“Ho un tale fuoco dentro di me. E tanti progetti. Desidero sempre l’impossibile”. Così scrive un giovane Claude Monet in “La donna col vestito verde” (Neri Pozza, 2010) di Stephane Cowell. Il sacro fuoco dell’arte arde nelle vene di Claude Monet, il quale a diciassette anni, a Le Havre, invece di seguire le orme paterne proseguendo nell’attività famigliare di forniture marittime, per guadagnare qualche franco disegna caricature di personaggi cittadini.
Il pittore locale Eugene Boudin capisce che il ragazzo ha talento e lo convince a dedicarsi alla pittura del paesaggio en plein air. Nel 1861 Claude sbarca a Parigi e resta affascinato dal frastuono della grande metropoli in piena trasformazione sociale, artistico culturale e urbanistica: “migliaia di caffè, sulle cui vetrine campeggiavano le réclame dei vini, migliaia di vicoli, i cui muri di mattoni erano ricoperti da manifesti”. Mentre ammira, nel Salon degli artisti francesi al Palais de l’Industrie sulla Rive Gauche, i dipinti di Corot, Daubigny, Delacroix, Millet “con le loro foreste di sogno, i campi con i covoni, una casa in riva a un canale al tramonto, che sembrava illuminata da una radiosità ultraterrena”, Monet comprende che questa è la strada che deve seguire.
Sono i primi dipinti degli artisti impressionisti, che hanno abbandonato i loro atelier per dipingere all’aria aperta, osservando i cambiamenti mutevoli del tempo. Nel Café Guerbois a Batignoles, sulla Rive Droite, Monet frequenta in una tipica atmosfera bohèmienne Pierre Auguste Renoir, Claude Pissarro, Jean Frédérick Bazille (che diventerà il suo migliore amico e con il quale affitta un atelier in rue de Furstemberg sulla Rive Gauche). Tra mille difficoltà gli artisti cercano di imporre il loro nuovo stile. Claude ancora non può saperlo, ma di questo movimento pittorico nato in Francia a metà dell’Ottocento sarà uno dei massimi esponenti. L’incontro con la donna del destino Camille Doncieux avviene dentro la libreria di proprietà di suo zio, dove la ragazza sostituisce momentaneamente lo zio ammalato.
Claude aveva già intravisto Camille anni prima in un giorno d’inverno alla stazione di Parigi e non aveva scordato il suo fascino tratteggiandone il ritratto. La bellezza e la grazia di Camille, la quale appartiene a una famiglia della buona borghesia parigina, colpiscono il pittore che le chiede di posare per lui in un dipinto ambientato a Fontaibleau. La ragazza accetta. Sarà l’inizio di un legame caratterizzato da passione, tradimenti, gelosia, che li legherà in un rapporto tempestoso che finirà solo con la morte della trentaduenne Camille. Simbolo del loro amore è il ritratto, che dà il nome al romanzo, La donna col vestito verde esposto per la prima volta al Salon di Parigi nel 1866 e ora conservato presso la Galleria d’Arte di Brema in Germania.
Con la biografia romanzata Claude & Camille, Stephanie Cowell traccia il ritratto non solo di un grande amore, ma anche della passione di Monet per la pittura. L’autrice descrive gli anni vissuti in miseria dall’artista, costretto a volte addirittura a non poter dipingere perché senza denaro per pagare tele e colori, con accanto Camille e il loro figlioletto Jean. Claude si trova nella più nera disperazione, ma nonostante ciò tenacemente persegue il suo sogno. Nel frattempo la guerra franco – prussiana e la sconfitta di Sedan del 1870 fanno tramontare i sogni di gloria e la grandeur di Napoleone III. Parigi è posta sotto assedio, perciò Claude e Camille fuggono a Londra. Qui il mercante d’arte Durand-Ruel acquista i dipinti dell’artista. Finalmente la fortuna è dalla parte di Claude.
Con una scrittura scorrevole e che cattura fin dalle prime pagine, l’autrice conduce il lettore attraverso il demi – monde sfolgorante di luci della Parigi del Secolo XIX. Belle sono le pagine dedicate all’allestimento della mostra del gruppo Societé anonyme des peintres, sculpteurs et graveurs formata, tra gli altri, da Monet, Pissarro, Cézane, Degas, Berthe Morisot, Renoir e Sisley. Nella mostra inaugurata il 15 aprile 1875 nello studio del fotografo Nadar, al secondo piano del 35 di boulevard des Capucines, Monet presenta Impressione, sole nascente che ha dipinto due anni prima. Un critico in maniera sprezzante definisce i pittori impressionisti.
Un anziano Claude Monet nella sua proprietà di Giverny, dove ha dipinto le sue amate ninfee, circondato dal suo splendido giardino ripensa al passato, alla sua gioventù, al suo amore perduto… “Sei la mia musa. La mia donna coll’abito verde”.
Stephanie Cowell è una scrittrice di romanzi storici di successo quali Nicholas Cooke, The players. The physician of London (vincitore dell’American Book Award 1996). Soprano di valore vive a New York. Ha pubblicato per Neri Pozza Il matrimonio delle sorelle Weber (2004).
Autore: Stephanie Cowell
Titolo: La donna col vestito verde
Editore: Neri Pozza
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17,50 euro
Pagine: 380