La fatica di cominciare una nuova vita, il desiderio di non perdere la speranza sono le note dominanti di “Tutto da capo” (Mondadori, 2010) di Cathleen Schine, traduzione di Stefano Bortolussi. Il mondo crolla per Betty Weissmann il giorno nel quale il marito Joseph le annuncia “nella cucina del loro appartamento al decimo piano di un grande ed elegante palazzo su Central Park West” che intende divorziare dopo quarantotto anni di matrimonio.
Il motivo? “Differenze inconciliabili” le quali hanno un nome e un cognome: Felicity Barrow la giovane collaboratrice di Joseph decisa a soppiantare l’anziana Betty nel cuore, nell’abitazione e nel portafoglio del fedifrago marito. Non resta altro che raccogliere alcuni mobili e approfittare della generosa offerta del cugino Lou che le trova un cottage a Wesport nel Connecticut dal delicato paesaggio. “Sangue nuovo” per questo simpatico anfitrione che ama circondarsi di amici e parenti nella sua grande dimora. Con Betty si trasferiscono le sue figlie Annie la maggiore, vicedirettrice di una piccola biblioteca dal carattere calmo e ragionevole con due figli ormai grandi e Miranda titolare di un’agenzia letteraria “un turbine di impetuose emozioni”.
Non sono figlie di Joseph perché sono nate da un precedente matrimonio della madre, ma l’uomo le ha in sostanza allevate e loro lo chiamano affettuosamente Josie. Entrambe le ragazze cinquantenni si trovano in un momento delicato dal punto di vista professionale e privato. Annie ha una cotta per lo scrittore Frederick Barrow, Miranda vede la sua agenzia sull’orlo del fallimento ed è sedotta da un Adone il quale ha la metà dei suoi anni. Kit Maybank ha un figlio di due anni Henry che fa scoprire a Miranda le gioie della maternità. Mentre Betty nel cottage cerca di ricomporre i cocci della propria esistenza “se le mie figlie possono essere felici, sarò felice anch’io” il settantottenne Joseph a New York è felice accanto alla sua giovane compagna “si era innamorato in un modo in cui a stento riusciva a credere, un modo emozionante, urgente, disperato”. Quando l’aria su Westport diventa più fredda e “la sua bellezza si ritirò e si nascose alla vista” Kit e Henry volano a Los Angeles, la passione è stata breve quanto l’estate di San Martino. Il senso di abbandono che Miranda prova è doloroso e assoluto mentre Annie si rende conto che la liaison con Frederick durata lo spazio di una notte forse non ha futuro. “Amare ed essere amati secondo i propri bisogni, con tale abbondanza da poter sprecare intere serate a farsi semplicemente compagnia: era una ricchezza che riusciva a malapena a immaginare”.
Cathleen Schine nel suo romanzo The love letter con il quale nel 1999 aveva esordito con successo in Italia, attraverso una misteriosa missiva si era divertita a esplorare i desideri latenti e le illusioni dell’animo umano. In The Three Weissemann of Westport l’omaggio a Jane Austen è palesemente evidente. L’autrice, infatti, fa propria la struttura di Ragione e Sentimento nel quale erano messe in risalto le diverse personalità delle sorelle Elinor e Marianne Dashwood. Nel romanzo di Miss Austen tutto nasce dalla morte di Mister Dashwood, qui invece è un divorzio l’evento scatenante che muove l’intera vicenda. Kit ricalca la figura dell’egoista Willoughby, l’avvocato Roberts assume le sembianze del timido ma risoluto Colonnello Brandon e Frederick Barrow è invece l’indeciso Edward Ferrars che mette alla prova la ragionevolezza di Elinor. Naturalmente sono molti altri i riferimenti e le citazioni che legano i due volumi ma lasciamo alle lettrici il piacere di scoprirli da sole.
Il romanzo si fa leggere piacevolmente del resto la colta Schine è conosciuta e apprezzata per la sua scrittura raffinata nella quale l’ironia sa stemperare anche i momenti più critici di una situazione. Non ha importanza che una storia d’amore duri un mese, un anno o quasi cinquant’anni, il dolore dell’abbandono è identico perché “un cuore infranto è un cuore infranto”. In Sense and Sensibility erano le verdi colline del Devonshire che consolavano le sorelle innamorate, in Tutto da capo è la spiaggia di Compo Beach amata da Francis Scott Fitzgerald che riflette gli stati d’animo di Annie e Miranda donne in cerca d’amore. Davanti al cottage delle Weissmann si estende l’isola di Long Island dove nel 1925 lo scrittore americano nel romanzo The great Gatsby aveva ambientato la storia d’amore tra il protagonista e Daisy Fay. Nell’Inghilterra post napoleonica come nella frenetica America degli anni Duemila, per l’universo femminile la ricerca dell’amore e della felicità resta sempre al primo posto. “Avrebbe voluto spiegargli che aveva avuto una visione della loro vita insieme, avrebbe voluto che lui capisse quello che aveva appena scoperto, che il suo cuore aveva finalmente trovato casa”.
Cathleen Schine è nata nel 1953 a Westport nel Connecticut. Si è laureata e specializzata in Storia Medioevale. In seguito si è dedicata totalmente alla scrittura. Narratrice e giornalista ha collaborato con The New Yorker, The New York Review of Books, The New York Times Book Review e The New York Times Magazine. Con il romanzo La lettera d’amore (Adelphi 1996), è divenuta famosa in tutto il mondo. Per Mondadori ha pubblicato L’evoluzione di Jane (1998), Il letto di Alice (1999), L’ossessione di Brenda (2000), Io sono come lei (2003) e I newyorkesi (2007).
Autore: Cathleen Schine
Titolo: Tutto da capo
Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 19,50 euro
Pagine: 316