“Il dottor Zivago“ (Feltrinelli 2009) di Boris Pasternak si apre con la descrizione del funerale della madre del protagonista “Andavano e sempre camminando cantavano eterna memoria, e a ogni pausa era come se lo scalpiccio, i cavalli, le folate di vento seguitassero quel canto”.
La desolante scena delle esequie rimanda alla memoria i funerali dello scrittore, avvenuti in un clima di semi clandestinità il 2 giugno 1960 a Peredelkino nei pressi di Mosca, dove Pasternak si era ritirato a vivere in povertà in una sorta di esilio volontario.
La parabola umana di Juriij Zivago si snoda in circa mezzo secolo di vita iniziando dal 1905, le prime avvisaglie della rivoluzione russa per terminare alla fine degli anni Trenta. La storia del giovane Juriij medico e poeta diviso dall’amore per due donne, la moglie Tonja e Lara, coinvolto nella Rivoluzione d’Ottobre che ha posto termine al potere zarista è nota in tutto il mondo, bestseller tradotto in ventinove lingue.
Agli inizi degli anni ‘40 nella solitudine della dacia di Peredelkino, Pasternak, il quale, come l’idealista Zivago, vagheggiava una Russia interiore, dell’anima che si aprisse agli stimoli culturali esterni, iniziò la stesura al suo unico romanzo Il dottor Zivago, autobiografico, nel quale il giovane Juriij appare come una sorta di alter ego dello scrittore. Il volume porta alla luce le molte ombre della rivoluzione russa, è anche per questo che la storia parte dalla domenica di sangue del 1905, lo scrittore aveva capito che per comprendere la rivoluzione russa bisognava partire dalle sue radici. Il manoscritto, subito inviso alle autorità sovietiche solo dopo molte vicissitudini editoriali, fu pubblicato in anteprima assoluta mondiale il 23 novembre 1957 da Feltrinelli, grazie al fiuto e al coraggio del suo fondatore Giangiacomo. Il dottor Zivago divenne immediatamente uno strepitoso caso editoriale, ma questo non fermò il governo russo, anzi. Pasternak fu espulso dall’Unione degli scrittori, accusato di tradimento, minacciato di essere espulso dal paese e privato della cittadinanza sovietica.
Nonostante il clima a dir poco ostile che lo circondava in patria Il dottor Zivago in poco tempo aveva acquisito una sempre maggiore notorietà internazionale, salita all’apice con l’assegnazione allo scrittore del Premio Nobel per la Letteratura nel ’58. Pasternak preferì rinunciare al ritiro del meritato riconoscimento internazionale per non vedersi negata la possibilità di ritornare nella sua Russia, “l’abbandono della Russia sarebbe la mia morte” la terra che amava sopra ogni cosa. “Vivere significa sempre lanciarsi in avanti, verso qualcosa di superiore, verso la perfezione, lanciarsi e cercare di arrivarci”.
Lo scrittore russo con uno stile epico e lirico attraverso la figura del medico/poeta Zivago rappresenta la solitudine, le paure e le fragilità dell’intellettuale di fronte alla Storia e ai suoi drammi. Può sembrare paradossale ma solamente nel 1988 Doktor Zivago è stato edito in Unione Sovietica. Sicuramente il più grande romanzo storico di tutto il secolo passato, complesso, visto non dalla parte di uno storico, ma da chi si trova al centro della scena come il medico Juriij o Lara moglie di uno spietato rivoluzionario. Indimenticabili i tanti personaggi che sono descritti in tutta la loro umanità e disperazione, dove spesso la passione, i sentimenti si trovano in lotta con la ragione in una guerra tra romanticismo e illuminismo. È stata riconosciuta come un’opera fondamentale per la cultura mondiale, di alto valore artistico e poetico dal messaggio universale.
Al successo de Il dottor Zivago contribuì nel 1965 l’omonima trasposizione cinematografica diretta da David Lean. La passione d’amore tra Zivago e Larissa Antipova, che si consuma nella vecchia tenuta nei freddi Urali, fu affidata ai volti di Omar Sharif e Julie Christie. Il kolossal perfetta ricostruzione di un’epoca e di un mondo vinse cinque premi Oscar: miglior sceneggiatura non originale, migliore scenografia, migliore fotografia, migliori costumi e migliore colonna sonora. Indimenticabile il Tema di Lara di Maurice Jarre che richiama all’immagine dello spettatore una foresta di betulle e lo sguardo intenso della protagonista.
“Per questo, appena è primavera, gli amici si raccolgono in me, e le nostre serate sono commiati, i nostri festini ultime volontà: perché la segreta corrente del dolore riscaldi il freddo dell’esistenza”. Da “La terra” di Juriij Zivago.
Boris Leonidovic Pasternak nacque a Mosca il 10 febbraio 1890 (29 gennaio secondo il calendario giuliano in vigore all’epoca) e morì a Peredelkino il 30 maggio 1960. Il poeta e scrittore russo proveniva da una famiglia d’intellettuali di origine ebrea, il padre Leonid, amico di Tolstoj, era pittore e professore alla scuola moscovita di pittura e la madre Rozalija Kaufmann pianista concertista. Studiò composizione musicale e Filosofia presso l’Università di Mosca ma poi abbandonò tutto per dedicarsi alla poesia. Nel 1927 diede una sua rilettura della rivoluzione russa, alla quale aveva aderito con entusiasmo, con i poemi L’anno 1905 e Il luogotenente Schmidt. Le sue liriche, tra le quali Mia sorella vita, riunite in diverse raccolte come Sui treni mattinali (1943) o La vastità terrestre (1945), riflettono più da vicino e con modi più semplici la nuova realtà e le generose lotte del popolo sovietico e lo imposero all’attenzione della critica. Autore anche di splendide prose, in parte autobiografiche, in molta della sua produzione si riconosce l’influenza della composizione musicale. Il dottor Zivago fu criticato in patria dagli intellettuali e bandito dal regime come “libello antisovietico”. Lo scrittore fu considerato come “borghese deviazionista”. Nonostante ciò egli riuscì a far uscire il manoscritto dal paese e quando il 20 maggio del ’56 Pasternak consegnò il testo a Sergio d’Angelo, incaricato di Feltrinelli, gli disse “questo è il dottor Zivago. Che faccia il giro del mondo”. Le sue furono parole profetiche. Nel 1958 l’Accademia di Svezia gli conferì il Premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione “Per le sue importanti conquiste nella poesia lirica contemporanea e nel campo della tradizione epica della grande Russia”. In piena guerra fredda, l’autore minacciato dal regime di espulsione e confisca dei beni rinunciò a ritirare in Svezia l’ambito riconoscimento, che fu consegnato al figlio solamente nel 1989. Tra le sue opere ricordiamo Autobiografia e nuovi versi e Il salvacondotto. Il Dottor Zivago è continuamente ristampato e venduto dalla Casa Editrice milanese nella traduzione di Pietro Zveteremich, Mario Socrate e Maria Olsoufieva.
La Casa Editrice Feltrinelli ha proposto ai lettori una riedizione con una nuova traduzione a cura di Serena Prina, corredata da un dizionario dei personaggi e da un notevole apparato di note al testo. L’edizione ha in allegato un Dvd con immagini di repertorio di Pasternak e commenti di Calvino, Silone, Pratolini e Feltrinelli. Il dottor Zivago (Dvd + libro, pp. 640), 20 euro
Autore: Boris Pasternak
Titolo: Il dottor Zivago
Editore: Feltrinelli
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 9 euro
Pagine: 471