“Con la CED fallì il progetto più ambizioso mai messo in campo dai Paesi europei in ambito militare e certamente anche sul piano dell’integrazione politica“. In “Un’occasione da perdere. Le Forze Armate italiane e la Comunità Europea di Difesa (1950-1954)” (Editrice Apes 2009), Daniele Caviglia e Alessandro Gionfrida, grazie alla consultazione di fonti inedite, pongono la lente d’ingrandimento su un aspetto ancora poco indagato.
Quello sul progetto relativo alla creazione di una Comunità Europea di Difesa: quello della contrarietà dei vertici militari italiani.
Se il progetto CED, di una Comunità Europea di Difesa, fosse andato in porto, l’Europa, che all’epoca contava solo 6 membri, oggi avrebbe probabilmente un esercito comune. Non fu così, dato che il trattato che la doveva istituire non venne ratificato in Francia con l’implicito entusiasmo dell’Italia che continuava a posticiparne la presentazione in Parlamento per ottenerne la ratifica in attesa di una presa di posizione d’oltralpe.
Vari studiosi ad oggi hanno analizzato le motivazioni che portarono ad accantonare un progetto tanto ambizioso, altrettanti hanno esaminato le posizioni assunte dai vertici politici e militari italiani. Per andare più in profondità vi era tuttavia uno scoglio da superare: l’impossibilità di consultare quegli archivi militari con cui si sarebbe potuto meglio puntualizzare l’atteggiamento dei componenti della forze armate. Sicuramente la contrarietà degli stessi era un dato acquisito, ma mancava una ricostruzione sistematica del complesso e concreto adoperarsi dei militari contro un progetto che giudicavano prematuro in assenza di una reale integrazione politica dell’Europa dei Sei.
Grazie all’approfondito esame di documenti appartenenti all’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore e ad un’attenta analisi di altri documenti inediti rinvenuti in diversi Archivi, i due Autori riescono finalmente a completare il “quadro CED” e a spiegare perché e chi fra i militari italiani osteggiò un progetto tanto voluto per ragioni politiche dal Governo.
Il saggio di Daniele Caviglia in particolare ricostruisce minuziosamente i delicati e complessi rapporti intercorsi, durante le lunghe trattative europee, tra vertici politici e vertici militari italiani: i primi interessati soprattutto ad inserire stabilmente l’Italia in seno all’Europa e al blocco occidentale, i secondi sempre pronti a sottolineare la debolezza di un progetto tecnicamente ancora non realizzabile. “I vertici della forze armate italiane, infatti, ritenevano che senza la premessa di un’Europa politica e di un comune sentire europeo sarebbe stato impossibile procedere alla creazione di un esercito comune“. Senza contare poi quelle difficoltà più propriamente tecnico-militari che un tal progetto avrebbe posto e che sarebbero state per i militari di quasi impossibile soluzione: queste, più specificatamente, vengono esaminate dettagliatamente nel saggio di Alessandro Gionfrida.
Per i militari italiani insomma, prima si sarebbe dovuto procedere a fare l’Europa politica e poi, semmai, procedere ad un’integrazione militare: un esercito comune, non poteva, non avrebbe mai potuto, precedere una più stretta integrazione politica fra i sei.
Daniele Caviglia è professore associato di Storia delle relazioni internazionali presso la Facoltà di Scienze politiche della Luspio. Fra le sue pubblicazioni: “De Gaulle e il tentativo di spostare l’asse politico europeo: il piano Fouchet” (Padova, Cedam 2000); in collaborazione con M. Cricco, “La diplomazia italiana e gli equilibri mediterranei. La politica mediorientale dell’Italia dalla guerra dei Sei Giorni al conflitto dello Yom Kippur (1967-1970)” (Soveria Mannelli, Rubbettino 2005); in collaborazione con A. Varsori ha curato il volume “Dollari, petrolio e aiuti allo sviluppo. Il confronto Nord-Sud negli anni ’60-70 (Milano, Franco Angeli 2008).
Alessandro Gionfrida è archivista di Stato presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Fra le sue pubblicazioni: “Missioni e addetti militari italiani in Polonia (1919-1923)”(Roma, Stato Maggiore Esercito-Ufficio Storico 1996); “L’Italia e il coordinamento militare “interalleato” nella prima guerra mondiale” (Roma, Stato Maggiore Eserciro-Ufficio Storico 2008); in collaborazione con A. Biagini ha curato il volume “Lo Stato Maggiore Generale tra le due guerre” (Roma, Stato Maggiore Esercito-Ufficio Storico 1997).
Autore: Daniele Caviglia, Alessandro Gionfrida
Titolo: Un’occasione da perdere. Le Forze Armate italiane e la Comunità Europea di Difesa. (1950-1954)
Editore: Apes
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 20 euro
Pagine: 211