Dialogo molto interessante con Giusella De Maria, giovane autrice rivelazione di “Suona per me“ (Avagliano editore, 2010), opera prima trionfante nella prima edizione del Premio Nanà.
Giusella, grazie per l’intervista. Ho finito di leggere ora il suo libro, mi ha dato veramente una “ventata” di ottimismo. Subito una domanda, mi viene spontanea: crede realmente così tanto nell’amore?
“Purtroppo si… È l’unica cosa nella mia vita in cui ho sempre creduto fermamente, sarà per questo che sono un’ottimista sempre un po’ su un altro pianeta… La mia casa mi ha nutrita d’amore fin da piccina, e me lo porto addosso anche in ciò che scrivo, anche nel dolore, anche nel buio. E non è vero che nessuno ci crede più, nell’amore, se è vero che i miei lettori di tutte le età mi scrivono ,dopo aver letto la storia, esordendo spessissimo con un: “ mi hai fatto commuovere!”
Il suo libro ha avuto un percorso strano. Anche se poi dovrebbe essere il più giusto. Apprezzato dai lettori prima di essere pubblicato… E che lettori: ragazzi di scuola, studenti, “frequentatori” di internet. Com’è nato questo tam-tam?
“È nato grazie a loro. Da subito i miei lettori mi hanno sommersa di e-mail sul mio sito internet personale (giusellademaria.it), quindi ho trovato giusto avere un contatto più immediato e “pubblico” con loro, e sono scesa tra le loro abitudini socio mediatiche, ho una pagina su facebook (Giusella De Maria | Suona per me) con cui interagisco con loro quotidianamente e mi entusiasmo ogni volta per un loro commento, il loro affetto, le loro confidenze, i confronti letterari ed umani che si sono instaurati in maniera naturale…Sono giovanissimi e non, studenti, musicisti, medici, giornalisti, persone stupende impegnate in azioni umanitarie, idealisti… Tutti irrimediabilmente grandi sognatori, è meraviglioso…”
Il premio “Nanà: nuovi scrittori per l’Europa” è un riconoscimento prestigioso, soprattutto ad inizio carriera. Quali sono state le sue impressioni al momento della proclamazione? L’ha aiutata nella promozione del libro?
“Certe cose accadono sempre quando non ci credi… E io a quel tempo non credevo più o meno in nulla più… Non immaginavo che avrei vinto io un concorso così importante… Era un sogno… La prima cosa che ho pensato quando mi hanno proclamata vincitrice è stata: “oddio… Ma allora era vero quello che diceva Richard Bach (“devi stare attento a quello che chiedi in preghiera, perché l’otterrai!”), allora i sogni si avverano anche! Ovviamente l’essere vincitrice della prima edizione del Nanà è stato per me un passaporto vincente per il mio ingresso nel caotico mondo della carta stampata… Lo consiglio a qualsiasi esordiente, per pubblicare un libro, la cosa migliore è partecipare ad un premio letterario per essere in qualche modo “riconosciuti” sul serio…”
Torniamo al libro. La storia d’amore riparte dopo un allontanamento: lei è costretta a partire, interrompendo di fatto ogni relazione con l’amato, proprio nel momento più intenso della storia d’amore. Perché ha sentito il bisogno di questo distacco?
“Perché pur credendo nell’amore, non ho un’idea ingenua di esso… Conosco la vita, so bene quanto sia bizzarra, ho sempre avvertito un senso latente di precarietà nell’amore che ho provato nella mia vita, sarà il risvolto malinconico di un cuore ottimista, chissà… Ad ogni modo un vero amore non può essere lineare, è semplice amare ciò che conviene, ma è amare nelle difficoltà che distingue un grande amore da un amore banale, “per sempre e malgrado tutto”, è cosa molto rara…”
Quanto c’è di autobiografico nel personaggio di Diana?
“Ahahahah…!!! Guarda, chi mi conosce ha avuto serie difficoltà a terminare quelle centoventi pagine… Vedevano me in ogni riga, è inevitabile proiettarsi in una propria creazione, sarebbe impossibile il contrario. Diana ha i miei occhi grandi e bruni, i miei capelli neri, la mia costanza in certe ossessioni e convinzioni, la mia perenne innata inquietudine… Ed ha compiuto i viaggi che io stessa ho compiuto da ragazzina… Ma è anche molto diversa da me, lei raggiunge la determinazione che io sto ancora inseguendo…”
La musica ha un ruolo importantissimo in questo libro. Anche nella sua vita è così? Quanto una canzone può amplificare delle emozioni magari già fortissime?
“È da non credere il potere che la musica abbia nell’esistenza di un individuo… Immaginate quanto incanto acquisti un episodio di vita quotidiana se abbiamo come sottofondo una canzone stupenda che adoriamo, magari le note di un piano che ci portano in una dimensione superiore… Se è vero che una canzone può aiutare a destare un essere umano da un coma, le armonie musicale devono possedere sul serio un che di “magico”… La musica echeggerà ad ogni riga della mia storia, quasi a dire, “io non voglio vivere e basta, io voglio vivere in un film!””
Lei è giovanissima, quanto le è stato difficile entrare nel mondo editoriale? Il suo stile, semplice ma consapevole, presuppone che ci saranno altri lavori in futuro. Mi sbaglio? Molti scrittori della nuova generazione hanno trovato nella “rete” uno zoccolo duro di lettori. Qual è il suo rapporto con internet?
“Beh, no, per me non è stato difficile… Cioè, io scrivo fin da piccina, per me è qualcosa di naturale , come camminare, andare in bici, leggere… Avevo sempre creduto che sarei diventata una scrittrice, ma non ci avevo ancora provato, scrivevo per vivere un’altra vita e rileggermela, magari farla leggere ad amici o parenti che puntualmente mi dicevano quanto fossi matta a non inviare a qualcuno i miei scritti… In realtà ero pigra! Rimandavo sempre a domani… Fino all’invio del manoscritto al premio Nanà! Sì, scriverò ancora, non avevo pensato ad un seguito, ma i miei lettori vogliono sapere come andrà a finire questa storia, che per me era già bell’e compiuta nella sua incompiutezza… Con internet ho un rapporto ottimo, credo nella comunicazione in tutte le sue forme, adoro essere in contatto con tutti sempre, è essenziale per me confrontarmi con tante persone e ho un’innata curiosa smania di comunicare e parlare alla gente, credo sia una vetrina d’eccezione internet, ed anche un immediato metro di giudizio e valutazione ad ampio raggio… L’invenzione del secolo, senza la quale nemmeno questa nostra piacevolissima chiacchierata sarebbe stata possibile.”
Giusella De Maria ha ventisette anni, vive a Cava de’ Tirreni, è laureata in Lettere e a breve conseguirà la specializzazione in Filologia moderna. Nel 2001 ha vinto il Premio Badia nella sezione Brivido giovane. È la vincitrice della prima edizione del Premio Nanà.
Autore: Giusella De Maria
Titolo: Suona per me
Editore: Avagliano
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 10 euro
Pagine: 120