D. Moody Smith, autore di “Le lettere di Giovanni” (Claudiana 2010), è docente emerito di Nuovo Testamento presso la Duke University, the Divinity School, di Durham, noto studioso del quarto vangelo. Libro che narra storie di una gioventù segnata da eventi difficili vissuti con la forte speranza di poter essere comunque ragazzi titolari del diritto di una vita felice e dignitosa.
“Camminare com’egli camminò. Obbedienza e conoscenza di Cristo”. Giovanni si riferisce ai suoi lettori, ovvero alla comunità cristiana e li esorta a prendere esempio da Gesù. La rivelazione di Cristo deve essere sempre presente, l’amore obbediente del Figlio verso il Padre è l’amore più grande e tangibile che l’uomo abbia mai visto e conosciuto.
Giovanni si riferisce ai lettori con il termine “figlioli” proprio per evidenziare il rapporto che esiste tra i fedeli e Dio. Dio come un Padre giusto che ama incondizionatamente i Suoi figli. Ed i fedeli che come figli devono riconoscere l’autorità del Padre ed obbedire seguendo la strada che Egli mostra costantemente. Giovanni inizia con un’affermazione che riguarda l’opera di Cristo e termina con un’esortazione etica. “Perché non pecchiate”.
Questa frase induce a riflettere. I credenti, se pentiti, hanno la possibilità di espiare i propri peccati.
“L’amore del Padre. Ora siamo figli di Dio”. Il comandamento primo che Giovanni suggerisce di praticare è l’amore. La prova dell’amore di Dio consiste proprio nell’essere Suoi figli. Bisogna amare come Gesù ha amato. Giovanni evidenzia il rapporto tra Padre e Figlio ricordando l’obbedienza filiale come forma di amore estremo. “L’amore di Dio, che egli ha manifestato nell’inviare e nel consegnare suo Figlio, è il fondamento e la base della pretesa di Dio nel nostri confronti, al quale noi rispondiamo, perseverando in quell’amore e amando il nostro fratello”.
Come prova che i figli amano Dio, bisogna amare i figli di Dio ed osservare i comandamenti. “Amare Dio significa osservare i suoi comandamenti”.
L’amore del Padre è un dono. L’amore dei figli è la rispondenza di aver riconosciuto il Padre, Dio. Il Dio che ama incondizionatamente e che illumina il cammino di ogni singolo figlio.
Giovanni invita i credenti alla preghiera, soprattutto suggerisce di pregare per coloro che hanno bisogno o peccano. La preghiera per l’altro. Ecco un esempio di amore cristiano. Ogni cristiano deve pregare per il fratello che ha commesso peccato. “Se qualcuno vede suo fratello commettere un peccato che non conduca a morte, preghi, e gli darà la vita”.
La preghiera non deve essere vista come una semplice richiesta, ma come una profonda e sincera relazione filiale tra Padre e figlio. E’ un momento delicato in cui il credente apre il cuore al Padre per confessare i suoi peccati o le sue preoccupazioni. E’ l’attimo in cui il figlio ha bisogno dell’ascolto del Padre e gli parla senza riserve perché sa che il Padre attende solo di udire quelle parole.
“Il peccato è trasgressione della legge. Può essere evitato?”.
A differenza di Paolo, Giovanni non sviluppa una teoria sul peccato come alienazione di Dio, nonostante il pensiero di Giovanni e Paolo abbiano dei punti in comune. Per Giovanni “il peccato è una condizione dalla quale l’umanità ha bisogno di essere liberata mediante l’opera di Cristo” e lo individua nella “mancanza di legge”, aprendo però il cuore all’amore di Dio si può riconoscere il peccato e pentirsi.
Autore: D. Moody Smith
Titolo: Le lettere di Giovanni
Editore: Claudiana
Anno di pubblicazione: 2009
Prezzo: 18,50 euro
Pagine: 202