“L’Aurelia è una fila di lamiere colorate. Sotto il sole d’agosto a mezzogiorno, carichi oltre ogni irragionevole possibilità, siamo fermi nel mezzo”. Si tratta de “Le conseguenze del caso” (Piemme, 2010) di Alessandra Fiori.
Sabato 1 agosto, iniziano le grandi manovre degli italiani in ferie diretti verso gli agognati luoghi di villeggiatura. I giovani sposi Chiara e Marcello, giornalista sportivo, non fanno eccezione e si trovano fermi a passo d’uomo con 42 gradi dentro “una grossa familiare senza aria condizionata”. Insieme a mamma e papà la piccola Emma di tredici mesi, la tata Mila e il cane Rocco che “ansima e sbava”. La meta della famigliola è Fregene, rinomato centro per residenze estive nel quale si riversano migliaia di romani “perché questo è un parcheggio, magari di lusso, per donne, bambini e problemi vari”. Qui in via Ladispoli 12 i genitori di Chiara “hanno investito i primi sostanziosi guadagni in una villetta con piscina”. La casa è rimasta chiusa per anni “i divani e le poltrone di vimini con i cuscini fioriti sono ancora coperti dai teli”. Nonostante ciò Chiara ricorda ogni particolare delle vacanze trascorse nella villetta, la sua camera al primo piano ora occupata dalla figlia, la mansarda luogo privilegiato dei fratelli maggiori Giorgia e Giovanni e la stanza dei genitori nella quale ora dorme lei insieme a Marcello. Tutto sembra essere rimasto come allora, anche lo stabilimento L’Ancora dove si ritrovano le stesse facce abbronzate e si ascoltano le stesse chiacchiere. Allungata sulla sdraio la bella e sfacciata Valeria proveniente da Parigi, antica conoscenza di Chiara sovverte l’ordine costituito. Mentre i giorni oziosi d’agosto scorrono lenti, Chiara si trova costretta a fare i conti con il proprio passato.
Nel suo romanzo d’esordio Alessandra Fiori con uno stile scorrevole e coinvolgente descrive perfettamente il generone romano in vacanza nella località marina considerata la perla del litorale laziale. I villeggianti si cuociono sotto i raggi del sole scambiandosi un pettegolezzo e una maldicenza sul lettino o al bar dello stabilimento. “Tra una crema e un pettegolezzo si scambiavano di posto, costruivano alleanze, rompevano amicizie”. Gli anni sono trascorsi e alla radiolina a transistor si è sostituito l’iPod e il cellulare è sempre a portata di mano. Ecco la lunga distesa di sabbia bruciata dal sole, il colore azzurro del mare, le signore che fanno a gara tra di loro nel mostrare il costume più trendy e sexy. I mariti chiacchierano parlando di sport e lavoro occhieggiando le forme femminili esposte, stilando improbabili classifiche. In questo romanzo il passato rincorre il presente e la protagonista inevitabilmente ripensa alla propria infanzia e adolescenza cercando di scoprire segreti familiari rimasti finora inaccessibili. “Il cuscino pulito mantiene quel profumo dolce e mondano di certe sere d’estate quando mia madre veniva a darmi la buonanotte prima di uscire”. E come una matrioska russa, un mistero ne nasconde un secondo… “Quello che è successo dopo sono conseguenze. Non c’è una spiegazione, non una sola, almeno”.
Chi è Chiara? È una giovane donna realizzata o le manca qualcosa?
