Sono trascorsi otto anni dalla prima edizione italiana di “Modernità liquida“, edita da Laterza, ma il pensiero del sociologo polacco Zygmunt Bauman è più che mai attuale. La nuova edizione riporta alla luce questo testo agile, importante che, sin dal titolo, desta nel lettore curiosità. Prima di accompagnare quest’ultimo nelle cinque aree tematiche, vero fulcro dell’opera, Bauman chiede cosa sia oggi la modernità e in che modo si distingue dai concetti elaborati nelle epoche precedenti.
Dopodiché si entra nel testo vero e proprio e si comincia un excursus sul concetto di “liquidità” contrapposto alla solidità del secolo passato.
Il primo tema è l’“emancipazione”, e viene trattato partendo dalla metafora del “camping” usata per suggellare la fine della teoria critica diffusasi attraverso la Scuola di Francoforte : l’ospite di un camping, qualora qualcosa non funzioni, può rivolgersi alla direzione lamentandosi o, in caso estremo, andando via. Non gli verrà mai in mente di pressare a tal punto da sostituire le cariche direttive. La “modernità liquida” ha apportato questo cambiamento, c’è una fluidità di fondo che sta distruggendo il vero senso della politica rivisitando il concetto di “spazio pubblico”.
La teoria critica non ha più ragion d’essere perché, scomparendo il cittadino e lo stato, sono scomparsi anche i punti di riferimento a cui questa era rivolta. C’è ancora spazio, però, per l’emancipazione solo nel caso in cui cambi realmente qualcosa.
Il secondo tema, “individualità”, parte da una distinzione tra spazio pubblico e privato. Questa volta l’esempio preso in considerazione da Bauman è il talk show come luogo in cui il privato diventa pubblico. Spazio pubblico e privato diventano una sola cosa, profetizza Bauman in tempi non sospetti (allargando il discorso alla politica italiana, pensate al caso Berlusconi-Noemi e allo scandalo Escort) e ogni individuo organizza la sua vita orientandola al consumo che non è più un modo/mezzo per soddisfare un bisogno ma un capriccio, che viene indotto (e non proviene da un’esigenza personale).
“Tempo e spazio”, terza area tematica di “Modernità liquida”, riflette sulla differenza tra luogo e non luogo specificando come il non luogo, ormai, stia letteralmente dominando, anche a livello concettuale, sul luogo. Non luoghi in cui si favorisce l’azione (e non l’interazione, pensate agli aeroporti) e l’individualità rendendo, al contempo, tutti simili, cioè consumatori.
Il tempo, inizialmente unità di misura utile per attraversare uno spazio, adesso, nella “modernità liquida”, è sinonimo di istantaneo-immortale, l’attimo fuggente, che rifiuta ogni tipo di procrastinazione a favore di una scelta immediata. Un concetto, quello di “procrastinare”, che verrà ripreso nel capitolo dedicato al “lavoro”. “Procrastinare” deriva da “cras” (domani) ed è tutto quel che appartiene al domani ma è, al tempo stesso, un abile tentativo di “assumere il controllo sulla sequenza di eventi e renderla diversa da quella che sarebbe stata se si fosse rimasti docili e acquiescenti”.
Anche il lavoro risente del nuovo concetto temporale e diviene flessibile, non più rigido, ma liquido, e rende precaria la vita di ogni individuo. Il lavoro è divenuto una merce acquistabile e tutti i rapporti che si tendono a costruire risentono anch’essi dell’instabilità e di un forte individualismo che porta alla costruzione di rapporti umani non più in senso collettivo ma individuale.
L’autore, quindi, non fa altro che un’analisi sociologica sulla politica e la società contemporanea e il libro è costruito proprio come una matrioska, finendo per arrivare all’ultimo tema, la “comunità”, dopo aver proceduto effettivamente per contrapposizioni e metafore. Anche quest’ultima area è sviluppata dapprima in maniera descrittiva, parlando dei vari tipi di comunità, dopodiché il sociologo illustra il senso d’appartenere ad una comunità, unico modo, oggi, per sfuggire alla liquidità del vivere odierno. Termina il capitolo una breve dissertazione sulla distinzione tra stato e nazione che va a coronare uno dei saggi più interessanti degli anni duemila.
Bauman resta tuttora uno dei migliori sociologi viventi che, con la sua solita chiarezza, analizza i disagi degli uomini di oggi ponendo dinanzi al lettore uno specchio al fine di leggersi e leggere nel migliore dei modi la realtà in cui vive.
Zygmunt Bauman è un sociologo polacco ed è uno dei pensatori più influenti al mondo. Professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e Varsavia, ha pubblicato diversi saggi tra cui Voglia di comunità, La società sotto assedio, Vite di scarto, Amore Liquido, Vita liquida, Paura liquida.
Autore: Zygmunt Bauman
Titolo: Modernità liquida
Editore: Laterza
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 16 euro
Pagine: 272