“Il partito dell’amore” (Chiarelettere) è un libro violento non per colpa dell’autore, bravo giornalista, ma perché riporta fedelmente un periodo storico-politico negativo, dove volgarità e razzismo sono quotidiani.
La visione manicheista di Silvio Berlusconi, datata, inutile e demagogica (“Noi vogliamo che il Bene prevalga sul Male”) viene analizzata in tutti i suoi aspetti da Portanova dapprima concentrandosi sul “profeta dell’amore”, cioè Silvio Berlusconi, e sull’ “esercito del bene”, cioè il PDL, e poi affrontando le radici dell’odio insito nel partito della Lega Nord e propagandato dal suo leader Umberto Bossi.
Il risultato è un gradevole libello, ironico, pungente e veritiero che, certo, non dice nulla di nuovo sul personaggio Berlusconi ma, in compenso, raccoglie testimonianze che, unite in un atipico collage, sconcertano non poco il lettore. A partire dalla famosa “discesa in campo”, è cambiato il modo di fare politica in Italia, che ha sempre di più preso e utilizzato i toni “da stadio” per diffondere un nuovo credo o per affermare determinate posizioni.
Dopo l’aggressione del 15 dicembre 2009 da parte di Massimo Tartaglia che scaglia una statuetta del Duomo di Milano sul volto del premier, il centro destra, compatto, afferma che la violenza subita da Berlusconi è frutto del clima d’odio che serpeggia in Italia denominando il PDL come “Partito dell’amore”.
Portanova, allora, con la sua consueta sagacia, ha raccolto in un libro tutti i fatti e le parole che, in realtà, confutano la definizione propagandata da destra. Sono affermazioni forti, dure, rozze che non s’addicono sicuramente ad un “partito dell’amore” ma che, purtroppo, fanno parte di un linguaggio condiviso e adoperato con frequenza, espressione di un potere logoro e stantio, che non ha più nulla di concreto da dire. Frasi come “Per Prodi si è usata la stessa tecnica di Lenin e Stalin, quella dell’utile idiota : si prende una persona, la si mette lì e ci si nasconde dietro” o espressioni come “coglione”, “faccia da stronza” e “miserabile” sono solo alcuni esempi del bagaglio culturale sfruttato dal centro-destra per deridere l’avversario.
Portanova vuole dimostrare che il clima di risentimento che si è creato in Italia è imputabile solo e unicamente a Berlusconi che, fin dall’inizio, ha utilizzato proposizioni “contro” e che il razzismo, che di anno in anno diviene sempre più galoppante e insito in larghe fette di popolazione, anche con alti livelli di istruzione, è frutto di un vero clima d’odio sbandierato a più riprese dalla Lega Nord.
“Il partito dell’amore” non è un libro che offre soluzioni ma vuole descrivere, raccontare, far ricordare, si rivolge alle persone e agli elettori e non ad una fazione in particolare.
È un libro per riflettere e riflettersi, che affonda il dito nelle piaghe purulenti del nostro bel paese.
Mario Portanova scrive per “Il fatto quotidiano”, “L’espresso”, “Wired” e “Altreconomia”. Ha pubblicato, tra i suoi libri, “Inferno Bolzaneto” (Melampo, 2008), “Dichiarazia” (BUR; 2009).
Autore: Mario Portanova
Titolo: Il partito dell’amore
Editore: Chiarelettere
Anno di pubblicazione: 2010
Prezzo: 12 euro
Pagine: 239