Alcuni scrittori sono capaci di creare una preziosa alchimia con il lettore non solo grazie ad un’efficace prosa né solamente per la propria capacità narrativa. Vanno oltre, riescono a raggiungere delle vette, forse anche inconsapevolmente, che è difficile ammirarli senza forzare in maniera innaturale il capo verso l’alto. E’ il caso di Luigi Romolo Carrino, classe 1968, giunto alla sua terza pubblicazione (senza considerare gli esordi e La versione dell’acqua) e, ormai, considerato uno dei più grandi talenti letterari italiani degli ultimi anni.
Istruzioni per un addio (Azimut, 2010), a dispetto del titolo, è un libro sullo scorrere del tempo, sull’attimo sospeso tra un abbraccio e un addio. Non è, quindi, una mera raccolta di scritti senza un preciso filo conduttore, ma è piuttosto un compendio sul dolore, sulla perdita.
La scrittura di Carrino non conosce la prosa altezzosa e asettica di Baricco ma, piuttosto, possiede la raffinatezza dei vecchi scrittori francesi e la scabrosa tenerezza di Pier Vittorio Tondelli. Un racconto come Insegnando il silenzio alle rose riesce a far sentire tutto il peso dell’attesa sul lettore che, sin da subito, si immedesima nel personaggio di Anna che attende l’amato Mario di ritorno dalla guerra. Un’ultima lettera scritta, il ricordo forte di un amore tanto atteso, una fotografia, le rose, Anna è chiusa “nello spazio indifferente alle ore del giorno”. Spenta ma viva.
Carrino osserva le vite altrui somatizzandole sulla propria pelle regalando uno spaccato sull’Italia odierna – e del dopoguerra – come solo una grande penna sa fare. Sono impressioni, materiale per un romanzo, frammenti di carne urlante, strappata al proprio ricordo, che mesce il pianto col riso, l’eccezione di un amore con la tristezza di una quotidianità desolante.
Dodici racconti, dodici pezzi di vita, in cui l’essenziale – che è invisibile agli occhi, come scriveva Saint Exupery – viene mostrato al lettore curioso, che da perfetto voyeur si trova incautamente scaraventato nelle vite altrui. Ed è proprio nel momento in cui ci si affeziona alla storia che interviene la falce dello scrittore a bloccare lo sviluppo della narrazione, forse per non permettere ai personaggi di rivelare/svelare troppo del proprio mondo.
Al lettore non resta altro, quindi, che essere spettatore passivo di un altro rapporto, altre vite solitarie, leggere le istruzioni per un addio per ingannare la solitudine a cui inevitabilmente si arriva quando si traffica con l’amore.
Luigi Romolo Carrino nasce nel 1968 e vive a Roma. Laureato in informatica, è specializzato in Problem Solving e Ingegneria del Software. Ha pubblicato Acqua storta (Meridiano Zero, 2008), La versione dell’acqua (recital tratto da Acqua storta, Meridiano Zero, 2008), Pozzoromolo (Meridiano Zero, 2009). Questa è la prima raccolta di racconti.
Autore: Luigi Romolo Carrino
Titolo: Istruzioni per un addio
Editore: Azimut
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 12 euro
Pagine: 160