“Chiara è tutt’altro che una donna realizzata. Innanzi tutto lei è alle prese con l’esperienza della maternità che è stata travolgente. Si pensa sempre che la maternità sia un momento di gioia e basta e invece è tante altre cose soprattutto per le donne. È fatica, sudore, paura. Di colpo cominci ad aver paura non solo per quello che può succedere a te, ma soprattutto per quello che può succedere a una parte di te che è tuo figlio. Chiara ha capito che il suo rapporto di coppia con Marcello è cambiato come avviene spesso quando nasce un bambino. La famiglia felice è un cliché, c’è molto altro. Chiara non è una persona realizzata neanche sul lavoro, lo dice più volte nel romanzo che è alla ricerca di una sua dimensione. Le manca inoltre un tassello fondamentale del proprio passato, questo segreto che durante questo mese d’agosto dovrà cercare di scoprire e che cambierà la prospettiva di molte cose. Chiara si sente di non appartenere completamente a niente, nemmeno alla sua famiglia. Capirà che c’è una motivazione dietro questo suo senso d’inadeguatezza e non appartenenza.”
“Mia madre è una donna difficile”, “Mio padre è sempre stato ansioso”. Ci descrive i genitori della protagonista?
“Il padre è sicuramente un uomo ansioso, metodico come la maggior parte delle persone ansiose, che cerca di tenere tutto sotto controllo. È un padre che chiama molte volte la figlia al cellulare, è invadente. Non lo fa per cattiveria ma per il suo bisogno di controllare. Si comporta così perché nel suo passato c’è un episodio che ha subito e che non ha saputo gestire, che Chiara ignora, ma non sveliamo nulla… La madre è una donna schiacciata, che ha trovato il modo di andare avanti negandosi la realtà, perché lei erroneamente crede che ci sia solo questa opzione. Era l’unico modo che lei vedesse come possibilità di vita.”
“Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice, è infelice a suo modo”. Aveva ragione Tolstoj in Anna Karenina?
“Sì, ma le famiglie infelici sono più affascinanti da raccontare… Non ricordo chi abbia detto, che per fare lo scrittore è fondamentale aver avuto un’infanzia infelice… La famiglia infelice è più letteraria!”
Leggendo il romanzo viene spontanea la domanda se ci sia qualcosa dell’autrice nel carattere e nella personalità di Chiara. Anche Lei ha trascorso le vacanze estive a Fregene?
“Di me di Chiara c’è sicuramente l’esperienza della maternità. Conosco Fregene e ci sono stata in vacanza, volevo ambientare la storia in una spiaggia che poteva essere una spiaggia qualunque non necessariamente Fregene. Credo che certe dinamiche familiari, di coppia, di vita con i figli invece di semplificarsi come apparentemente dovrebbe essere, finiscano sempre per complicarsi fuori dagli schemi, dalla routine. I luoghi di vacanza sono un terreno privilegiato per osservare e analizzare queste dinamiche. La spiaggia è un po’ una piazza, Fregene in questo è una piazza meravigliosa di fenomeno grottesco dell’estate che tutti conosciamo. Vengono fuori dei vizi e dei vezzi che abbiamo e che notiamo nei nostri vicini di ombrellone che fanno ridere, sorridere, arrabbiare. Un bestiario! Era interessante notare tutto questo in contrasto con il dramma che stava vivendo Chiara, con il crollo di tutte le sue certezze.”
La villetta di via Ladispoli rappresenta il simbolo dell’infanzia della protagonista?
“Sì, Chiara prende coscienza di se stessa durante il mese e di colpo per lei la villetta acquista una nuova prospettiva. La sua vita cambia, ora Chiara guarda alla propria esistenza con più consapevolezza.”
Alessandra Fiori è nata a Roma nel 1977. Laureata in Lettere all’Università La Sapienza di Roma è giornalista. Vive a Roma con il marito, la figlia e l’inseparabile cane Berto. Il romanzo Le conseguenze del caso è stato presentato il 15 aprile alla libreria Notebook dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Erano presenti oltre all’autrice, Barbara Palombelli e Luca Telese. Hanno letto alcuni brani del libro Ignazio Oliva, Alice Palazzi e Barbara Alberti.
Sabato 8 maggio Alessandra Fiori sarà alla libreria Mondadori di piazza Cola di Rienzo a Roma dalle 17.00 alle 19.30 per firmare copie e incontrare i lettori.
Autore: Alessandra Fiori
Titolo: Le conseguenze del caso
Editore: Piemme
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 15 euro
Pagine: 238