jabuti, e che lo rende, ormai, protagonista a tutto tondo della vita intellettuale verdeoro.

Autore: Chico Buarque
Titolo: Latte versato
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 13 euro
Pagine: 144

1 thought on “Mai piangere sul latte versato. Gli amari ricordi di Buarque

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