“Un uomo è seduto sul letto. È mio padre. Il corpo di una donna è sotto le coperte. Era mia madre”. È la frase d’inizio del prologo di “Innocente” (Mondadori, 2010) di Scott Turow, traduzione di Stefania Bertola.
L’uomo che veglia la donna morta è Rusty Sabich giudice della corte d’appello, la donna è Barbara sua moglie. Chi li trova così è il loro figlio Nat: “mi dirà che si è seduto, su una sedia di fronte a lei”. Sono le prime avvincenti pagine del sequel del capolavoro dell’avvocato/scrittore di Chicago Presunto Innocente pubblicato nel 1997, campione di vendite. I lettori appassionati di gialli ad alta dose di adrenalina non hanno dimenticato questo splendido romanzo il primo di una serie che va sotto il genere di legal thriller, diventato film nel ’90 per la regia di Alan J. Pakula, protagonista Harrison Ford.
Dopo più di vent’anni dai drammatici avvenimenti narrati magistralmente dal romanzo d’esordio di Turow, Rusty Sabich ora è diventato Presidente della Corte d’Appello della Contea di Kindle e concorre per un posto presso la Corte Suprema. Il figlio Nat ha seguito le orme paterne mentre Barbara è sempre preda di crisi maniaco depressive, soffre di una sindrome bipolare. Come in Presunto Innocente Rusty, ormai sessantenne “oggi compio sessant’anni, una ricorrenza a cui mi sono avvicinato con cupezza”, intreccia una relazione clandestina con la bella trentenne Anna, ma questa volta a morire in circostanze misteriose sarà Barbara e non l’amante di Rusty come era accaduto nel precedente giallo. Rusty si ritrova ancora una volta sul banco degli accusati trascinato dal suo antico rivale Tommy Molto, diventato Procuratore generale ad interim in cerca di vendetta e soddisfazione dopo lo smacco subito molti anni prima, “un combattente che porta impresse sul volto le sue mille battaglie”. Qual è stata la vera causa del decesso di Barbara? E perché Rusty l’ha vegliata per ventiquattro ore senza avvisare né medici, né polizia e neanche Nat? Chi potrà aiutare Sabich considerato che il suo storico avvocato Sandy Stern ha poco tempo da vivere?
L’idea di partenza di Scott Turow per scrivere Innocent nasce da un’immagine: un uomo seduto sul letto accanto al corpo immobile di una donna. Da qui l’idea di partenza del giallo che ripropone antiche questioni: inquietudine profonda del protagonista, tradimento coniugale, rivalità professionale, senso di colpa, desiderio di rivalsa. Teatro del dramma dai toni shakespeariani è sempre la Contea immaginaria di Kindle. Possibile che il destino si ripeta, che gli sbagli del passato si ripetano inesorabili? L’uomo si rivela sempre così fragile? La Contea di Kindle assomiglia pericolosamente al mondo che ci circonda: verità sfuggenti, tutti hanno un segreto da nascondere, nessuno in fondo innocente e un sistema di vita che di morale ha solo il ricordo.
Leggendo i legal thriller firmati Turow iniziando da Presunto innocente che ha venduto solo negli USA quattro milioni di copie e che l’autore scrisse sul treno dei pendolari, si nota la bravura dell’autore nel creare personaggi complessi, memorabili. Perfettamente descritti infine i meccanismi legali, il mondo della giustizia, le aule dei tribunali, forse perché l’autore nonostante sia ormai un affermato scrittore di best seller continua a esercitare con passione la professione di avvocato penalista. “Il nostro registro delle sentenze riflette l’amministrazione della giustizia secondo lo stile americano, ed è quindi equamente diviso fra i ricchi, che di solito portano avanti costosi ricorsi anche per le cause civili, e i poveri, che ricorrono all’appello solo per i casi penali in cui sono previste condanne a parecchi anni di prigione”.
Scott Turow è nato il 12 aprile 1949 a Chicago, dove vive e lavora. Nel 1970 si laurea presso l’Amherest College. Dal 1972 al ’75 insegna scrittura creativa a Stanford e nel ‘78 si laurea con lode alla Law School di Harvard. Ha lavorato come assistente del procuratore generale di Chicago. Nel 1987 pubblica Presunto Innocente, primo enorme successo di una serie di legal – thriller letti in tutto il mondo, alcuni dei quali diventati film di cassetta. I suoi romanzi sono tutti editi dalla Mondadori: Presunto Innocente (1991), L’onere della prova, Ammissione di colpa (1993), La legge dei padri (1996), Quel giorno a Eagle Point e altri racconti (1998), Lesioni personali (2001), Errori reversibili (2004), Eroi normali (2005), Prova d’appello (2007). Ha inoltre scritto due saggi Harvard, facoltà di Legge (1995) e Punizione suprema: una riflessione sulla pena di morte (2005). Ha vinto numerosi premi letterari quali il Silver Dagger Award della British Crime Writers, l’Heartland Prize nel 2003 per Errori reversibili e nel 2004 il Robert F. Kennedy Book Award per Punizione suprema.
Autore: Scott Turow
Titolo: Innocente
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 20 euro
Pagine: 432