“Non sono né uomo d’acqua, né di montagna. Sono nato così, lì, a metà strada fra due mondi. Per questo sono destinato a vivere in entrambi. Per questo mi muovo in essi e non riesco a trovare fissa dimora“. Un paese di montagna affacciato sul lago. La vita che si trascina lenta, tra speranza e miseria, immersa in rituali contadini dal sapore malinconico di un passato ormai ostaggio di un futuro incerto.
È in questo microcosmo che la penna di Alessandro Martinelli tratteggia il personaggio di Morgan nel libro pubblicato nel 2009 da Arpanet; un uomo dalle spalle larghe e diritte, pacifico e astuto, saggio e furbo allo stesso tempo. Sullo sfondo i cocci di una promessa mancata, quell’Unità d’Italia che, da tangibile miraggio di un’esistenza migliore, ben presto si dissolve in nuove tasse e disordini, lasciando negli animi il peso insostenibile della disillusione. Lotta con tutte le sue forze Morgan e si ribella a un destino che sembra già segnato e che vorrebbe il suo passaggio sulla terra ridotto ad un pugno di sale e tabacco. Il pericoloso ruolo di contrabbandiere è ormai un lontano ricordo. Su di lui, adesso, si adagia la fiera veste di duro lavoratore della terra, compito che gli permette di soddisfare con dignità i bisogni dell’adorata moglie Ester e dei suoi quattro figli: Ginevra, Mario, Giacomo e Isabella. È per loro e grazie a loro che Morgan riempie di significato i suoi giorni, nutrendosi dell’amore incondizionato di quella famiglia, che con tanto impegno e sacrificio è riuscito a costruire.
Tutto sembra scorrere tranquillo, ogni tassello si incastra perfettamente nel complesso eppure armonico ingranaggio familiare, fino a quando la Storia torna ad irrompere con il suo carico di incertezze economiche e disagio sociale, spingendo molti a rincorrere il sogno americano, una terra ignota al di là dell’oceano dove tutto sembra possibile, in cui ogni individuo può scegliere della sua vita non in base a usanze e tradizioni familiari, ma in base alla sua testa e alle sue capacità. Anche Mario e Giacomo chiudono in una valigia il loro intero passato e si lasciano sedurre da quel sogno collettivo, partendo alla volta del Nuovo Mondo e, forse, di una nuova vita. Erano giovani, sprovveduti, anche se maturi e coraggiosi. Ma il mondo era un’altra cosa. Eppure avevano carta e calamaio. Eppure avevano soldi a sufficienza ed erano partiti in cinquanta. Eppure erano già passati quattro mesi (…) i figli di altri avevano scritto pochi giorni dopo, i ritardatari qualche settimana più tardi, ma di Giacomo e Mario nessuna traccia.
Sarà proprio l’assenza di notizie da parte degli adorati figli a spingere Morgan sulle loro tracce, ripercorrendo un sentiero fatto di sospiri, timori, inganni e desideri.
La freschezza stilistica dell’autore regala dei passaggi narrativi di grande spessore letterario, in cui la determinazione di Morgan assume i caratteri ideali tipici della nostra comune memoria storica. Un romanzo in cui storia e passione si fondono in un binomio di rara intensità, portando il lettore sulle orme del sogno americano. Le stesse orme lasciate dai nostri antenati, con una valigia di cartone in una mano, un biglietto solo andata nell’altra e la segreta speranza di una vita migliore nel cuore.
Alessandro Martinelli, nato nel 1978, vive a S. Zeno di Montagna, sul lago di Garda. Diplomatosi all’ITIS Grafico “S. Zeno” di Verona, prosegue i suoi studi presso la facoltà di Lettere dell’ateneo veronese. Premiato e segnalato in diversi premi letterari, si dedica anche alla poesia dialettale. E’ co – fondatore dell’Associazione “Scatti dalla Memoria”.
Autore: Alessandro Martinelli
Titolo: Il sentiero di Morgan
Editore: Arpanet
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 8 euro
Pagine: 56
* Diritti dell’articolo attribuiti a Valeria Nevadini