“I parassiti” (Il Saggiatore, 2010) di Daphne Du Maurier ha come protagonisti i fratelli Delaney, etichettati come “Parassiti. Lo siete sempre stati e lo sarete sempre. Nulla può cambiarvi ormai“.
Romanzo ambientato nell’Inghilterra post Prima Guerra Mondiale descrive Maria, Niall e Celia, i figli dei Delaney, singolare coppia di artisti (lui cantante, lei ballerina). I legami tra i fratelli sono complicati: Maria è la figlia di primo letto del padre, Niall è nato da una precedente relazione della madre, Celia è figlia di entrambi. A causa di ciò, i rapporti tra loro sono stretti, perché sono cresciuti all’ombra del talento eccezionale dei loro genitori, sballottati da un albergo a un altro, in un continuo vagabondare, amorevolmente accuditi dalla domestica Truda. Fratelli terribili, ribelli, indisciplinati, les petits Delaney, autentico terrore degli hotel di lusso frequentati dai genitori, formano un blocco compatto, unito fuori e contro il resto del mondo. “Fin da quando eravamo bambini, la gente criticava il nostro carattere“.
Una volta divenuti adulti non sono cambiati, sono ancora sempre impermeabili al mondo. Maria attrice, Niall musicista e la timida Celia, che ha rinunciato al proprio talento per il disegno per accudire il padre. Charles, il marito di Maria, appartenente alla nobile e rispettabile famiglia Wyndham, li definisce così: “avete sempre campato di rendita, su quel pizzico di ingegno che avete avuto la fortuna di ereditare dai vostri fantastici antenati, perché nessuno di voi si è mai dedicato in vita sua a un’occupazione semplice e onesta e perché siete parassita l’uno dell’altro e vivete in un mondo immaginario che vi siete costruiti per voi stessi e che non ha nessun rapporto con la realtà“.
Daphne Du Maurier scrisse nel 1949 Parasites ambientandolo in Inghilterra e in Francia. Fu pubblicato in Italia nel 1952 nell’importante collana Medusa di Mondadori e ora rieditato dalla Casa Editrice Il Saggiatore che sta ripubblicando l’opera omnia della scrittrice. Il romanzo per la modernità dell’ambientazione e dei dialoghi descritti appare unico e singolare nella produzione dell’autrice inglese. Fratelli arroganti, egoisti, superficiali, frivoli, legati da un rapporto morboso, forse Niall e Maria sono amanti, alla perenne ricerca di loro stessi e di nuove avvincenti esperienze, ma non per questo meno affascinanti e accattivanti. Spesso chi ha subito un danno grave nella propria infanzia senza riuscire a risolverlo crescendo diventa una persona instabile da adulta, perché l’essere sopravvissuta al triste destino la rende tale e in tal modo tende a cercare di distruggere tutto quello che fa. Sembra la stessa sorte, orribile destino dei Delaney, i quali da ragazzini hanno perso la madre in un atroce incidente durante una vacanza in Bretagna. Essi rappresentano il disordine, il caos e lo seminano ovunque vadano.
Rispetto alla produzione letteraria precedente dell’autrice (pensiamo a Rebecca), I Parassiti è un romanzo diverso, cinico ma anche pieno di ricordi, suggestioni, atmosfere legate all’ambiente teatrale dei genitori della Du Maurier, gli attori Gerald e Muriel. Il padre fu anche impresario e la figlia gli dedicò una minuziosa biografia (Gerald, a Portrait, del1934).
Attraverso una scrittura abile, elegante e coinvolgente, con una narrazione corale (i fratelli si raccontano in prima persona di volta in volta), la Du Maurier conduce il lettore in una storia credibile che comprende anche i mutamenti sociali e artistici dalla fine della Prima Guerra Mondiale fino al secondo dopoguerra del XX secolo. Che fine faranno i Delaney, privati con il passare del tempo delle loro enigmatiche certezze, del loro claustrofobico mondo, che non possono fare a meno l’uno dell’altro? Quasi un thriller esistenziale: non dimentichiamo che Daphne Du Maurier confezionò il racconto The birds (1953) dal quale Alfred Hitchcock trasse nel 1963 il film omonimo. Intenso è il ritratto di Maria, donna a volte spregiudicata, passionale, ma anche tenera, dalle molte sfaccettature, scritto da un’autrice che nella sua lunga carriera letteraria scrisse più di trenta libri, alcuni dei quali tradotti in venti lingue.
“Eravamo davvero felici da giovani? O non era che un’illusione?”.
Daphne Du Maurier nacque a Londra il 13 maggio 1907 e morì a Par in Cornovaglia il 19 aprile 1989. I suoi genitori, Sir Gerald Du Maurier e Muriel Beaumont, avevano entrambi un passato di attori teatrali. Seconda di tre figlie femmine, la scrittrice completò gli studi privatamente a Parigi e tornò nella britannica Cornovaglia, a Fawey. Nel 1931, grazie all’aiuto di uno zio editore, pubblicarono il suo primo libro Spirito d’amore. Dopo il matrimonio con il Colonnello delle Guardie dei Granatieri Frederick Arthur Montagne Browning, si trasferì ad Alessandria d’Egitto, dove scrisse il suo romanzo più noto Rebecca (1937), che in Italia uscì nel 1940 col titolo La prima moglie. Hollywood pagò nel ’38 diecimila sterline per assicurarsi i diritti del romanzo dal quale fu tratto un film diretto da Alfred Hitchcock con protagonisti Laurence Olivier e Joan Fontaine. Il successo della pellicola fu straordinario. Molti sono i libri scritti dall’autrice britannica, ne citiamo alcuni come Taverna alla Giamaica (1936), Il generale del re (1946), Mia cugina Rachele (1951), Il capro espiatorio (1957), Il calice di Vandea (1963). Nel 1978 fu premiata con il Mystery Writers of America Grand Master insieme a Dorothy B. Hughes e Ngaio Marsh.
Autore: Daphne Du Maurier
Titolo: I parassiti
Editore: Il Saggiatore
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 17 euro
Pagine: 344